Giovedì, 25 Aprile 2024
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La compagnia Instabili Vaganti racconta "Dante Beyond Borders", coproduzione italo-indiana

Sabato 17 settembre presso il Teatro Laura Betti di Casalecchio sul Reno, in provincia di Bologna, andrà in scena in prima nazionale, nell’ambito dell’undicesima edizione di “PerformAzioni – International Workshop Festival” e in collaborazione con ATER Fondazione, “Dante Beyond Borders”, lo spettacolo di teatro danza firmato dalla compagnia Instabili Vaganti e la danzatrice classica indiana Anuradha Venkataraman.

Dante Beyond Borders” è una co-produzione italo-indiana, tra Instabili Vaganti, l’Istituto Italiano di cultura di Mumbai e Ahum Trust, realizzata in occasione delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Lo spettacolo, diretto da Anna Dora Dorno, si ispira alla ‘Divina Commedia’ di Dante Alighieri ed esplora differenti linguaggi che spaziano dalla danza tradizionale indiana al teatro fisico e sperimentale, alla video arte e alla musica elettronica per traghettare lo spettatore nel viaggio ultraterreno intrapreso da Dante.

Le evocative azioni fisiche si svolgono in uno scenario essenziale, caratterizzato da pochi oggetti scenici, che sono anche elementi naturali e materici: sabbia, carbone, un tronco bruciato. L’uso sagomato della luce e le video proiezioni evocano contesti onirici e scenari naturalistici immaginari che diventano fondali scenografici o elementi di separazione da attraversare per entrare in contesti ultraterreni.

In questi spazi onirici, le azioni fisiche del performer Nicola Pianzola incontrano le “mudra” e i gesti della danza “Bharatanatyam”, coreografati da Anuradha Venkataraman, mentre le musiche elettroniche del compositore Riccardo Nanni interagiscono con le sonorità classiche indiane e le sperimentazioni vocali dei performer attorno al testo dantesco e ai frammenti poetici tratti dal “Mahābhārata”, creando suggestivi paesaggi sonori. 

Lo spettacolo è frutto di un lungo processo di lavoro, partito durante il primo lockdown, che ha visto la compagnia lavorare a distanza, in video, con la danzatrice classica Anuradha Venkataraman; questa collaborazione ha incuriosito e ha fatto emergere nella redazione de La Platea molteplici domande, a cui i creatori di "Dante Beyond Borders" hanno saputo dare risposta.

 

La costruzione dello spettacolo ha preso avvio con la modalità a distanza durante il primo lockdown, come avete proceduto? Quali sono state le difficoltà incontrate e quali invece le azioni che vi hanno piacevolmente sorpreso? 

La costruzione dello spettacolo nasce in realtà come la costruzione di un'opera in video. In particolare di sette video-performance che andavano a comporre un'unica webserie che abbiamo chiamato VideoDante #India. Questa particolare operazione nasce proprio durante il primo lockdown, quando nell'ambito del primo progetto "Beyond Borders" abbiamo deciso di continuare a distanza con tutti gli artisti che da ogni parte del mondo hanno fatto parte dei nostri progetti, di ricerca e di creazione, ma anche di incontrare nuovi artisti attraverso lo strumento del video. Nel caso di VideoDante #India abbiamo avuto la fortuna di lavorare con Anuradha Venkataraman, una danzatrice classica indiana di Bharatanatyam, che avevamo già conosciuto nel 2015, durante un nostro progetto di ricerca in India. Abbiamo deciso così di intraprendere con lei questo percorso creando delle azioni in video, delle video-performance a distanza che poi Anna Dora Dorno come regista ha messo insieme attraverso una regia performativa in video, quasi cinematografica, usando il video e tutte le sue possibilità come trait d'union tra le nostre azioni, girate e create in luoghi diversi. Nel nostro caso, in alcuni luoghi-chiave per l'opera dantesca, importanti anche nel percorso di Dante Alighieri, e quindi alcuni siti di Ravenna, tra cui la Biblioteca Classense, mentre Anuradha cercava dei corrispettivi in India che potessero raffigurare l'immaginario dantesco descritto nell'opera somma della Divina Commedia, seguendo ovviamente le indicazioni di Anna Dora. Le difficoltà incontrate inizialmente hanno riguardato il mezzo: ovvero prendere la padronanza del mezzo video, soprattutto per quanto riguarda le riprese. Ci sono voluti molti sopralluoghi, tentativi, confronti costanti su Zoom, prima di arrivare a girare e a realizzare le riprese video degli episodi definitivi. Le sorprese, invece, sono state tante. Innanzitutto, quella di scoprire come attraverso il video potevano interagire due tecniche, tradizioni e culture molto diverse: quella del teatro fisico e sperimentale contemporaneo e quello della danza Bharatanatyam. Ma anche come corpi in video potevano intraprendere lo stesso viaggio dantesco in sette episodi, nello stesso numero di giorni in cui Dante percorre il viaggio della Divina Commedia che lo porterà "a riveder le stelle". Ci hanno sorpreso soprattutto i parallelismi tra la nostra cultura e quella indiana, e ancor di più i rimandi che Dante fa all'India.

 

Dante fa molti accenni nella Divina Commedia all'India, luogo così affascinante e pieno di spiritualità, la vostra idea da cosa trae spunto?

Non sono pochi, in effetti, gli accenni nella Divina Commedia all'India e alla sua cultura e spiritualità. Siamo partiti da alcuni cenni e collegamenti concreti, come per esempio il fiume Gange, cui Dante si riferisce soprattutto per dare dei riferimenti temporali legati al movimento del sole durante il suo viaggio. Il Gange rappresenta l'Oriente in generale. Abbiamo quindi preso ispirazione da questo per alcuni episodi in cui è presente l'elemento dell'acqua, un elemento importantissimo che permea la nostra opera in video in più episodi ed è rimasto anche nel lavoro dal vivo. Soprattutto, Dante colloca in India il Paradiso Terrestre. Abbiamo allora indagato alcuni canti del Purgatorio. Inoltre ci sono alcuni rimandi alla cultura legata ad esempio all'Albero della vita e se vogliamo anche alla cultura animista. Abbiamo lavorato molto sul tredicesimo canto dell'Inferno in questo senso, dove ci sono anime dei dannati trasformate in arbusti secchi e nodosi, ma anche in contrapposizione al concetto dell'Albero della vita, che forse è la parte che unisce di più il pensiero di Dante alla filosofia indiana. Chiaramente questi rimandi che abbiamo scoperto in video diventano ancora più forti dal vivo, perché l'occhio dello spettatore vede queste due culture diverse interagire ed è anche più chiara la relazione drammaturgica che si crea fra la Divina Commedia e un'altra opera somma della cultura letteraria, indiana, ovvero il Mahabharata. Infatti nel processo di lavoro molte terzine dantesche su cui dicevamo di lavorare insieme ad Anuradha, portavano lei a cercare alcuni passi del Mahabharata, e comunque lavoravamo sul 'topos' comune alle due epiche, che è quello del viaggio ultraterreno, quindi del viaggio dell'eroe che scende negli Inferi per portare a termine una sua ricerca, un elemento costante in diverse culture, soprattutto quella indù.

 

La danza indiana, con le sue musiche tradizionali, affiancata alla musica elettronica, come è stato possibile creare questo connubio, questa relazione tra le due per raccontare un'unica storia?

Abbiamo lavorato da febbraio a maggio 2021 sulle opere in video. Attraverso quel lavoro avevamo trovato una modalità di interazione. Il video riusciva a creare diversi piani, ma allo stesso tempo anche a fonderli insieme, a sovrapporre le nostre figure, a moltiplicarle, a creare quindi più livelli, come dei veli che svelavano a poco a poco diversi passaggi del viaggio. Quando abbiamo lavorato dal vivo, ci siamo trovati con diversi elementi: le azioni, i testi, dei canti originali, il video stesso, e soprattutto le musiche e i ritmi. Abbiamo deciso quindi che il video doveva rimanere presente nell'opera. E anche questi diversi livelli, questo velo, questa separazione, dovevano rimanere. Perciò l'impianto scenografico si basa su un tulle proiettabile, su cui vengono proiettati i video ri-lavorati per lo spettacolo dal vivo, dato che si tratta di un tipo di fruizione diversa dall'opera su web, e che funge anche da separazione tra questi due mondi, le nostre culture, ma anche tra le diverse cantiche e i diversi luoghi che Dante attraversa. Per cui il video è rimasto presente, così come le musiche originali, di Riccardo Nanni, insieme a una sperimentazione sonora e drammaturgica sui canti della Divina Commedia, basata molto sulla ripetizione, sulla sovrapposizione, e anche su alcuni passi del Mahabharata, del Bhagavadgītā, registrati da Anuradha, e una sperimentazione sulla voce e sul canto è stata portata dalla regista stessa e performer Anna Dora Dorno. Tutto questo è stato rielaborato anche come sound design dal nostro compositore e musicista Riccardo Nanni, che è partito da molte sonorità indiane, ma soprattutto da molte sequenze ritmiche che sono alla base delle sequenze di danza del Bharatanatyam; le ha rielaborate attraverso la musica contemporanea, attualizzando quindi quell'universo sonoro, tradizionale indiano, nel percorso che stavamo facendo di attualizzazione della Divina Commedia stessa, aprendola proprio all'interazione e alla commistione con una cultura molto diversa, cercando di portare Dante "oltre i confini". L'intento è stato di raccontare, appunto, un'unica storia comune alle due culture e a tante altre, quella del viaggio ultraterreno in un momento difficile nella vita del poeta, un momento di difficoltà comune, che avvertivamo insieme all'artista indiana, dato che ci trovavamo nel pieno di una pandemia e del lockdown. È stato molto liberatorio portare lo spettacolo in India e debuttare di fronte a un pubblico, portando Dante di fronte al pubblico indiano. Questo è accaduto al termine del processo di produzione, quando abbiamo presentato "Dante Beyond Borders" al Ranga Shankara di Bangalore, il 30 novembre e il 1 dicembre 2021. Succederà ancora, il 17 settembre, al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno (BO) nell'ambito del nostro festival internazionale PerformAzioni, quando finalmente "Dante Beyond Borders" debutterà anche in italia.

 

Qual è secondo voi il passaggio filosofico più significativo della piéce? 

Sicuramente sono molti i passaggi filosofici che permeano questa opera, ho citato prima l'Albero della vita, appunto. C'è però un concetto filosofico che noi abbiamo indagato sin dall'inizio in questo lavoro, ed è il concetto dell'Assenza. Ritornava molto forte in quel primo lockdown: assenza di suoni, assenza di persone a popolare i luoghi, assenza improvvisa di tutto quello che costituiva la nostra routine e anche, in alcuni casi, purtroppo, assenza di persone care che venivano a mancare. Per cui, abbiamo indagato il concetto di Assenza che ritroviamo molto nella Divina Commedia, nelle ombre dantesche, in questa assenza di corporeità e nello stupore che Dante suscita attraversando il "regno della morta gente". Quindi, tutta questa assenza, questo abbracciare corpi che sono inconsistenti, assenti, ci ha guidati perché nella cultura indiana è presente molto anche l'Assenza, soprattutto nella cultura della meditazione; questo tentativo di staccarsi da tutto ciò che è materiale, quasi per un attimo, e abbandonare la propria corporeità, per ritrovare l'essenza dell'Assenza. 

 

Alessia Fortuna

19 settembre 2022

 

 Informazioni

sabato 17 settembre, ore 21.00

Teatro Laura Betti (Piazza del Popolo 1, Casalecchio di Reno)

DANTE BEYOND BORDERS

Ingresso a pagamento

Biglietteria: 051/570977 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.teatrocasalecchio.it 

www.instabilivaganti.com 

link alla XI ediz. Del festival PerformAzioni: https://www.instabilivaganti.com/festivals/international-workshop-festival/performazioni2022/presentazione-performazioni2022/

Foto di di Aswin Iyer

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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