Venerdì, 29 Marzo 2024
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Promenade de santè all’Ambra Jovinelli: diario intimo della coppia Timi-Mascino sulle nevrosi d’amore

Recensione dello spettacolo Promenade de santè - Passeggiata di salute di Nicolas Bedos, in scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 17 al 28 maggio 2023

Promenade de santè, dalla drammaturgia di Nicolas Bedos, con la regia di Giuseppe Piccioni, in scena al Teatro Ambra Jovinelli, è la cronaca di una nevrosi d’amore, dell’eros che esplode, di una salvezza e comunque di un movimento.  

Lei ballerina, schizofrenica che si immedesima nei personaggi che interpreta nel tentativo di volare in altre identità; lui alcolista, bipolare e narcisista, si incontrano su una panchina della clinica psichiatrica in cui sono ricoverati, si piacciono dal primo momento e quell’attrazione divamperà in un vortice che li condurrà verso un amore capace di mettere a nudo le loro fragilità, in cui trovano spazio confessioni, paure, litigi e allucinazioni, ma sempre nell’accettazione dell’altro “perché non si guarisce mai da se stessi”. Entrambi bulimici d’amore, ne conoscono la spinta al “consumo” e per questo inizialmente non si fidano l’uno dell’altra. Lui ne fa un uso ossessivo; lei è una ninfomane con una giostra di sintomi da innamoramento sempre in movimento. 

La chimica tra Filippo Timi e Lucia Mascino è indiscutibilmente uno dei punti di forza dello spettacolo. Filippo Timi è brillante nell’interpretazione del suo personaggio, un uomo complesso che tenta di combattere le sue molteplici dipendenze, facendole danzare con disinvoltura tra passaggi di potente drammaticità e momenti di pungente ironia. Lucia Mascino è intensa, si dona completamente, con una prova attoriale che raggiunge una profondità tangibile fra tormenti esistenziali e nuove consapevolezze.

Il regista Giuseppe Piccioni, che passa per la prima volta dal cinema al teatro, trasferisce tutta la sua esperienza dietro la macchina da presa, movimentando continuamente la scena con proiezioni video. Una commedia romantica che disorienta lo spettatore, il quale in alcuni momenti non riuscirà più a scindere il vero dal falso. Dice: “Non volevamo fare semplicemente uno spettacolo. C’era l’urgenza e la responsabilità di tornare a fare qualcosa […] in modo non rituale, di assecondare quella nuova energia e di trasferirla sulla scena”. 

La scenografia di Lucio Diana, caratterizzata dall’impeccabile fusione di elementi video e teatrali, crea un ambiente coerente e composito, in cui le parole pronunciate vengono prima meditate, analizzate e messe in discussione. Inoltre, la decisione di mantenere la scena in continuo movimento attraverso le proiezioni offre una sensazione di evoluzione e cambiamento, che rispecchia le metamorfosi interne dei personaggi. Questo approccio legato alle luci di scena crea, inoltre, una potente dicotomia tra il mondo onirico e quello reale, mostrando un costante gioco di equilibrio tra lucidità sognante e realtà alterata, anticipando così il finale del dramma. Le musiche originali di Valerio Camporini Faggioni sottolineano con efficacia la complessità del sentimento amoroso, brani dei Beatles amati dalla protagonista nei quali si immerge con il corpo, con il movimento dei capelli, diventando un tutt’uno. Una menzione meritano i costumi di Stefania Cempini che contribuiscono alla fluidità dell’insieme.

Piccioni ha colto molto bene l’occasione di raccontare l’amore e le fragilità che lo animano, restituendo una pièce coinvolgente, capace di empatizzare con il pubblico, il quale ha la possibilità di scrutare quelle verità scomode che abitano nelle case delle nostre dinamiche relazionali, che spesso scegliamo di nascondere dietro porte chiuse a chiave. Va al di là dei luoghi affrontando il tema dell’eros e dell’amore nella malattia mentale, che esiste, anche se spesso viene negato, e attraverso il bisogno d’amore, ci racconta un desiderio di vita che non ci rende diversi.

Si avverte, forte, nello spettacolo il senso di attesa che non si abbandona alla rassegnazione, ma riflette su ciò che è accaduto, ponendosi interrogativi sui perché e scelgono poi di incamminarsi verso la strada delle possibilità offerte dal cambiamento. Questa riflessione sembra diramarsi nello spettacolo e trova il suo compimento nell’epilogo, dove i due protagonisti si abbandonano in un lungo e appassionato abbraccio liberatorio e catartico. Perché tutti, quello che cerchiamo in amore è, in fondo, essere accettati esattamente per come siamo.

 

Alessandra Perrone Fodaro

20 maggio 2023

 

Informazioni

Teatro Ambra Jovinelli

PROMENADE DE SANTÈ – PASSEGGIATA DI SALUTE
di Nicolas Bedos (traduzione di Monica Capuani)
Con Filippo Timi e Lucia Mascino
Regia Giuseppe Piccioni
Scene e luci Lucio Diana
Costumi Stefania Cempini
Musiche originali Valerio Camporini Faggioni

In collaborazione con Marche Teatro

In scena dal 17 al 28 maggio 2023

 

 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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