Venerdì, 29 Marzo 2024
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La stagione estiva 2015 del Globe Theatre

Sogno di una notte di mezza estate

 

 

Dal 2 al 12 luglio 2015 ore 21.15, lunedì riposo

regia di Riccardo Cavallo
traduzione di Simonetta Traversetti

 

Prodotto da Politeama Srl

 

La notte di mezz’estate è una notte magica e il titolo ne svela immediatamente l’atmosfera onirica, irreale anche se, come viene precisato, la notte in cui si svolge gran parte dell’azione è quella del calendimaggio, la celebrazione del risveglio della natura in primavera e non in estate. E’ comunque l’augurio di un risveglio gioioso. Ma è davvero così? Tre mondi si contrappongono: il mondo della realtà (quello di Teseo, Ippolita e della corte), il mondo della realtà teatrale (gli artigiani che si preparano alla rappresentazione) e il mondo della fantasia (quello degli spiriti, delle ombre). Ma i sogni alle volte possono trasformarsi in incubi: il dissidio fra Oberon e Titania che rivela a un certo punto un terribile sconvolgimento nel corso stesso delle stagioni, il rapporto tra Teseo e Ippolita, il conquistatore e la sua preda, la brutalità di certi insulti che gli amanti si scambiano sotto l’influsso delle magie di Puck.

 

“Sogno di una notte di mezza estate”, scritta in occasione di un matrimonio, è come una serie di scatole cinesi. All’esterno dell’opera ci sono la sposa, lo sposo e il pubblico, all’interno le coppie, Teseo e Ippolita, Titania e Oberon e i quattro innamorati e nell’opera dentro l’opera, i teatranti, la vicenda di Piramo e Tisbe. In questo mondo stregato domina il capriccio, il dispotismo di Oberon che attraverso Puck gioca con i mortali e con Titania, per imporre il suo dominio. Si compie quindi su Titania quella violenza che Teseo compie su Ippolita e che Egeo vorrebbe compiere sulla figlia costringendola a un matrimonio che respinge. Si noti la sequenza degli scambi fra gli amanti. Si inizia con Ermia che ama Lisandro e con Elena che ama Demetrio, ma quest’ultimo con l’appoggio di Egeo, padre di lei, vuole invece conquistare Ermia. Si passa, attraverso l’intervento “magico” di Puck, al folle girotondo in cui Ermia insegue Lisandro, Lisandro Elena, Elena Demetrio e Demetrio Ermia. E non è finita. Perché Ermia, alla quale dapprincipio aspiravano entrambi i giovani, sarà abbandonata da tutti e due, innamorati ora di Elena, e solo nel quarto atto dopo un nuovo intervento di Puck, si avrà la conclusione in cui gli amanti formeranno davvero due coppie.

La grandezza di Shakespeare sta nell’aver saputo coinvolgere tre mondi diversi, ciascuno con un suo distinto linguaggio: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, quello degli amanti dominato dalle liriche d’amore e quello degli artigiani, nel quale la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso aulico.

Il mondo è folle e folle è l’amore. In questa grande follia della natura, l’attimo di felicità è breve. Un richiamo alla malinconia che accompagna tutta la vicenda.

 

Riccardo Cavallo

 

Interpreti

(in ordine alfabetico)

NICK, BOTTOM

TITANIA, REGINA DELLE FATE

ELENA

DEMETRIO

IPPOLITA, REGINA DELLE AMAZZONI

SNUG

TESEO, DUCA D’ATENE

LISANDRO, INNAMORATO DI ERMIA

PUCK

ERMIA

TOM, SNAOUT

FAIRY

MAESTRO DI CERIMONIE

OBERON, RE DEGLI ELFI

EGEO, PADRE DI ERMIA

PETER QUINCE

FRANCIS, FLUT

GEROLAMO ALCHIERI

CLAUDIA BALBONI

FEDERICA BERN

SEBASTIANO COLLA

FRANCESCA DE BERARDI

ROBERTO DELLA CASA

MARTINO DUANE

DANIELE GRASSETTI

FABIO GROSSI

VALENTINA MARZIALI

CLAUDIO PALLOTTINI

ANDREA PIROLLI

RAFFAELE PROIETTI

CARLO RAGONE

ALESSIO SARDELLI

MARCO SIMEOLI

ROBERTO STOCCHI

COSTUMI

Manola Romagnoli 

 

SCENE

Silvia Caringi e Omar Toni

ASSISTENTI ALLA REGIA

Mario Schittzer ed Elisa Pavolini

DISEGNO LUCI

Umile Vainieri

PROGETTO FONICO

 

Franco Patimo

Re Lear

 

Dal 16 Luglio al 2 Agosto 2015 ore 21.15, lunedì riposo

 

Laboratorio e regia di Daniele Salvo

traduzione di Emilio Tadini

Prodotto da Politeama Srl

 

“Spetta a noi il peso di questi tristi tempi.
Dobbiamo dire ciò che sentiamo dentro
e non perché siamo costretti a dirlo.
Il più vecchio di noi ha sofferto
Noi che siamo giovani
non vedremo mai così tante cose
e non vivremo certo tanto a lungo.”

 

W. Shakespeare

 

Lear è un leggendario sovrano della Britannia, vissuto alcuni secoli prima di Cristo che, vicino alla vecchiaia, decide si dividere il suo regno tra le figlie e i mariti, pur mantenendo la sua autorità regale. E’ la tragedia dei padri incapaci di capire i loro figli, padri che sono ciechi di fronte all’adulazione dei figli che li vogliono ingannare e ciechi di fronte alla devozione dei figli che invece li amano. Lear pagherà i suoi “errori politici” a caro prezzo: non riconoscerà l’affetto e la sincerità di Cordelia e affiderà il potere nelle mani sbagliate con effetti distruttivi.

Sino a quel momento Lear aveva potuto dettare leggi e norme. Improvvisamente la sua vita viene sconvolta da un’esperienza che lo pone non dal punto di vista del dominatore ma del dominato. Lear si rifugia così in una sorta di “seconda infanzia” che gli procura un’innocenza che rende ancora più crudeli le azioni delle due figlie Goneril e Regan e nel momento in cui finalmente inizia a dire la verità viene considerato pazzo. Molti elementi di questo testo naturalmente fanno pensare alla nostra società e alle sue discutibili consuetudini: si tratta di un analisi puntualissima del Potere e dei suoi effetti sulla psiche umana. La lente deformante dell’ego e del dominio acceca gli occhi del sovrano e del politico e lo spinge al più totale isolamento affettivo.

Per non distrarre lo spettatore dal lavoro sull’interiorità di questi straordinari personaggi, ho pensato di sottrarre quanto più possibile elementi decorativi, effetti e trovate registiche per giungere ad un’essenzialità e nitidezza interpretativa quanto mai necessaria, a mio avviso, alla messinscena di questo testo. Grazie all’utilizzo di una scenografia davvero essenziale, l’azione viene trasferita su un piano interiore, con momenti privatissimi e tesi, di un’emotività fortissima, pura ed arcaica. Gli elementi naturali dominano :  la pioggia, i tuoni e i lampi sono metafora della condizione interiore dei personaggi rispecchiandone l’emotività tormentata.  Si tratta di un lavoro “sperimentale”, low budget, frutto di un laboratorio rivolto a giovani artisti (con l’eccezione di due attori di grande esperienza come Graziano Piazza e Francesco Biscione, nei due ruoli principali)  ma non cercate in questa occasione elementi performativi o di ricerca visiva accattivante: non è mia intenzione e non è questa la sede giusta. Intendo invece qui lavorare esclusivamente sull’interpretazione e sulla direzione degli attori, cercando di avvicinarmi al cuore del mistero di questo meraviglioso testo, confrontandomi con umiltà con le grandi interpretazioni del passato, che non vanno dimenticate o rinnegate. In questo percorso ci guidano la follia, l’innocenza,la ricerca, l’energia, la dolcezza e la determinazione propria dei giovani. La realtà degli uomini del 2000 ha necessità assoluta di Poesia, rispetto, correttezza, professionalità, solidarietà, dolcezza, precisione ed artigianato. In questo piccolo e sfortunato Paese, fatto di consorterie, esperti politicanti, specialisti e marionette senz’anima forse, anche solo per una sera, non sarà una colpa essere ancora giovani.

Daniele Salvo

 

Interpreti

(in ordine alfabetico)

EDMUND

GLOUCESTER

IL DUCA DI CORNOVAGLIA

RE DI FRANCIA -MEDICO

CORDELIA

DUCA DI ALBANY

PRIMO CAVALIERE – UN SERVO

CONTE DI KENT

EDGAR

GONERIL

CAPITANO – CAVALIERE

FOOL

KING  LEAR

REGAN

DUCA DI BORGOGNA  – CURAN

OSWALD

FIGURANTI

IVAN ALOISIO

FRANCESCO BISCIONE

MARCO BONADEI

FEDERIGO CECI

MIMOSA CAMPIRONI

SIMONE CIAMPI

CLIO CIPOLLETTA

ELIO D’ ALESSANDRO

PASQUALE DI FILIPPO

MARCELLA FAVILLA

FRANCESCA MÀRIA

SELENE GANDINI

GRAZIANO PIAZZA

SILVIA PIETTA

TOMMASO RAMENGHI

GIULIANO SCARPINATO

FRANCESCO BRUNORI, RUGGERO CECCHI, NICOLA DE SANTIS, GIUSEPPE DE SIATO, PIERO GRANT, FRANCO MARIA ROCCO, FRANCESCO SILELLA

 

SCENE E COSTUMI

Silvia Aymonino

assistente ai costumi  Vera Pierantoni Giua 

 

MUSICHE

Marco Podda

DISEGNO LUCI

Umile Vainieri

PROGETTO FONICO

Franco Patimo

IMMAGINI VIDEO

Indyca

COLLABORATORE AI MOVIMENTI

Antonio Bertusi

ASSISTENTE ALLA REGIA

Alessandra Puliafico

COACH  ATTORI

 

Melania Giglio

 

Molto rumore per nulla 

 

Dal 5 al 30 Agosto 2015 ore 21.15, lunedì riposo

 

regia di Loredana Scaramella
traduzione e adattamento di Loredana Scaramella e Mauro Santopietro
Prodotto da Politeama Srl

 

 

BENEDETTO: “Quale è stato il primo dei miei difetti per il quale ti sei innamorata di me?”

BEATRICE: “Per tutti quanti insieme. Perché hanno organizzato una compagine così perfetta da impedire anche ad una sola qualità di insinuarsi tra loro.”

Atto V, 2

 

 

Rileggo  queste note scritte un anno fa, e penso che difficilmente avremmo potuto immaginare che il nostro gusto di creare “festa” attraverso un materiale nobile e un lavoro onesto e appassionato sul racconto  avrebbe trovato nel pubblico un ascolto così gioioso e partecipe. Aspettiamo  l’inizio delle nuove repliche come si aspetta un amico, ringraziando chi è venuto e chi verrà. A tempo di musica.

 

TRA IL BACO E LA FARFALLA

 

Uno dei sapori più dolci del teatro è nella ripetizione: il medesimo testo, col passare del tempo, ci si mostra cambiato. E’ un’esperienza perturbante guardare con occhi nuovi un oggetto conosciuto ma apre lo sguardo su orizzonti più vasti. Accanto ai temi che ci hanno appassionato, ne scorgiamo di nuovi. Ed è stimolante l’idea di affrontare questo viaggio con un gruppo di attori diverso, con una compagnia nata dagli incontri favoriti in questi anni dalle stagioni del Globe. Ecco il perché di una nuova versione di questa commedia che mi appare oggi come una riflessione molto brillante e ludica sul tema della crisi intesa come tempo della metamorfosi, su come un ostacolo, una difficoltà, possa trasformarsi in un’occasione di crescita personale e collettiva. Abbandonare abitudini e convinzioni ormai inadatte alle nostre vere esigenze è una necessità ed un’azione da intraprendere con coraggio, e anche con un po’ di umorismo, per avviare una rinascita della nostra società.

Molto rumore per nulla è una favola illuminante sul potere della parola, una commedia invasa da una gioia luminosa resa ancora più accecante da una lama d’ombra che per alcuni istanti l’attraversa. Il titolo racchiude tutti i sensi della storia e li nasconde proprio in quel nothing apparentemente inoffensivo. Nulla come un basso continuo contrapposto al suono di troppe parole, alla frenesia che spinge gli uomini ad amare, giocare, desiderare, combattere. Questa agitazione, che ha la sua sintesi nell’eccitazione sessuale, esplode in una casa ospitale piena di balli e di feste, d’estate, nella assolata Sicilia, un luogo che per Shakespeare certo significava esotismo e sensualità e che noi spostiamo in un Salento ideale, illuminato da quello stesso sole che esaspera i contrasti della scacchiera di corredi stesi a sbiancare, mentre dal parlato le voci prendono il volo per costruire richiami e canti che irrobustiscono il tessuto musicale già suggerito dal testo. E nothing, nella sua forma gergale antica, allude anche al sesso femminile, attorno al quale tanto rumore si scatena, e ci porta più vicino al tema centrale.

Un gruppo di soldati torna dalla guerra ed invade lo spazio delle donne. E’ la fine della specificità dei generi: l’uomo guerriero, la donna custode del focolare. Finite le battaglie, la commedia racconta quello che sta nel mezzo, dopo la guerra e prima della pace, dopo il “separato” e prima dell’ “unito”. Questo inter-regno è il tempo della parola, che si fa ponte tra due singoli mondi. E’ il maschile che cerca l’accordo col femminile. E Molto rumore per nulla racconta la rottura della membrana che divide i due stati, la lenta e difficile osmosi tra l’uno e l’altro. Tra uomo e donna, giovinezza ed età adulta, ricerca di identità e assunzione di identità. Tra il baco e la farfalla.

Benedetto e Beatrice, campioni dei rispettivi schieramenti, difendono strenuamente e con sfoggio di battute ironiche le loro autonome identità, come due adolescenti ostinati, lei attaccata al ruolo maschile che ha assunto, lui incapace di liberarsi dall’attrazione del cameratismo adolescenziale. Sono paralizzati da una paura che li rende comici. L’abbandonarsi alle emozioni potrebbe precipitarli su un terreno instabile che sconvolge il carattere, azzera ogni sistema di sicurezza e apre le porte ad una dimensione sconosciuta e incontrollabile. Beatrice è una donna insolita, una Queen Elizabeth in miniatura. Pur non essendo padrona di nulla, parla con libertà a stranieri, a uomini di potere, familiari e non. Tutto con lei si trasforma in motto di spirito, forgiato in una lingua paragonabile solo a quella di Benedetto, brillante e impertinente. Comportamento in genere condannato in una donna ma in lei accettato in virtù del suo essere casta, vergine e comica.  Ogni battuta di spirito va però a rafforzare la robusta corazza che nega il suo corpo e che nasconde dietro la goffaggine, le risate e lo scintillio delle parole la sua delicatissima parte emotiva. Benedetto è la sua immagine gemella, un Peter Pan attratto da una donna che è un guerriero e che gli propone un rapporto in fondo rassicurante, molto simile a quello che è abituato ad avere con i compagni d’armi. Il grimaldello che incrina queste due casseforti d’amore è proprio lo stato di crisi, il momento della difficoltà in cui le maschere rassicuranti cadono e ci si trova a rischiare la caduta nel baratro . Quando le parole di Beatrice sono rese vane dalla menzogna dei malvagi e il suo senso di giustizia non trova mezzi per farsi valere, Benedetto diventa necessario, la sua virilità un valore. Solo un uomo può impugnare la spada per difendere la giustizia, ma la strada gliela insegna una donna che lo separa dal branco. E così il buffone del Principe si trasforma nel nuovo capo del palazzo, giovane, saggio e brillante.

Da zero si va a zero: i malvagi rimangono tali, chi oggi si ama si amava già ma con una coscienza diversa. In questo processo di svelamento e metamorfosi, tutti ci ritroviamo complici del tentativo di mettere a nudo, come in un gabinetto anatomico, i meccanismi del cambiamento e tutti siamo chiamati a spiare e valutare i rischi e l’eventuale bellezza dell’incontro con l’altro. Tutti, singolarmente e come corpo sociale, nascosti nella penombra del teatro, sospesi fra realtà e finzione, facciamo insieme prove di vulnerabilità. Sostenuti dalla gioia e dal coraggio e trascinati dalla musica, transitiamo dal baco alla farfalla.

 

Loredana Scaramella

Interpreti

(in ordine alfabetico)

MARGHERITA

CLAUDIO

SORBA

ERO

DON PEDRO

SECONDA GUARDIA

FRATE FRANCESCO

BORRACIO

LEONATO

ANTONIO, GIUDICE

DON JUAN

BEATRICE

CORRADO

ORSOLA

CORNIOLO, BALDASSARRE

BENEDETTO

PRIMA GUARDIA

LARA BALBO

FAUSTO CABRA

CRISTIANO CACCAMO

MIMOSA CAMPIRONI

FEDERIGO CECI

JACOPO CROVELLA

DIEGO FACCIOTTI

ALESSANDRO FEDERICO

DANIELE GRIGGIO

ROBERTO MANTOVANI

MATTEO MILANI

BARBARA MOSELLI

IVAN OLIVIERI

LOREDANA PIEDIMONTE

CARLO RAGONE

MAURO SANTOPIETRO

FEDERICO TOLARDO

 

 

Musiche eseguite dal vivo dal

Trio William Kemp

 

MAESTRO MOVIMENTI DI SCENA

Alberto Bellandi

AIUTO REGIA

Ivan Olivieri

Francesca Cioci

MUSICHE

Stefano Fresi

COSTUMI

 

Susanna Proietti

 

Otello

 

 

dal 3 al 20 settembre ore 21.00, lunedì riposo

 

regia di Marco Carniti

adattamento di Marco Carniti

Prodotto da Politeama Srl

 

 

IAGO: IL MALE AL POTERE. INFEZIONE, SEDUZIONE E POSSESSIONE DI OTELLO

 

Bianco e nero. Perché Otello è nero? Cosa significa per noi oggi il “nero ” di Otello?

Shakespeare non tocca sole le corde politiche e razziali del problema ma lo sviluppa in profondità per poter parlare dell’anima dell’uomo. Esplora nella labirinto della psicologia umana fino a farlo scoprire dentro noi stessi. La parte nera, oscura, che distrugge l’essere umano. La parte che non segue la ragione e che lascia all’intuito e all’istinto la soluzione finale. Ed è solo dando luce a questa parte oscura che oggi possiamo non essere Otello. E uccidere Iago. Solo portando alla luce il dubbio. Il proprio dubbio interiore. Si evita l’autodistruzione.

Tutti siamo Otello. Tutti siamo  neri. Il nero è in tutti noi. Tutti siamo vittime di una parte di noi stessi che ci rende vulnerabili e autodistruttivi. In ognuno di noi esiste quella parte oscura e non risolta che ci fa precipitare nel vuoto e nell’oscurità.

Basta un nulla per trasformare una roccia in polvere. Basta un nulla per mettere l’uomo di fronte al suo “dubbio”. Al sospetto.

E il “dubbio” come una coscienza parallela spacca in due l’uomo facendolo precipitare nella schizofrenia .

Non esiste l’uomo senza il dubbio. Non esiste il dubbio senza l’uomo. Un circolo vizioso che lo fa cadere nel caos. L’uomo si costruisce e si distrugge da solo. La parte animale uccide la ragione.

Otello ha un crollo d’identità. Identità politica e culturale. Otello è l’altra faccia di Amleto. “Gli uomini dovrebbero essere quello che sembrano” dice Iago, quindi non solo “essere o non essere” ma “essere quello che sei”, dentro e fuori.

Otello è una grande metafora sull’esistenza dell’uomo e della sua identità. La denuncia di una condizione di fragilità che porta alla perdita di sé e non lascia scampo .

Una tragedia moderna che esplora un dramma  intimo, familiare. Chiuso su se stesso. Una storia di violenza che si consuma tra le quattro mura di un ambiente domestico. Un dramma psicologico alla Bergman … a tinte forti. Tutti vittime di una parte di se stessi. Tutti vittime della macchina del potere che li guida.

Otello è un uomo sensibile e profondamente solo, per  cultura e per educazione militare. Una macchina militare che di fronte ai sentimenti si autodistrugge. Un uomo allo specchio che non ritrova più la sua immagine e impazzisce. Un uomo tutto gerarchie e disciplina che vive in un mondo i cui sentimenti sono messi sotto processo. E Desdemona rappresenta un desiderio di integrazione culturale e l’ incontro con una parte di sé mai vissuta. L’amore opposto alla guerra. E’ la seduzione che li unisce. È la seduzione che guida questa tragedia.

Shakespeare però è moderno nel fondere il male e il bene con l’unione intellettuale tra Otello e Iago. Otello diventa vittima e complice al tempo stesso della sua autodistruzione. Segue un percorso pianificato da lui stesso approvato. Un disegno di morte e un gioco di potere improvvisato dalla  mente di un abile politico che vuole riconquistare la sua centralità agli occhi del mondo. Jago.

Un servo del mondo che si fa esplodere. Uno schiavo che, come un perfetto ingranaggio ad orologeria, pianifica la sua ribellione politica e sociale,  incurante dell’inevitabile conseguenza che la bomba gli possa esplodere tra le mani come un moderno kamikaze. Tutti sono vittime di loro stessi e dei propri lati oscuri. E Iago, con anima chirurgica non farà altro che dilatare una frattura, un vuoto, una debolezza, già esistenti in ognuno dei personaggi della tragedia , facendoli precipitare nel caos sia sul piano politico che psicologico. Tutti diventano marionette nelle mani di Iago e a trionfare è il suo genio.

Iago è la mente dell’opera e la macchina da lui costruita il percorso obbligato per tutti i personaggi Un percorso che diventerà una trappola di morte anche per se stesso. Per questo ho voluto la scenografia dominata da una serie di cancelli e formare un lungo cunicolo,  un imbuto capovolto, un simbolico tunnel che via via restringe il campo d’azione isolando i personaggi e le singole scene come frammenti cinematografici. Un percorso obbligato per tutti dove tutti  sono condotti verso la morte

Marco Carniti

 

Interpreti

(in ordine alfabetico)

DOGE GRAZIANO

DESDEMONA

MONTANO – I SENATORE

BIANCA

BRABANZIO

OTHELLO

IAGO

LUDOVICO

CASSIO

RODERIGO

EMILIA

SIMONE BOBINI

MARIA CHIARA CENTORAMI

NICOLA CIAFFONI

ANTONELLA CIVALE

NICOLA D’ERAMO

MAURIZIO DONADONI

GIANLUIGI FOGACCI

ENRICO GIMELLI

MASSIMO NICOLINI

GIGI PALLA

CARLOTTA PROIETTI

 

SCENE

Fabiana Di Marco 

 

COSTUMI
Maria Filippi

MUSICHE ORIGINALI

David Barittoni

CONSULENTE MUSICALE

 

Adamo Lorenzetti

 

The comedy of errors

 

Dal 24 al 27 settembre ore 21.00, lunedì riposo

 

Testo in lingua originale

Regia di Chris Pickles

 

La Bedouin Shakespeare Company comunica con  grande piacere  la messa in scena di The Comedy of Errors al Silvano Toti Globe Theatre di Roma, nell’ambito della stagione 2015. Obiettivo della Compagnia è portare Shakespeare nel mondo e questa  sarà la prima rappresentazione in lingua inglese al Globe e la prima italiana della BSC. La Bedouin Shakespeare Company è stata fondata nel 2012 da due entusiasti giovani attori, Edward Andrews e Mark Brewer, sotto il patronato di S.A.R. lo Sceicco Zayed Bin Sultan Bin Khalifa Al Nahyan e S.A.R. la Sceicca Hissa Bint Sultan Bin Khalifa Al Nahyan, della Famiglia Reale di Abu Dhabi, con l’intento principale di portare i temi universali e la lingua di Shakespeare in vari paesi del mondo.

Nel 2012 e 2013 la compagnia ha effettuato tour in Medio Oriente, registrando il tutto esaurito con Amleto; quest’opera senza tempo è stata quindi rappresentata dalla BSC nel cuore di Londra.

The Comedy Of Errors promette di essere stravagante e molto divertente e incontrerà senz’altro il gusto degli spettatori italiani e stranieri.

La compagnia desidera ringraziare Gigi Proietti, Alessandro Fioroni e tutti coloro che fanno parte del Silvano Toti Globe per il loro grande impegno. La Bedouin Shakespeare Company ha da sempre ammirato le rappresentazioni  del Globe ed è ora felice di questa collaborazione che nel prossimo settembre renderà The Comedy Of Errors l’ennesimo grande successo per il teatro. Dopo l’esordio al Silvano Toti Globe Theatre, la produzione effettuerà una tournee ad Abu Dhabi, Dubai e Londra.

 

 

La mia carriera è iniziata proprio così. Trovando un pubblico e raccontandogli una storia meravigliosa. Questo tipo di iniziativa da parte di giovani artisti teatrali rappresenta il futuro ed il presente molto eccitante
Sir Mark  Rylance


Buona fortuna al pubblico ed agli attori che iniziano una nuova
emozionante avventura con Shakespeare
Sir Kenneth Branagh

 

Buona fortuna per il vostro tour con la Bedouin Shakespeare Company.
Sembra davvero un’idea brillante!
Dominic Dromgoole, Direttore Artistico Shakespeare’s Globe

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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