Venerdì, 17 Maggio 2024
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“O - Maggio” al Teatro Verga di Catania. Il murales per ricordare Mariella Lo Giudice attraverso la policromia della vita

Recensione dell’inaugurazione dell’opera murale O – Maggio di Le Maletinte. Dall’8 luglio presso Teatro Verga di Catania

 

Saranno stati gli occhiali di Franco Battiato che dall’alto sembrano benedire ciò che accade più in basso, così realistici che solo quando ti avvicini, quasi per cercare traccia di qualche nota impigliata, volano via tramutandosi in pittura. Oppure ad aver reso eterea e così piacevolmente astratta l’atmosfera catanese sarà stata la soave portanza di un incontro inaspettato tra figure, colori ed immagini. Un risultato generato da quindici differenti vibrazioni risolte in fusione, confluenza e dialogo, affinché nella diversità trovassero la loro somiglianza. Quindici, come il numero delle artiste de Le Maletinte, autrici del murale che impreziosisce la fiancata laterale del Teatro Verga di Catania, coinvolgendo anche una parte della facciata esterna. L’opera si affranca immediatamente dalla connotazione prettamente ornamentale, proponendosi con assoluta credibilità come fatto artistico in sé dunque indipendente.

A dieci anni dalla scomparsa della grande Mariella Lo Giudice, prima attrice del Teatro Stabile, la figlia Lydia Giordano, insieme ad altre quattordici artiste, celebra la ricorrenza attraverso la vita, traducendo in figure ed immagini le irripetibili e personalissime emozioni di ciascuna. La stessa Giordano, riprendendo le parole di Battiato che concepiva la morte come «un passaggio nella stanza accanto», ci permette di celebrare il “trasferimento” con quella serenità divertita e leggera incarnata dalla policromia de Le Maletinte. Il titolo dell’opera murale, O - Maggio, oltre ad essere stato il mese preferito dalla Lo Giudice, accoglie in sé anche un afflato di stupore nel sorprendersi dall’arrivo, quasi improvviso, del mese quando esso sembrava troppo distante per tornare. Tra voli di colibrì, bambine rapite da felini, orchidee che ramificano più in basso ed immagini simboliche, si dipana, con la stessa naturalezza ed estemporaneità con la quale è arrivato maggio, l’immagine di Mariella Lo Giudice. Ella, stavolta, non diviene protagonista della scena bensì coautrice della stessa, all’interno della quale convivono dinamismo, impeto e contrappunti di staticità: come una pausa, un respiro, una sospensione prima che le immagini riprendano il loro libero fluire. Il dialogo tra quindici differenti affluenti sfocia in un discorso unico che accoglie le diverse anime individuali, sfumandone i contorni e integrandoli in una figura nuova.

L’immagine perde la sua connotazione prettamente raffigurativa per divenire evocativa, tattile e tridimensionale. La natura dell’opera consiglia di essere percorsa con i sensi piuttosto che con la ragione. Non c’è, infatti, una trama oggettiva da interpretare se non quella scaturita dalle risonanze individuali dalle quali veniamo presi per mano e accompagnati nella dimensione onirica. Qui la raffigurazione perde la propria definizione per divenire suono, profumo e simbolo. E, proprio come nei sogni, le stesse immagini che dal nulla sono comparse, con la stessa delicata misteriosità sfumano per tramutarsi in altro e non tornare più. Al risveglio rimane, sopra i capelli di Mariella Lo Giudice, una farfalla bianca: la stessa che veniva a trovarla in casa, a collegare il mondo terreno con quel cielo nel quale volano indisturbati farfalle, colibrì e occhiali.

 

Simone Marcari

22 luglio 2021

 

 

Informazioni

Le Maletinte:

Lydia Giordano, Claudia Corona, Anna Chiara Di Pietro,

Ljubica Mezzatesta, Marinella Riccobene, Monica Saso,

Francesca Franco, Laura Uta Dag, Irene Catania,

Alice Valenti, Martina Grasso, Jolanda Mariella,

Valeria Cariglia, Agata Vitale, Virginia Caldarella

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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