Sabato, 20 Aprile 2024
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"Aspettando Godot": Maurizio Scaparro vince la sfida contro Beckett

Recensione dello spettacolo Aspettando Godot in scena al Teatro Parioli Peppino De Filippo dal 14 al 24 Gennaio 2016

Difficile parlare di "Aspettando Godot" e ancora più difficile è rendere sulla scena uno spettacolo acclamato e amato dal pubblico di tutto il mondo e che ha reso la meritata fama al suo autore, Samuel Beckett.

 

Non si conosce l'identità di Godot nè si sa per quale motivo Vladimiro ed Estragone lo aspettino e siano tanto convinti che, quando arriverà, cambierà le loro vite, intanto entrambi perseverano nel volerlo aspettare. E continuano ad attendere il loro misterioso Godot, la cui presenza in scena sembra quasi tangibile sebbene, per tutto il tempo dello spettacolo, Godot non rimanga che un mero nome, pronunciato quasi di continuo da Vladimiro. Dei due, infatti, è proprio quest'ultimo quello che conserva intatta la speranza e l'aspettativa di vederlo comparire da un giorno dall'altro, anzi, da un momento all'altro. Godot, però, non arriva. Piuttosto manda un ragazzo, quale suo emissario, ad avvisare Didi e Gogo che non farà in tempo a raggiungerli. E ancora l'attesa e l'aspettativa sono irrimediabilmente e inevitabilmente rimandate. Niente e tutto accade dentro e fuori la scena magistralmente descritta da Beckett: i due protagonisti attendono, nell'attesa incontrano e fanno la conoscenza di Pozzo e Lucky, due singolari individui, un proprietario terriero e il suo servitore dai barlumi d'ingegno raro, e di nuovo tornano ad attendere Godot. 

Diventato una pietra miliare del teatro del '900, "Aspettando Godot" è uno spettacolo non facile e nemmeno difficile da portare a teatro perché si apre a molte riflessioni e i suoi personaggi non restano chiusi a un'unica interpretazione. Trattandosi, però, di un testo diventato classico, la bravura di regista e attori che vogliano mettere in scena Beckett consiste proprio nel non rendere piatti i protagonisti e nel coinvolgere il pubblico. Nello spettacolo di Scaparro, che ha saputo rispettare tempi e modi del testo, si ritrova l'essenza del Godot originario: allo spettatore è dato il tempo di affezionarsi a Vladimiro ed Estragone, due bravissimi Luciano Virgilio e Antonio Salines, di provare sconforto insieme a loro per l'assenza di Godot e di ridere anche amaramente insieme a loro e a Pozzo e Lucky, due impareggiabili Edoardo Siravo ed Enrico Bonavera. Le azioni, o non azioni in questo caso, dei personaggi sembrano occupare non solo il tempo diegetico del racconto, ma anche quello extradiegetico: il pubblico è, infatti, empaticamente impegnato insieme a loro nell'attesa di vedere, e conoscere finalmente, Godot, pur sapendo che questo misterioso personaggio mai si paleserà.

Simbolo della condizione dell' uomo del 900, "Aspettando Godot" nella semplicità ed essenzialità del suo testo, non vuole far altro che sottolineare lo stato meschino e miserevole dell'essere umano che, per natura, è sempre in attesa di qualcosa, di meglio o di peggio, che cambierà il corso della propria vita. Godot, quindi, sembrerebbe rappresentare l'attesa delle attese, quella dopo la quale ci si aspetta la svolta decisiva: per questo, dal momento in cui si viene al mondo, si è inevitabilmente condannati a essere in attesa dell'arrivo del proprio "Godot", il cui ruolo è quello, probabilmente, di salvare e di innalzare l'essere umano da tale condizione di dolorosa attesa che lo caratterizza.   

 

Diana Della Mura

22 gennaio 2016

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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