Lunedì, 29 Aprile 2024
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La Compagnia Lumik Teatro nasce per iniziativa di Michele Demaria e Ludovica Apollonj Ghetti, attori giovani, ma già con una lunga esperienza maturata, fra l’altro, al cospetto di un mostro sacro come Gabriele Lavia. Il loro primo spettacolo, Ciccioni con la gonna di Nicky Silver ha vinto nel Giugno scorso il Festival Inventaria alle Carrozzerie N.O.T.. La loro seconda produzione, Cervus di Aaron Mark, ha recentemente debuttato al Teatro Biblioteca Quarticciolo.

 

Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a dar vita ad un progetto vostro?

MD. Per la fatica di vivere da scritturati. Il teatro non è un’attività che si sceglie perché faccia comodo. Non rende, è difficile, faticoso. È frustrante quindi vedere che si perde la necessità primaria, far vedere gli spettacoli al pubblico. La produzione non può essere il fine del teatro. Quando ti rendi conto che la macchina funziona eliminando quello che il suo fine ultimo, vuol dire che c’è qualcosa di profondamente sbagliato. Fino a pochi anni fa si facevano anche 120-150 repliche l’anno, adesso sei fortunato se se ne fanno 30.

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Intervista a Laura Sicignano regista di Antigone, spettacolo che apre la stagione 2019/2020 del teatro Stabile di Catania.

 

Da cosa è partita per mettere in scena questo spettacolo?

Sono partita dalla traduzione del testo originario di Sofocle e poi ho cercato di creare un adattamento del testo insieme ad Alessandra Vannucci. 

 

Quindi come ha proceduto per trovare un adattamento adeguato?

Ho attuato un passaggio preliminare attraverso la scrittura. L’ho tradotto in un linguaggio contemporaneamente rapido. Ho asciugato tutto ciò che non era adeguato ad un pubblico contemporaneo rispettando i diversi personaggi e il più possibile i loro diversi modi di esprimersi.  La tragedia di Sofocle era rappresentata in un contesto diverso, pochi personaggi, coro numeroso. 2500 anni dopo qualcosa è cambiato ovviamente, marea mia premura essere il più fedele possibile a quel contesto. 

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Abbiamo incontrato, dopo la fine della prima, Silvio Giordani, regista dello spettacolo : Gente di facili costumi in scena al Teatro Roma dal 15 ottobre al 23 ottobre 2019. Attraverso l’analisi dello spettacolo, Giordani ci ha illustrato il ruolo che il teatro deve sempre possedere, differenziandosi da altre forme recitative.

 

La commedia dietro una patina comica racconta, di fatto, un incontro tra solitudini. Nella pesantezza della situazione sociale attuale, la chiave comica è l’unico strumento rimasto per parlare di noi? 

Il Teatro è un mestiere antichissimo e già i Greci avevano capito che nei momenti di difficoltà della società era importante lavorare sulla parte comica. La grande commedia di Aristofane, ad esempio, era più fruibile nei momenti di difficoltà, mentre in quelli meno impegnativi si era in grado di affrontare tematiche più dure, come la tragedia. Riportando il discorso al presente, in una società attuale, schiacciata da diversi problemi, è necessario un tappeto comico per inserire considerazioni più profonde. 

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Il regista dello spettacolo Parlami d’amore, in scena al teatro degli Audaci fino al 20 ottobre, Francesco Branchetti ci ha parlato della pièce della quale è anche interprete insieme a Nathalie Caldonazzo. Lo abbiamo incontrato per condividere la vibrazione delle sue emozioni pochi istanti dopo la fine dello spettacolo, su un testo che racconta l’implicito dei rapporti di coppia stritolati dai falsi miti della contemporaneità.

 

Una recitazione intensa...

Si, priva di pause, ed anche il testo stesso di Philippe Claudel segue un crescendo in cui racconta la perdita della serenità per seguire cose che in realtà non ci appartengono e che non ci rendono felici. C’è bisogno invece di recuperare semplicità: mi piacerebbe conoscere il momento esatto in cui l’abbiamo perduta e capire cosa sia successo.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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