Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il binomio musica-danza in un coinvolgente spettacolo con Svetlana Zakharova e Vadim Repin come protagonisti

Recensione Pas de Deux for Toes and Fingers in scena all'Auditorium Conciliazione di Roma il 21 e il 22 dicembre 2015

Svetlana Zakharova e Vadim Repin foto Alexander Ivanov

Coppia nella vita e nell'ambito del teatro, l’étoile Svetlana Zakharova e il virtuoso del violino Vadim Repin hanno creato un coinvolgente spettacolo che li ha visti insieme sul palcoscenico: Pas de Deux for Toes and Fingers il 21 e 22 dicembre presso l'Auditorium Conciliazione di Roma nell’ambito del secondo appuntamento della Rassegna Tersicore curata da Daniele Cipriani.

 

Pas de Deux for Toes and Fingers ha avuto una lunga gestazione, con la ricerca di brani coreografici su partitura musicale per violino, che dessero a Zakharova e Repin la possibilità di mettersi reciprocamente e amorevolmente alla luce: grazie alla plasticità dei movimenti e alle emozioni interpretate, hanno prodotto un ensemble d'espressione artistica profonda.

Per l’occasione Repin ha diretto l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini fondata da Riccardo Muti nel 2004 e formata da giovani strumentisti, tutti sotto i trent'anni, provenienti da ogni regione d’Italia.

Ogni coreografia è stata introdotta da un brano musicale interpretato dall'orchestra dal vivo, sul palco dell'Auditorium e seguito dalle coreografie che vedevano l'étoile come protagonista indiscussa.

In Distant Cries di Edwaard Liang, un bellissimo duetto sull’incomunicabilità vede la Zakharova in scena con Mikhail Lobukhin (étoile del teatro Bolshoi). Inizialmente i movimenti della danzatrice si svolgono sul silenzio, per poi unirsi alla musica e fondersi completamente. Movimenti dinamici e prese si susseguono senza mai una pausa, concatenandosi uno dopo l'altro, lasciando infine i danzatori a bocca aperta sullo spegnersi delle luci in scena.

Plus. Minus. Zero, introdotto da Concerto per violino e orchestra d'archi n.1 in re minore,    è un duetto coreografato da Vladimir Varnava che per l’occasione si è esibito insieme alla Zakharova, che qui si presenta coi capelli raccolti a treccia e in un dimesso abitino giallo.

È un brano basato su gesti scanditi e angolari ma non privo di interessanti spunti interpretatavi: un racconto sulle dinamiche di coppia in cui Zakharova sperimenta una nuova e intrigante espressività.

Fa seguito l'assolo Revelation creato da Motoko Hirayama. La danzatrice si mostra al pubblico in veste moderna, con i suoi lunghi capelli sciolti e i piedi scalsi. È un assolo ma allo stesso tempo un duetto, in cui il partner diventa una sedia, a tratti ostacolo ma allo stesso tempo un mezzo per raggiungere qualcosa. La danzatrice lascia il pubblico senza fiato nella sua interpretazione ricca di pathos, fatta di sguardi taglienti e gesti forti, a tratti acrobatici, nella ricerca di un equilibrio sempre precario.

Alla languida raffigurazione de La morte del cigno d Mikhail Fokin, in cui la ballerina ha incantato il pubblico con le sue capacità tecniche ma anche con la sua espressività in ogni minimo dettaglio corporeo, generando un scroscio di applausi lunghissimo, ha fatto seguito la coreografia conclusiva Le ronde des lutins.

Quest'ultimo è un inedito trio, in cui compaiono assieme alla danzatrice anche Vjaceslav Lopatin e Johan Kobborg (danzatore e coreografo danese). I due cercano di sedurre la protagonista avvalendosi degli espedienti della tecnica: salti e giri che esaltano il virtuosismo della danza classica accademica, ma che nulla possono contro il gioco di sguardi che si crea sul palco con il “violinista del suo cuore”. 

Una serata ricca di tecnica ma anche di espressività, che esalta la danza e la musica come vere e proprie arti che colmano gli occhi e l'animo.

 

Alessia Fortuna

23 dicembre 2015

 

Informazioni

Foto di Alexander Ivanov: Svetlana Zakharova e Vadim Repin 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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