Venerdì, 26 Aprile 2024
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Intervista a Enrico Guarneri, in scena con il Paraninfo al Teatro Sala Umberto

#andiamoateatro

Enrico Guarneri nasce geometra ma poi diventa grande attore di successo...come ha scoperto il suo talento (naturale) e come il teatro è diventato parte predominante della sua vita?

Il mio talento l'ho scoperto da giovane, quando degli amici che avevano messo su una compagnia teatrale nel mio paese, che è vicinissimo a Catania, mi invitarono a partecipare. Da lì è cominciato questo percorso che inizialmente voleva essere solo un passatempo, uno sfogo con insita la curiosità di conoscere cosa fosse il Teatro, poi col passare del tempo è diventato un vero e proprio lavoro di ricerca.

Dal 12 al 17 gennaio è in scena al Teatro Sala Umberto con il Paraninfo di Luigi Capuana. Cosa le piace di questa Commedia?

Di questa commedia mi piace il personaggio, il carattere di quest'uomo che "si adopera per far sposare gli altri perché crede nel matrimonio" paragonando tutti i matrimoni da farsi al proprio che è riuscitissimo perché ama sua moglie. Questa sua passione, però, lo porta a non indovinarne una. Infatti tutti i matrimoni che combina hanno il rovescio amarissimo della medaglia, cosa che oggi in qualche modo si potrebbe estendere a quasi tutti i matrimoni. la sua grandissima aspirazione però è riuscire a maritare le ricche ma bruttissime e avarissime sorelle Macamé. L'occasione gli viene data dall'arrivo in paese di un professore in pensione e da un tenete anche lui prossimo al pensionamento e il suo sogno si trasformerà in una vera e propria battaglia fatta di tatticismi e schermaglie.

 

Quindi dopo tanto tempo Don Pasquale Minnedda può considerarlo parte di sè?

Sì,indubbiamente. Ma questo finisce con l'accadere con tutti i personaggi; oggi è Don Pasquale Minnedda, tra qualche mese sarà Don Giuseppe Vella de Il consigli d'Egitto o Mastro-don Gesualdo...questo è il segreto di noi attori, c'è chi ci riesce più facilmente e c'è chi ci riesce più difficilmente, per me è esattamente così.

 

Quanto è attuale questa commedia?

All'epoca (ndr era il 1903) era un pretesto per una precisa denuncia, ora, invece, come sappiamo, ci sono le agenzie matrimoniali. Oggi è cambiato tutto ma al tempo di Capuana tutto questo era molto underground, sotterraneo; se il farmacista aveva una figlia bruttarella sui 25 anni che ancora non si era maritata il padre andava dal "Don Pasquale Minnedda" di turno a dirgli - Se vi capita ricordate che avrei mia figlia da maritare... - e il paraninfo di turno iniziava a cercare un giovane adatto come educazione e ceto sociale alla figlia del farmacista che ovviamente non poteva andare in sposa al figlio di un mandriano. Oggi la società è mutata, è anacronistica questa figura, non avviene più anche perché le occasioni di frequentazione dei giovani sono infinite, all'epoca invece le case erano sparpagliate per le campagne e l'unica occasione per vedersi, frequentarsi o conoscersi erano le feste religiose di paese.
Questa commedia è uno spaccato bello, color pastello di quello che era la Sicilia del primissimo '900 e di questi personaggi intelligenti ma ignoranti che non avevano la cultura del parlare per esempio e storpiavano il significato di una parola che per loro significava una cosa mentre in realtà significava tutt'altro.

 

Come vive la Sicilia la crisi attuale del teatro italiano?

Credo che la Sicilia sia un po' accomunata a tutte le altre regioni anche se forse la si sente un po' di più. Quindi questa "famosa" crisi di cui tanto si parla, ma che non si vede, in Sicilia fa sentire un po' di più la carenza di sbigliettamento. E' anche vero però che la Sicilia è insieme alla Campania la terra del teatro e quindi ci sono i fedelissimi pro teatro che tassativamente ogni anno devono avere almeno un abbonamento nella tasca e Noi confidiamo in queste persone cercando di caccia fuori il meglio che il teatro può dare.

 

Girando per il web siamo inciampati anche sulla sua pagina di wikipedia...lo sa che è scritta tutta in siciliano?

No, non lo sapevo, me lo stai dicendo tu ora. Io sono un po' anti-tecnologico; non sono su facebook, non sono su twitter, un mio sito ufficiale non esiste, non ne sento ne il bisogno ne la necessità. Chi cura queste cosa sono i miei fans, delle persone che mi vogliono molto bene (addirittura dicono di amarmi) e di loro iniziativa buttano giù quello che vedono e che pensano.


Tutti i buoni motivi per venirvi a seguire al Sala Umberto?

Saranno due ore di simpatico, sano, ingenuo e fiabesco divertimento. E inoltre ci sarà un modo particolare di porgere il teatro perché non sarà una di quelle commedie inglesi tradotte in italiano con tre o quattro personaggi ambientata ai giorni d'oggi ma "un'opera" con quattordici personaggi in scena, i costumi dell'epoca, il recitare, lo scherzo, la farsa, la paura e tutti i sentimenti.

 

 

Fabio Montemurro
12 gennaio 2016

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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