Domenica, 19 Maggio 2024
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Il mito rivisitato: le Troiane

Recensione de Le Troiane, al teatro Arcobaleno dal 28 novembre al 13 dicembre 2015

Un nuovo lavoro firmato Giuseppe Argirò. Il celebre regista italiano questa volta si cimenta con una delle colonne portanti della tragedia e del mythos. Al Teatro Arcobaleno, va in scena Le Troiane di Seneca.
Il mito di una delle tragedie più intense del panorama letterario e teatrale si perde nel tempo, per primo Euripide si ricollegò alle vicende di Troia caduta narrando le conseguenze della leggendaria guerra fra troiani e greci e la sorte delle donne della città di Ilio. Rappresentata per la prima volta nel 415 a.C, la storia continua ad esercitare il suo potente fascino, Seneca nel mondo latino riprese il dramma e da lì in avanti fu un susseguirsi di rappresentazioni, alcune più famose di altre, altre meno conosciute ma altrettanto valide, tutte che riprendono in mano, rispolverano e interpretano la vicenda delle Troiane. Giuseppe Argirò, valido regista del panorama teatrale italiano, si immedesima anche lui nell’inscenare questo capolavoro, partendo dal testo senechiano e adattandolo alla scena con qualche interpretazione personale.

Sono le ultime ore di Troia in fiamme, e alla guerra sono sopravvissute le principesse troiane e la regina Ecuba, che attendono di essere spartite come bottino tra i vincitori della guerra, quindi fra i vari capi greci. La versione della storia vede confrontarsi vinti e vincitori, anche se l’attenzione viene posta su i vinti che restano i protagonisti della vicenda, come ricorda lo stesso Argirò: “Le donne troiane, testimoni di un eccidio etnico e culturale, simboleggiano la parte più vulnerabile della società” e vengono poste all’interno di un ambiente semplice e privo di qualsiasi scenografia. Sul fondale si proiettano le immagini di onde in movimento, quelle stesse maree che porteranno le navi dirette in Grecia e con esse le donne di Troia che subiranno oltre al lutto l’abbandono del suolo natio. Un ostile destino che viene anticipato da quei capi greci che Argirò presenta in veste di guardie.

Questi discutono fra di loro i piani per ritornare in patria, portano notizia a queste tre donne sulla scena che vestono più ruoli, abbiamo Ecuba e Andromaca, Elena di Troia e Polissena, tutte vittime dello stesso destino. La trama dei fatti e il suo svolgimento prosegue a tratti lenta e descrittiva, rischiosa di scivolare in una piatta azione, compromettendo il passato glorioso di un’opera piena di pathos anche nella sua fissità scenica. Vi sono poi momenti di ripresa e meglio gestiti, ad esempio la toccante scena della fine che spetterà ad Astianatte. Un’Andromaca che tenterà di preservare il figlio da un amara sorte, dovrà infine rassegnarsi a veder portato via quel suo bambino, figlio di Ettore, reputato causa sicura di vendetta futura. La scena riporta il testo che cita integralmente la struggente vicenda del bambino che viene lasciato cadere dalle mura.

I dettagli cruenti, il dolore dietro il loro racconto e il lamento della madre sono di una liricità così struggente che già solo le parole creano, senza l’ausilio di mediatore alcuno, un intenso momento teatrale. Seneca poi amplifica la narrazione dei particolari euripidei, rappresentando con maggior decisione l’orrore della guerra. Dietro tutta la vicenda sosta un moderno messaggio che la tragedia costantemente propone: “Troia potrebbe essere oggi qualsiasi città del Medio Oriente”. Sorprende, però, come il regista dell’acclamato Menecmi e dell’immedesimato spettacolo L’infinito Giacomo non abbia trasmesso appieno un prezioso patrimonio, e come attori, palesemente esperti e impegnati, arrancavano in una rappresentazione che accennava impatto e vigore per poi indebolirsi anziché esplodere. Un limite che per l’assodato talento artistico probabilmente ci farà ricredere nella prossima sfida teatrale che verrà proposta. Noi restiamo fiduciosi.


Erika Cofone

5 dicembre 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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