Venerdì, 19 Aprile 2024
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Atlante femminista. Alla scoperta del patriarcato. Fiocco rosa - fiocco blu: “Il femminismo intersezionale, oltre il dualismo femmina-maschio”

Recensione del libro Atlante femminista. Alla scoperta del patriarcato di Angela Nicente, Edizioni Clichy, 2021

 

“Femmine” e “maschi” sono schieramenti opposti? Quanto incide ancora il (ruolo di) genere nel percorso di vita di ogni bambina e di ogni bambino, nel presente e nel futuro di ogni donna e di ogni uomo, nella quotidianità di ognuno di noi? Quanto l’eredità del patriarcato orienta ancora i nostri pensieri, i nostri comportamenti, le nostre attitudini, le nostre abitudini, il nostro punto di vista, finanche il nostro linguaggio? Quanto ancora questa impalcatura sociale determina le reali opportunità delle donne e degli uomini nei vari ambiti, da quello familiare, a quello sentimentale e relazionale, fino a quello economico e professionale?

È ancora giusto parlare di patriarcato? E, il femminismo è (solo) il contro-altare del maschilismo? 

“Atlante femminista. Alla scoperta del patriarcato”, opera prima di Angela Nicente, appena laureata in disegno industriale e multimedia, è un libro illustrato, 64 pagine in totale, che in maniera chiara ed evocativa affronta questi e altri interrogativi con l’obiettivo di smuovere le coscienze e di proiettare il lettore verso un mondo più equo, più giusto, più libero. 

Il femminismo di cui Angela Nicente si fa portavoce, definito intersezionale, e che tratteggia nel libro, non si limita a una mera contrapposizione maschio-femmina, ma la supera per diventare un movimento collettivo onnicomprensivo contro ogni discriminazione di sorta in direzione del raggiungimento della giustizia sociale. 

Con lo spirito rivoluzionario e la fiducia nel cambiamento tipico della giovinezza, l’autrice, prendendo spunto dal progetto di tesi, elabora un testo nel quale offre pertanto al lettore, incastrato in maniera più o meno consapevole nelle dinamiche imposte dalla società patriarcale, la possibilità di un disvelamento e di una redenzione: un pellegrinaggio verso una nuova conoscenza. 

Richiamandosi alla metafora letteraria del viaggio, quello che Angela Nicente propone a chi ha la curiosità di sfogliare le pagine colorate del suo libro è, infatti, di mettersi in moto lasciando da parte stereotipi e pregiudizi per poter accogliere di volta in volta, tappa dopo tappa, o meglio isola dopo isola, un nuovo sguardo sul mondo. 

Il suo “Atlante femminista. Alla scoperta del patriarcato” si sviluppa, così, attraverso una spedizione in 24 differenti isole, una per ogni argomento, che l’autrice disegna ad hoc per il suo lettore. Immagina che chi legge sia un viaggiatore coraggioso che dota di una mappa, una bussola e di una lente (raffigurati nella copertina del libro) ma che sia a sua volta dotato di quel pizzico di incoscienza necessaria per “allontanarsi da quello che si conosce molto bene e ci fa sentire al sicuro”. 

Tutte le isole illustrate nel libro sono caratterizzate da uno schema comune: il nome (o titolo), conciso ed evocativo; “cosa si dice”, ovvero i luoghi comuni sull’argomento; un animale, disegnato, che rappresenta simbolicamente gli abitanti dell’isola; una piantina, raffigurata di volta in volta in maniera diversa a seconda dell’isola in cui ci si trova, su cui sono indicati con una bandierina i punti nevralgici e le attrazioni più importanti, che coincidono con i valori e i diritti negati e le controazioni necessarie per ripristinarli; e infine un breve paragrafo di testo che approfondisce e sviluppa le tematiche inerenti l’isola che si sta visitando. 

Così, per esempio, nell’”Isola dei Maschi Alpha” gli abitanti sono rappresentati come grandi scimpanzé, uomini “ai quali è stato insegnato che sono forti per natura e perciò portati per il potere”. I gatti abitano, invece, l’”Isola del Gentil Sesso”, a rappresentare un modello femminile imposto dal patriarcato che vuole le donne graziose, educate, remissive, in fin dei conti sottomesse e represse.  O ancora, nell’ “Isola del femminismo frainteso” è luogo comune (“cosa si dice”) pensare che “il femminismo è maschilismo al contrario” o che “le femministe odiano gli uomini” o ancora che “il femminismo riguardi solo le donne”.  Il femminismo di oggi, invece, rivendica i diritti di tutte le categorie escluse, sopraffatte e discriminate, “deboli” - come i disabili, gli immigrati, gli omosessuali, solo per citare alcuni esempi - che ancora devono combattere contro forme di prevaricazione e violenza. 

Violenza che passa anche tramite una narrazione distorta degli eventi, come nel caso dell’ “Isola delle vittime colpevoli”, raffigurata con un pugno chiuso e un indice puntato e abitata da “conigli”, donne che vivono in uno stato di paura verso gli uomini, ma anche da “chi è sempre pronto a mettere in dubbio la voce e la denuncia delle donne”: la vittima viene raffigurata come carnefice, per cui “un vestito scollato indica disponibilità” o “se hai una vita disinvolta, te la sei cercata” (niente di più attuale). 

Angela Nicente, in questo libro, ha il pregio di trattare argomenti complessi e complicati come il femminicidio, lo stupro virtuale, l’imposizione di canoni di mascolinità e femminilità che inibiscono la libera espressione dell’essere umano, le quote di genere, le discriminazioni, la necessità di ribaltare la narrazione e di adottare un linguaggio inclusivo, in maniera semplice e diretta, senza sottintesi o fraintendimenti. L’abilità dell’autrice, grafica di formazione, è quella di unire l’immediatezza comunicativa tipica dell’illustrazione con un testo semplice, l’uso di un linguaggio colloquiale e intuitivo nel quale è facile riconoscersi e immedesimarsi e caratterizzato da parole chiave che, come tali, hanno la funzione di sedimentarsi anche quando ad una prima lettura non ne veniamo colpiti. 

Il tentativo dell’autrice di semplificare la complessità degli argomenti aumenta, d’altra parte, il rischio di risultare banale e utopica. E se, in effetti, a una primissima lettura “Atlante femminista” può sembrare ovvio e scontato, la sua peculiarità è, invece, quella di scuotere giorno dopo giorno la sensibilità del lettore fino a produrre quel cambiamento che l’autrice auspica, a dotarsi di una lente di ingrandimento che spinge a interrogarsi, a osservare gli eventi più da vicino, facendo emergere quello che non funziona. È chiaro allora il concetto di femminismo dell’autrice: adottare il punto di vista femminista significa farsi portavoce per la collettività intera della lotta contro ogni forma di discriminazione, che superi gli svantaggi sociali causati dal classismo, dalla xenofobia, dall’omofobia, dalla transfobia e dal sessismo.

Il libro, colorato e attrattivo, è destinato a ogni tipologia di interlocutore, donne e uomini di qualsiasi età, etnia ed estrazione sociale. Tuttavia, se per antonomasia i giovani rappresentano il motore del cambiamento, se le bambine e i bambini di oggi sono le donne e gli uomini del domani è sui banchi di scuola che questo testo trova la sua collocazione migliore. 

Sensibilizzare le nostre figlie e i nostri figli, educarli a uno spirito critico, ricordare quanta strada è stata fatta per reclamare la libertà dell’individuo, l’uguaglianza sociale, la parità di genere, senza perdere di vista quanto ancora deve essere raggiunto; insegnargli i loro diritti fondamentali e a rivendicarli, spingerli all’autodeterminazione, alla libertà di espressione oltre qualsivoglia modello preimpostato; educarli al dialogo e al confronto, a non dare mai nulla per scontato, tanto più nella società contemporanea dove la commistione e la sovrapposizione tra virtuale e reale rischiano di creare nuove forme di violenza e sopraffazione; invogliare a mantenere sempre alta la guardia, a leggere, a informarsi, a prestare attenzione e ascolto e il rispetto verso se stessi e verso il prossimo; tutto questo, ma non solo questo, rappresenta una delle chiavi, se non l’unica, per immaginare un futuro illuminato, un mondo che porti un’unica bandiera con i colori arcobaleno in grado di rappresentarci, tutte, tutti, ognuno di noi, indistintamente, nessuna esclusa, nessuno escluso.  

 

Angela Nicente

Angela Nicente si è laureata con lode nel 2021 all’Università statale IUAV di Venezia in disegno industriale e multimedia. “Atlante femminista. Alla scoperta del patriarcato” è nato dal progetto di tesi triennale e rappresenta, ad oggi, la sua prima esperienza in ambito editoriale. 

 

Francesca Sposaro

13 gennaio 2022

 

 

Informazioni

Atlante femminista. Alla scoperta del patriarcato

Di Angela Nicente

64 pag.  Brossura

Cartaceo:   €19,00

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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