Sabato, 27 Luglio 2024
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Note come ponti: un brindisi alla musica di qualità

Interessante concerto con Blagoj Nacoski, Paola Camponovo ed Alfredo Blessano a San Quirino di Pordenone

 

La provincia spesso riserva delle sorprese inaspettate. In zone dove non te lo aspetti, ti trovi davanti dei piccoli gioielli, incontrati quasi per caso, che dimostrano la coraggiosa determinazione a credere nella cultura come bene primario, strumento per valorizzare il territorio e mezzo per superare divisioni e barriere.

Nel pordenonese viene organizzato, in collaborazione con il coordinamento regionale delle Città del Vino, il Festival Vini Gusti in Musica, nato dalla volontà di portare la musica classica ed i suoi interpreti nei luoghi del vino della Regione, coniugando il potere aggregante e socializzante della cultura musicale e di quella enoica. 

Il festival è organizzato con il sostegno di PromoturismoFVG – Io sono Friuli Venezia Giulia, Strada Vino e Sapori del Friuli Venezia Giulia e Banca 360 FVG Credito cooperativo.

Il 12 agosto, nella cantina La Sartoria Vini - Piera 1899 a San Querino si è tenuta la prima delle serate dell’edizione 2023, intitolata "Note come ponti" con il tenore Blagoj Nacoski ed i due curatori del Festival: Paola Camponovo soprano, ed Alfredo Blessano pianoforte. 

Un programma raffinatissimo, occasione per celebrare il trentesimo anniversario dell’inizio dei rapporti diplomatici tra Macedonia e Italia, che prevedeva l’esecuzione di numerose arie da camera composte da musicisti macedoni, affiancate da brani in italiano e duetti.

Oltre agli aspetti prettamente musicali, la particolarità dell’evento era l’accostamento dei brani del programma ad alcuni dei vini della cantina che ospitava gli interpreti fra i giganteschi silos, in una location quanto mai insolita, ma dalla acustica sorprendentemente adeguata.

I tre interpreti si sono dimostrati decisamente all’altezza della situazione. 

Alfredo Blessano, pianista di grande talento, ha accompagnato con bravura la Camponovo, con cui ha vinto il Concorso Respighi nel 2016 ed il tenore Blagoj Nacoski, vero protagonista della serata.

Il tenore, molto attivo sulle scene nazionali ed internazionali, ha mostrato ancora una volta una voce con un centro solidissimo, ricco di colori e sfumature, acuti  sicuri, fiati lunghissimi ed un volume possente, ma soprattutto si è dimostrato interprete sensibile e delicato, in grado di pastellare con intensità le sensazioni descritte dalle liriche che ha  cantato, mai più attento alla resa musicale, comunque ottima, che a quella interpretativa. 

Un artista al servizio dell’Arte. Dote rara in un tempo di autoreferenzialità esasperata e nel quale troppo spesso si perdono le priorità.

A San Quirino è stato proposto un programma complesso, sicuramente di nicchia, per la massima parte contemporaneo.

Un esperimento interessante: proporre qualcosa di sconosciuto, o quasi, in un contesto inedito, ad un pubblico insolito.

La serata si apre con un brano del 1967 di Todor Skaloski:  ‘Preghiera’, che Nacoski , autore anche della traduzione italiana offerta al pubblico per meglio cogliere il significato dei brani, interpreta con grande coinvolgimento. La voce brilla per il colore scuro che echeggia rimpianto e malinconia, ma anche per dei fiati di grande portata, che sembrano lasciare al vento l’invocazione conclusiva: ‘Guariscimi o terra, dalla inquietudine scura e dalla tristezza’.

Struggente sia nel testo che nella partitura ‘Fiori’, il brano composto da Blagoj Canev, nel 1976, in ricordo dell’uccisione di un bambino. Una storia vera e straziante che il tenore macedone canta con misura e partecipazione. Senza cadere negli eccessi veristi, cesella una situazione raffinata, ricca di escursioni vocali, nella quale si alternano momenti di grande tensione musicale ad un crescendo di suggestioni narrative, con un inciso recitato che, pur incomprensibile per chi non conosce la lingua, è di grande presa e riesce ad  emozionare grazie alla ritmica ed all’espressività di Nacoski.

Il primo dei brani affrontati da Paola Camponovo è ‘Fiori’, di Gian Francesco Malipiero. 

La cantante mette subito in risalto una bella linea di canto, un suono pieno, omogeneo, con una tavolozza virata ai toni caldi, una dizione chiara che rende merito al compositore troppo poco ricordato.

Il brano successivo, l’unico a non essere ascrivibile all’area novecentesca, è una serenata di Gioacchino Rossini:’Mira la bianca luna’, cantata a due voci. Il risultato è una esecuzione assai godibile, anche grazie all’interessante contributo pianistico del Maestro Blessano, nella quale l’alternanza vocale è garbata, senza eccessi virtuosistici, ma con un uso sapiente delle mezze voci, dei toni smorzati, di una motivata alternanza nel peso dei suoni, un felice accostamento delle due paste vocali ed una ritmica sostenuta con grande competenza tecnica.

Trajko Prokopiev nel 1964 compose ‘ O mio gabbiano’, brano dal forte impatto drammatico, che Nacoski fa suo con bravura, mostrando grandissima sicurezza nei passaggi, a dimostrazione sia di una tecnica efficace che di un registro solido; i fiati sono di grandissima portata,  gli acuti  pieni e drammatici, le note alte raggiunte senza difficolta. Il crescendo di emozioni è coinvolgente e viene sublimato, ancora una volta, dai recitativi all’interno del brano, che il tenore affronta con sapiente senso del teatro.

Nacoski nella seconda parte del suo programma ha inserito dei brani, alcuni scritti appositamente per lui, di compositori viventi, alcuni molto giovani. 

Nel 2021, Andrej Naunov, compositore neanche quarantenne, ha scritto ‘Fiume’, un brano macedone, ma di ispirazione musicale italiana, a ricordare l’universalità della Musica. Una composizione suggestiva, con una tessitura ricca di note alte, che non impensieriscono il tenore che ne viene a capo senza apparente difficoltà.

Il brano successivo è ‘Sogno’ di Dino Imeri, compositore giovane e brillante, che ha confezionato un’aria d’amore piacevolmente complessa, dalla vasta tavolozza cromatica ed alcuni suggestivi momenti nei quali il canto risulta più spianato, quasi liberatorio, che consentono a Nacoski di mettere in luce le potenzialità che i teatri italiani, nei quali la sua presenza è costante,  hanno saputo sfruttare ancora solo in parte.

Ritorna in scena Paola Camponovo con un ‘Sogno’ di Francesco Paolo Tosti, un classico delle arie italiane da concerto.

Una esecuzione vocale riuscita, con una emissione sicura, un suono che corre ma che, giustamente, non ha mai il sopravvento sulla parola, come deve essere per questo pezzo, a dimostrazione dell’attenzione e della misura con cui il soprano si accosta a questo repertorio, complesso ed interessante, rendendogli il giusto omaggio.

Seguono ‘ 4 Rispetti’ di Ermanno Wolf Ferrari, che  consentono alla Camponovo, vincitrice del concorso Aslico nel 2013, di mettere in evidenza una vasta tavolozza cromatica, solidi acuti e, nella quarta aria, un notevole controllo vocale nei cambi ritmici della partitura.

Ritorna in scena Nacoski con ‘Homeland Songs n 3’ di Darija Andovska, aria di atmosfera tipicamente macedone, ha spiegato il cantante, costruita sui sette ottavi. Una esecuzione di grande impatto evocativo, fiati lunghissimi ed un piacevole contrasto fra la tradizionalità del testo e la modernità della partitura, che riesce a far convivere la forte personalità della compositrice con le atmosfere popolari.

La chiusura è affidata ad un brano di Alessandro D’Agostini: ‘Suite Macedonia’, scritto, racconta il tenore macedone, in occasione di un concerto che tennero assieme, per cercare di alleggerire l’atmosfera melanconica  e cupa di tanti dei brani proposti in quella occasione.

Di fatto composta di quattro citazioni di canti popolari, questa bella escursione musicale permette ai due cantanti di chiudere in modo pirotecnico la serata, giocando su ritmi vivaci, grandi escursioni vocali, alternandosi, duettando e suscitando un sincero entusiasmo da parte del pubblico, cui viene concesso un bis altrettanto gioioso. Una scommessa vinta alla grande, con scroscianti applausi; richiesta, accolta, di bis; complimenti ai singoli interpreti e consensi all’iniziativa.

Una scommessa vinta, fondamentalmente perché si è puntato alla qualità. 

Troppo spesso  gli esperimenti sfiorano il dilettantesco, quasi si puntasse al loro fallimento. 

In questo caso, coinvolgendo artisti di spessore, competenti, preparati ed appassionati, si è riuscito a proporre un programma raffinato, non semplice, sicuramente di nicchia ed ad ottenere un successo pieno e franco. Auguriamoci che sia il modello per future semine di sapere e di passione.

 

Gianluca Macovez

14 agosto 2023

 

informazioni

NOTE COME PONTI

Concerto inserito nelle attivita di FVGin musica 2023

BLAGOJ NACOSKI tenore

PAOLA CAMPONOVO soprano

ALFREDO BLESSANO pianoforte

San Quirino (Pn), LA Sartoria Vini- Piera 1899,  12 agosto 2023

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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