Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il teatro Vascello mette sul web le riprese de Il gabbiano di Anton Cechov, regia di Giancarlo Nanni

Sul sito del Teatro Vascello è possibile assistere allo spettacolo che ha meglio rappresentato la produzione della Cooperativa La Fabbrica dell'attore: Il gabbiano di Anton Cechov, nell'allestimento voluto da Giancarlo Nanni e andato per la prima volta in scena nel 1998 (potete vederlo a questo link: https://www.teatrovascello.it/#popmake-2369)

Il regista fu fondatore della Cooperativa assieme alla compagna di vita e d’arte Manuela Kustermann, con cui prese in carico il Teatro di Monteverde Vecchio, risollevandone le sorti fino all'investitura governativa di Teatro studio di innovazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel 2018 Kustermann ripropose quella messa in scena, per celebrare i vent'anni da quel fortunato debutto, ma soprattutto per onorare la memoria di Nanni intanto scomparso.

Ero presente a quella prima del 2018. Ne riportai il mio breve commento nella recensione pubblicata da La Platea (potete leggerla qui: https://www.laplatea.it/teatro/spettacoli/1796-candide-in-scena-al-teatro-argentina-dal-27-febbraio-al-13-marzo-2016). Nessuno quella sera, e anche la notte successiva nel peggiore degli incubi, avrebbe potuto immaginare la situazione attuale. Il teatro interrotto. Neanche la guerra era riuscita a tanto. Una sospensione che nella sua unicità ben rappresenta la portata degli eventi attuali.Fa quindi un effetto particolare rivedere queste riprese e pensare di essere stato lì accanto a quella telecamera, che riprendeva ciò che era destinato agli occhi, alle orecchie, al cuore. Ma tant'è.

Il teatro in video oggi è un archivio prezioso per la memoria. Ma non vorremmo che fosse un sacrario. Non l'avrebbe voluto Giancarlo Nanni, innovatore la cui vita artistica fu condotta all'insegna della continua sperimentazione. Lui che cercava un punto di incontro fra le arti figurative, di cui era stato valido esponente, ed il teatro, la passione che lo travolse, avrebbe pensato, scosso da nuovi stimoli, a ricostruire ponti tra gli attori e un pubblico che le circostanze hanno posto a chilometri di distanza. Chissà, forse avrebbe dipinto con le telecamere, creando sullo schermo nuove modalità di espressione.

Che queste riprese, dedicate all'opera di un precursore, possano quindi essere non semplici testimoni di un ricordo sbiadito, ma una rampa di lancio per nuove idee, cui un flagello paradossalmente ha fatto da detonatore.

Il titolo di quell’articoletto di 2 anni or sono, “Un gabbiano che torna a volare” alludeva alla nuova linfa che il vecchio spettacolo aveva ricevuto dalla performance della giovane attrice chiamata ad interpretare Nina. Perché così succede, il teatro è sempre vissuto in una continua palingenesi. Oggi, per pura casualità, nel momento della prova più dura, diventa un augurio. E allora, che il Gabbiano torni a volare.

 

Valter Chiappa

27 aprile 2020

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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