Venerdì, 26 Aprile 2024
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Todi Festival 2020: The darkest night, regia di Davide Sacco. Il passato che non si dimentica

Recensione dello spettacolo The darkest night, di Davide Sacco, in scena al Todi Festival 2020 al Teatro Comunale di Todi il 5 settembre 2020.

 

I danni subiti nel passato e i loro artefici non si dimenticano ma trafiggono gli anni condizionando il presente. Soltanto la vendetta può illuderci di risanare ciò che non si può cicatrizzare. 

In una tarda serata di un venerdì piovoso, un giornalista di una piccola testata entra nell’austero ufficio della ruvida e detestabile imprenditrice di una fabbrica di armi, per un’intervista concordata. Rapidamente i ruoli tendono a ribaltarsi e, nonostante le resistenze del giornalista, sarà la donna a voler indagare sulla vita di quest’ultimo fino a provocarlo con domande e confessioni deliranti, che sfoceranno in una richiesta forte, fortissima che oltrepassa la pazzia e tradisce disperazione. Saranno tali atteggiamenti dell’imprenditrice a destabilizzare l’artefatta immagine che il giornalista ha di se stesso, ridotta ormai ad una maschera troppo piccola per nascondersi. Egli infatti ribadisce con forza di essere una brava persona: ma il suo urlo è solo un estremo e disperato tentativo di autoconvinzione per allontanare una realtà che ora non può più disconoscere.

Sotto un ipocrita involucro, infatti, anche lui fa parte di quella che chiama “feccia” di umanità disposta a tutto, anche ad uccidere: basta accordarsi sul prezzo. Quella notte sarà la prima occasione per il giornalista di essere libero. Una libertà sgorgata dall’essersi dato il permesso di contattattare la profondità del suo animo ed accettarne le aberrità che più contatta, più diviene gustoso urlarle e ribadirle. Dal gridare la propria purezza si passa rapidamente all’urlare il proprio schifo, come un atto liberatorio che nasce dal profondo. Ma dalle stesse tenebre emergono anche certe ferite sanguinanti nell’animo della donna che aspettano solo il loro artefice per sanare i conti. 

La drammaturgia di Davide Sacco raggiunge e racconta le contraddizioni dell’umano agire, spesso troppo orientato a salvare la maschera... perdendo la faccia. Sacco, estremizzando il concetto, sembra sollecitarci a ricontattare le nostre imperfezioni riconoscendole come parte di noi, affinchè il non dicibile sia sempre meno affollato ed ipocrita. Non priva di rallentamenti e soluzioni migliorabili, la stesura rimane adeguatamente convincente e credibile nel raccontare i risvolti più scorbutici dell’animo umano. Apprezzabile l’intervento registico da parte dello stesso Davide Sacco nel definire i tratti caratteriali dei due protagonisti solo apparentemente provenienti da mondi diversi ma uniti dalla stessa imperfetta natura. Discutibile invece l’incipit che rasenta la stereotipia con la riproposizione della notte buia e uggiosa. Di buon livello l’interpretazione di Maria Pia Calzone e Francesco Montanari: quest’ultimo particolarmente espressivo nei passaggi narrativi più densi, inerenti la presa di consapevolezza da parte del suo personaggio. Maria Pia Calzone, pur rischiando il monocromatismo in alcuni passaggi interlocutori, trova la propria pienezza espressiva nelle numerose parti “alte” della scrittura, rimandando efficacemente l’ambiguità ed il dramma del suo personaggio. Il credibile allestimento scenografico di Luigi Sacco, raffigurante il tetro e austero ufficio dell’imprenditrice, dialogando armoniosamente con il progetto luci di Francesco Barbera, contribuisce efficacemente a restituire un’atmosfera ambigua, tesa e precaria che percorre tutta la rappresentazione.

Il numeroso pubblico applaude convinto una pièce di buona fattura. 

 

Simone Marcari

8 settembre 2020

 

Informazioni

Drammaturgia e Regia: Davide Sacco

Con:

Maria Pia Calzone

Francesco Montanari

Scene: Luigi Sacco

Luci: Francesco Barbera

Organizzazione: Ilaria Ceci

Produzione: LVF, Todi Festival

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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