Giovedì, 16 Maggio 2024
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Uno schiaccianoci che si rivolge ai giovani, con la regia di Giuliano Peparini

Recensione de Lo Schiaccianoci in scena al Teatro dell'Opera di Roma dal 20 dicembre 2015 all' 8 gennaio 2016

 

Dalla sera della prima nel 1892 al teatro Mariinskij, Lo Schiaccianoci sopravvive ancora oggi, continuando a suscitare la curiosità di tanti coreografi che hanno voluto confrontarsi con esso rivisitandolo nei modi più diversi e fantasiosi, o lavorando al contrario per conservarne la tradizionale versione, offrendo così al pubblico, nel corso degli anni, tante riletture. 

Questa volta la trasformazione del classico natalizio per eccellenza è ad opera del coreografo di fama internazionale Giuliano Peparini, che ha creato per il Teatro dell'Opera di Romauno Schiaccianoci rivolto agli adolescenti”, tante sono infatti le allusioni al mondo adolescenziale all'interno dello spettacolo.

L'interpretazione della partitura musicale è affidata al direttore David Coleman, le scene a Lucia D’Angelo e Cristina Querzola, i costumi a Frédéric Olivier, la video grafica a Gilles Papain e le luci a Jean-Michel Désiré. 

La vicenda si svolge proprio nella notte di Natale, in una casa dell'alta borghesia, i cui invitati, quasi tutti aristocratici festeggiano; ultimi ad entrare sono una famiglia di operai (con il loro figlio “bullo”) e il Signor Drosselmeyer (ruolo che Peparini ha danzato come primo ballerino nella compagnia di Roland Petit) assieme ad un timido ragazzo e le sue guardie del corpo.

La protagonista, Marie (interpretata dalla “nuova étoileRebecca Bianchi) e suo fratello François, attendono con ansia i doni: Drosselmeyer gli regala uno schiaccianoci somigliante al ragazzo timido; questo viene rotto dal bullo della situazione che ha ormai contagiato con il suo caratteraccio anche il fratello di Marie.

Con la risoluzione del problema la festa volge al termine e i due bambini possono andare a nanna, anche se con l'euforia della serata si scatenano in una lotta con i cuscini: piume proiettate sul fondale invadono la scena e l'atmosfera si riempie di magia. Danzatrici con parrucche e vestiti bianchi ricoprono il palco e avvolgono i sogni della protagonista che conoscerà un principe somigliante allo schiaccianoci ricevuto in dono.

La scenografia è strabiliante, Peparini ha voluto rievocare tutti i luoghi in cui è ambientata la storia senza cambi di scene: si è avvalso di letti giganti retraibili, di quadri mobili e di proiezioni sul fondale che immergono subito lo spettatore nel luogo voluto dal coreografo.

Insieme al suo bel principe, interpretato da Michele Satriano, Marie inizia ad esplorare la casa, e si addentrano fino in soffitta; l'escamotage di cambio scene è arguto: i corridoi e i meandri della casa scorrono sul fondale, un ascensore viene proiettato e i due innamorati salgono magicamente fino all'ultimo piano. 

In questo secondo atto quadri danzanti e personaggi si susseguono i maniera molto rapida, bulli, capitanati dal bad boy della festa, e travestiti da topi inseguono la coppia, ma vengono sconfitti dall'esercito del principe schiaccianoci; danzatori spagnoli, arabi, cinesi, russi e cuochi si esibiscono sotto gli occhi degli innamorati.

Nel clima spagnolo i ruoli maschili e femminili si invertono, i toreri sono donne, mentre le danzatrici con i ventagli sono uomini, con tanto di barbe coperte da veli; giare fumanti entrano in scena e una bellissima odalisca interpretata dalla prima ballerina Alessandra Amato fa il suo ingresso in scena, le sue movenze sono sensuali e delicate al tempo stesso; pannelli con scritte cinesi fanno da sfondo alla danza orientale e russi con il colbacco entrano in scena tra rocambolesche acrobazie. Due breakers d'eccezione si uniscono al popolo russo, B-Boy coreano Hong 10 e l’olandese Menno del Red Bull Bc One All Star Team.

Ancora sulla scena si susseguono camerieri e cuochi con imbottiture da pugili che con i loro spostamenti e movimenti creano figure nello spazio. 

Prima che il sogno svanisca i due innamorati danzano lo storico pas de deux che evidenzia la delicatezza di Rebecca Bianchi. Marie si ritrova nel suo lettino senza il suo schiaccianoci, ma ecco che dalla porta arriva il nipote di Drosslmeyer, in cui la protagonista riconosce il suo amato. L'infanzia è terminata e i due suggellano il loro amore con un dolce bacio.

La regia di Peparini è uno studio attento dello spazio, dei costumi, dei personaggi e delle scenografie nei minimi particolari. È uno Schiaccianoci in cui si ritrova tanta attualità (la bandiera “je suis Paris” sul tetto di un palazzo proiettato, i burqa arabi, i bulli adolescenziali...), ed è uno spettacolo leggero che scorre benissimo e non lascia nulla al caso, ogni pezzo si ricompone. 

Anche la scelta di inserire due breakers nel corpo di ballo, evidenzia la concezione del coreografo in cui la danza è un insieme di generi differenti, un’occasione di incontro e di condivisione tra stili diversi, che sulla scena si sposano benissimo.

Una rilettura dell'opera classica in chiave contemporanea come modo per farsi trasportare dalla tradizione, anche se pensata per i giovani sarà applaudita ed apprezzata da tutte le età.

Al di là degli anni che passano e delle versioni proposte, Lo Schiaccianoci è e rimane per antonomasia la favola di Natale e non manca come ogni anno di essere, per tutti gli appassionati di danza, un appuntamento natalizio nei teatri. 

 

 

Alessia Fortuna

 

24 dicembre 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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