Mercoledì, 15 Maggio 2024
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Lo zoo di vetro e le fragilità dei rapporti familiari

Recensione dello spettacolo Lo zoo di vetro, in scena al teatro dell’Angelo dal 13 al 22 novembre 2015

Torna a Roma dopo I Blues, interpretato da Elena Sofia Ricci ed andando in scena poche settimane fa al teatro Sala Umberto, un'altra opera dello scrittore Tenneseee Williams, Lo zoo di vetro

Al teatro dell’Angelo una sala gremita attende con trepidazione l’inizio dello spettacolo. Il sipario è aperto sulla scena, che rappresenta il salotto di casa di una modesta famiglia della New York degli anni ’40. Ed ecco che nel brusio generale tutto ha inizio. Maurizio Palladino entra dal lato destro, sotto il palco, dalla porta che conduce ai camerini. Interpreta un doppio ruolo.

Da una parte si fa portavoce dell’estro e dell’anima dello scrittore Tennessee Williams (il cui nome all’anagrafe era Thomas Lanier Williams) dall’altra è Tom fratello di Laura (Elisa Silvestrin). Quest’ultima è una ragazza fragile, timida ed insicura, il cui difetto fisico, diventa per la sua famiglia e quindi per lei stessa un macigno enorme che la porterà ad allontanarsi sempre di più dal mondo esterno. Anche Tom ha seri problemi col mondo che lo circonda. Ha uno spirito avventuriero ma svolge un lavoro che non gli piace, il magazziniere, solo perché costretto a dare un reddito alla famiglia da quando suo padre lì ha abbandonati. Infine c’è Amanda (Pamela Villoresi) mater familias che tutti sovrasta con il suo ego, vera causa dei problemi di ogni membro della famiglia. 

Il nodo da sciogliere per stabilizzare tutti sta nel far uscire dalla sua gabbia di timidezza Laura in modo tale da farle trovare un marito. Solo quando suo fratello Tom, spinto dalla madre, porterà a casa per cena un suo collega di lavoro, Jim (Alberto Caramei), Laura capirà che nascondersi dietro ciò che più ama, la sua collezione di animali di vetro, a poco serve per proteggersi dal mondo circostante. 

Alla fine la platea apprezza la messa in scena e lo dimostra con applausi convinti. Si tratta di uno spettacolo che affronta tematiche già viste e perché no riviste, ma che con la sua fluidità e semplicità riesce a tenere viva l’attenzione dello spettatore. Merito anche dell’interpretazione degli attori. Da Pamela Villoresi, il suo è un personaggio così estroverso che diventa in talune situazioni difficile da maneggiare, a Elisa Silvestrin che appoggiata su quel divano diventa per buona parte dello spettacolo uno dei fragili animali del suo zoo. Maurizio Palladino entra a tal punto nel suo personaggio da farci venir voglia di accompagnarlo, una sera di queste, al tanto agognato “cinematografo”. L’uso di immagini e frasi proiettate sulle pareti, che vanno a dividere lo spettacolo nei suoi vari capitoli, invece, non ci convince del tutto.

Abbiamo visto questo spettacolo all’indomani della strage di Parigi, per questo motivo apprezziamo e condividiamo il pensiero che Giuseppe Argirò, regista della pièce, ha voluto esternare alla fine dello spettacolo: “Combattiamo il terrorismo con la cultura!”

#andiamoateatro

 

Enrico Ferdinandi

15 novembre 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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