Martedì, 14 Maggio 2024
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Allo Spazio Diamante “Operazione” riuscita

Recensione dello spettacolo L’operazione, spettacolo in scena allo Spazio Diamante di Roma dal 21 febbraio al 3 marzo 2019

 

Quattro attori decidono di rivendicare il valore del proprio mestiere mettendo in scena le vicende degli anni di piombo dell’Italia. La preparazione alle prove faranno emergere le difficoltà che nella vita gli attori hanno dovuto affrontare per fare il lavoro scelto; il lavoro dell’attore. Tra le crisi esistenziali personali e professionali che gli attori vivono e mescolano tra di loro, pensano che la loro svolta professionale possa dipendere solo dalla recensione del critico teatrale più affermato. In questa dinamica i personaggi che interpretano i brigatisti all’interno della storia, sono un’ispirazione per la compagnia che sta preparando lo spettacolo al tal punto da organizzare un rapimento di notte ai danni del celebre critico, che non si è mai presentato a nessuna replica seppure molteplicemente invitato.

Quest’ultimo preso in ostaggio sarà costretto a vedere lo spettacolo per scrivere la recensione tanto attesa dalla compagnia, che crede sia il punto di svolta per il loro successo. Sia quando gli  attori interpretano i personaggi dello spettacolo che vediamo che quando interpretano i personaggi dei brigatisti dello spettacolo che stanno preparando, emerge una profonda riflessione sul potere, su come esso possa determinare la sorte degli individui indipendentemente dai valori democratici o di meritocrazia, che sembrano messi sempre più in secondo piano anziché essere pilastri della struttura sociale.  

Rosario Lisma autore e regista dell’opera rimette in scena uno spettacolo che ha l’età di dieci anni e distanza di tempo, anche se non ne siamo testimoni il testo presenta in chiave autentica e contemporanea una riflessione sulla società italiana attuale. Si mette in luce un passato mai trascorso e lo si compara ad un presente che sembra aver superato i propri padri, ma in realtà anche se sotto forme diverse è costituito su grandi fragilità, che hanno  determinato l’ultimo cinquantennio italiano.

La bravura degli attori, e il corpo robusto della drammaturgia sono in grado di non rendere pesanti queste tematiche al pubblico, anzi il filo conduttore portato avanti dal senso anche comico dello spettacolo contribuisce a proporre riflessioni agli spettatori e versare una leggerezza che non è sinonimo di superficialità; anzi tale leggerezza diviene un modo per comprendere ancora meglio gli stati esistenziali in cui sono coinvolti sia il cittadino che gli attori che dovranno interpretare i personaggi all’interno della storia. 

Di conseguenza il pubblico viene messo a proprio agio, entrando in empatia con gli attori. I ruoli attoriali dell’autore, di Fabrizio Lombardo, Andrea Narsi  e Alessio Piazza, che costituiscono l’operare dello spettacolo, oscillano in perfetto equilibrio tra un gioco impegnato e goliardico, che rende lo spettacolo come un ‘intermittenza dove la luce è la vivacità contribuiscono a rendere lo spettacolo gioioso. Mentre I momenti che caratterizzano l’assenza di luce, risultano essere la consapevolezza di quanto le questioni oscure sia culturali, sia sociali che di stato siano spaventose. L’attesa di voler rivedere riapparire la luce è il desiderio di non dimenticare il passato e affrontare il presente con leggerezza che abbia un valore costruttivo. 

 Il rischio che si corre è quello che potrebbe essere uno spettacolo già visto, sono introdotte parentesi comiche, che sembrano essere ricami di tessuti delle forme di teatro contemporaneo, dove attori e spettatori accolgono all’interno dell’opera uno stile inaspettato per quello che lascia intendere questo tipo di spettacolo, senza sentirne le differenze. In questo senso la drammaturgia e il lavoro dell’attore sono meritevoli di creare uno spettacolo univoco, dove il termine teatro attraverso il lavoro compiuto presenta differenziazione di stili, ma invita  a pensare a quest’arte come un’unica onda; riflessione che forse vuole farsi metafora sul significato che il senso della polis rappresenti all’interno dello spettacolo. 

La drammaturgia e la regia pongono l’accento su uno spettacolo sentimentale ma che non è imperniato di sentimentalismo. L’aspetto del sentimento è visto nell’abbandono che gli attori concedono allo spettacolo manifestando attraverso i propri personaggi la passione verso il proprio lavoro, il loro atteggiamento di devozione è capace di portare il senso dello spettacolo anche al di fuori, coinvolgendo lo spettatore e mettendolo in connessione non solo con quando accade all’interno del teatro, ma soprattutto lo spettatore è messo in connessione attraverso lo spettacolo con quello che accade fuori dal teatro, nella vita di tutti i giorni, rapportandosi alle dinamiche politiche e culturali della propria esistenza.  

 

Emiliano De Magistris

23 febbraio 2019

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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