Venerdì, 29 Marzo 2024
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Le migliori uscite in libreria dal 9 al 20 gennaio 2020

I libri che curano

 

Se i libri sono il vostro rifugio, la spinta che vi permette di ricominciare e non potete fare a meno di divorarne tanti siete sulla giusta pagina. A volte quando ci si trova in un impasse e sembra quasi di aver toccato il fondo, le parole di un libro possono essere la giusta medicina. Medicina perché proprio come un farmaco le parole possiedono un potere curativo. Certo non riescono a curare tutte le malattie ma possono fornire un grande contributo per la cura dell’anima. Proprio con questo obiettivo è nata la piccola farmacie letteraria a Firenze e si spera che ne sorgano anche altre. Nell’attesa che ciò accada, qui possiamo offrirvi un piccolo contributo suggerendovi titoli con cui curarvi, rasserenare l’animo o semplicemente godervi la giornata. A voi la scelta del libro e della funzione da attribuirgli!

 

Ecco la nostra selezione:

 

Narrativa

 

La ricamatrice di Winchester di Tracy Chevalier, Neri Pozza

Winchester, 1932. A trentotto anni Violet Speedwell sembra ormai inesorabilmente destinata a un’esistenza da zitella. La Grande Guerra ha preteso il suo tributo: il suo fidanzato, Laurence e ora le donne come lei,  rimaste nubili e con scarse probabilità di convolare a nozze, sono ritenute una minaccia per la società. Decide così di  lasciarsi alle spalle la casa di famiglia di Southampton e le lamentele della sua soffocante madre. A Winchester riesce in breve tempo a trovare lavoro come dattilografa e ad aver accesso all’associazione delle ricamatrici della cattedrale. Un’associazione, ispirata a una gilda medievale che si richiama a un’antica tradizione: il ricamo di cuscini per i fedeli. Sebbene la Grande Guerra abbia mostrato a Violet come ogni cosa sia effimera, l’idea di creare con le proprie mani qualcosa che sopravviva allo scorrere del tempo rappresenta una tentazione irresistibile. Mentre impara la difficile arte del ricamo, Violet stringe amicizia con l’esuberante Gilda, i capelli tagliati alla maschietta, la parlantina svelta e fa la conoscenza di Arthur, il campanaro dagli occhi azzurri e luminosi come schegge di vetro. Due incontri capaci di risvegliare in lei la consapevolezza che ogni destino può essere sovvertito se si ha il coraggio di sfidare i pregiudizi del tempo.

 

I bambini di Svevia di Romina Casagrande, Rizzoli

Protetta dalle mura di una casa nascosta dal rampicante, Edna aspetta un segno. Da sempre sogna il giorno in cui potrà mantenere la parola data. Fino a quando una notizia la costringe a uscire dall’ombra e a mettersi in viaggio. È arrivato il momento di tener fede a una promessa a lungo disattesa. Una promessa che lega il suo destino a quello dell’amico Jacob, che non vede da quando erano bambini. Da quando, come migliaia di coetanei, furono costretti ad affrontare un terribile viaggio a piedi per raggiungere le fattorie dell’Alta Svevia ed essere venduti nei mercati del bestiame. Scappati dalla povertà, credevano di trovare prati verdi e tavole imbandite, e invece non ebbero che duro lavoro e un tozzo di pane. In quel presente così infausto, Edna scoprì una luce: Jacob. Ma ora che ha ritrovato Jacob, è tempo di saldare il suo debito e di raccontare all’amico d’infanzia l’unica verità in grado di salvarli. Per riuscirci, Edna deve tornare dove tutto ha avuto inizio. Lungo antiche strade romane e sentieri dei pellegrini, ogni passo condurrà Edna a riscoprire la sorpresa della vita, ma al contempo la avvicinerà a un passato minaccioso. Perché anche la fiaba più bella nasconde una cupa, insidiosa verità.

 

Per ricominciare guarda tra le pagine di un libro di Ali Beng e Michelle Kalus, Garzanti

Bea sta per compiere trent’anni. Un’età in cui si decide su che cosa puntare per il futuro. Lei sa che c’è solo un luogo dove guardare per ricominciare davvero: tra le pagine di un libro. Forse è per questo che, durante una passeggiata nella sua libreria di fiducia, The Little Brunswick Street Bookshop, la sua attenzione viene colpita da un piccolo volume dalle pagine sgualcite. Quel libro sembra aver scelto proprio lei e Bea non avrebbe mai immaginato che potesse custodire un tesoro: una serie di note a margine scritte in un’elegante grafia. Parole che nessuno le ha mai rivolto, ma che lei ha sempre sognato di leggere. Bea è convinta che sia un segno. Deve capire chi ha scritto quelle righe, ma non può farlo da sola. Per questo lancia una serie di appelli in rete, accompagnandoli sempre con una citazione. Non è una ricerca facile. Ma un giorno Bea riesce a scovare la persona che ha scritto gli appunti. L’uomo perfetto per lei. Tutto sembra andare come ha sempre desiderato, anche se Bea sa che i libri, dietro una copertina accattivante, possono nascondere un segreto. Bisogna avere pazienza e leggerli fino all’ultima pagina, godendosi il viaggio. Ovunque le parole vogliano portare.

 

Gialli /Noire

 

Nero come la notte di Tullio Avoledo, Marsilio

Sergio Stokar era un buon poliziotto. Forse il migliore a Pista Prima, degradata città del Nord-Est. Fino al giorno in cui ha pestato i piedi alle persone sbagliate. Così qualcuno l’ha lasciato, mezzo morto, sulla porta dell’ultimo posto in cui avrebbe voluto finire: le Zattere, un complesso di edifici abbandonati dove si è insediata una comunità di immigrati irregolari. Quel rifugio dall’equilibrio fragile e precario normalmente sarebbe un incubo per uno col credo politico di Sergio. Ma è un incubo in cui è costretto a rimanere adattandosi. Per poter stare al sicuro, è diventato “lo sceriffo delle Zattere”: mantiene l’ordine, indaga su piccoli reati. Finché un giorno il Consiglio che governa il complesso gli affida un incarico speciale. Alcune ragazze delle Zattere sono state uccise in modo orribile, c’è un assassino in agguato, e solo un poliziotto abile come Sergio può scovarlo. In un’Italia appena dietro l’angolo – l’Italia di dopodomani – Sergio Stokar deve tornare dal regno dei morti e rimettersi a indagare, frugando nel passato e negli angoli più in ombra della sua città, per scoprire, alla fine che l’orrore si nasconde in luoghi e persone insospettabili. Tutto è legato da un filo. Un filo nero come la notte, rosso come il sangue.

 

Ah l’amore l’amore di Antonio Manzini, Sellerio

Rocco Schiavone ferito in un lago di sangue è in ospedale dopo l’intervento di nefroctomia che ha subito, la stessa operazione che ha portato alla morte uno dei ricoverati del reparto. Così costretto all’immobilità, di malumore, Rocco comincia ad interessarsi a quel decesso in sala operatoria che ha tutta l’aria di essere l’ennesimo episodio di malasanità. Ma fa presto a capire che non può trattarsi di un errore umano anche perché si è fatto spiegare bene dal primario Filippo Negri le procedure in casi del genere. Per andare a fondo della questione sguinzaglia dal suo letto tutta la squadra, e segue l’andamento delle indagini, a partire dalle informazioni sul morto, Renato Sirchia, un facoltoso imprenditore di salumi della zona, casa sfarzosa, abitudini da ricco. Dietro il lusso però si cela una realtà economica disastrosa, la fabbrica è piena di debiti e salta anche fuori una consistente assicurazione sulla vita. Rocco non riesce a stare a guardare e uscito di nascosto dall’ospedale incontra la moglie e il figlio di Sirchia, Lorenzo, fresco di studi aziendali e con idee di conduzione assai diverse da quelle del padre. Le cose però non sono così semplici come appaiono e Schiavone non si fa incantare dalla soluzione più facile.

 

Bambini

 

I cuscini magici di Evghenios Trivizàs, Camelozampa

Nel regno del malvagio Arraffone I sono vietati i divertimenti, le feste di compleanno, persino il singhiozzo. Con la malefica invenzione dei “cuscini incubo”, i sudditi di Arraffone hanno perso anche la capacità di sognare e, con questa, la forza per ribellarsi. Solo il maestro Andonis e la sua classe potrebbero vincere il tiranno al suo stesso gioco… Un’esilarante fiaba sul potere dei sogni e sulla libertà.

 

Letteratura teatrale

 

Eichman. Dove inizia la notte. Dialogo fra Hannah Arendt e Adolf Eichman, Atto unico di Stefano Massini, Fandango libri

Nel 1960 viene arrestato in Argentina Adolf Eichmann, il gerarca nazista responsabile dello sterminio di milioni di ebrei. Dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme, dagli atti del processo, dalla storiografia tedesca ed ebraica oltre che dai saggi di Hannah Arendt, Stefano Massini trae questo dialogo di feroce, inaudita potenza. Il testo è un atto unico, un’intervista della stessa Arendt a colui che più di tutti incarna la traduzione della violenza in calcolo. In un lucidissimo riavvolgere il nastro, Eichmann ricostruisce tutti i passaggi della sua travolgente carriera, dagli albori nella piccola borghesia travolta dalla crisi fino all’ebbrezza del potere, con Hitler e Himmler. Da una promozione all’altra, si compone lentamente il quadro della Soluzione Finale, qui descritta nel suo aspetto più elementare di immane macchina organizzativa. Ed ecco prendere forma,una prospettiva spiazzante: Eichmann non è affatto un mostro, bensì un uomo spaventosamente normale, privo di alcun talento. Incalzato dalle domande egli si rivela il ritratto squallidissimo dell’arrivismo, della finzione, del più bieco interesse personale. È Contraddittorio, superficiale, perfino goffo. Ma è proprio qui, in fondo, che prende forma il male: nella più comune e insospettabile piccolezza umana.

 

Saggi

Il cane e il filosofo. Lezioni di vita dal mondo animale di Leonardo Caffo, Mondadori

Gli manca solo la parola.» È questo che dicono di Pepe, il cane di Edo, quando lo osservano. Con un pizzico di presunzione pensano di capirlo e credono che lui possa provare invidia per la condizione umana. Ma come si può entrare nella mente dell'altro e raccontarne i pensieri senza necessariamente inquinarli? Edo  lo sa benissimo, che non potrà mai fare proprio il punto di vista di Pepe. Eppure ci prova. La loro giovinezza trascorre nel calore di Catania, tra scuola, compiti e corse nel parco. Fino a che la vita non si mette in mezzo, sotto forma di università prima e di lavoro poi, e porta Edo lontano. È allora che Pepe smette di essere solo un cane e diventa la giovinezza, la Sicilia, la felicità, tutto ciò che si è lasciato alle spalle. Alla leggerezza del gioco subentrano l'ambizione, il senso del dovere, la carriera. Per fortuna c'è la filosofia, a far ordine in questo caos. Eppure l'unica voce che continua a toccare le corde giuste, è quella di Pepe. È così che il cane diventa «un varco verso tutte le altre creature» e il filosofo «la cassa armonica della loro storia». I ruoli si scambiano, le prospettive si confondono e nel farlo si potenziano. Ognuno di noi ha un Pepe, rannicchiato accanto, dentro, o tutto intorno, a sussurrarci la via, spesso con il linguaggio più semplice. Riconoscerlo, ascoltarlo, seguirlo, non è facile.

 

Termina con questo saggio la nostra rubrica quindicinale. Ognuno di questi libri selezionati possiede in se un dono che può curarvi e risollevarvi lo stato d’animo. Scegliete quello giusto per voi senza soffermarvi solo sulla copertina. La copertina è importate ma lo è molto di più il contenuto. Buona lettura!

 

 

Debora Fusco

21 gennaio 2020

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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