Martedì, 23 Aprile 2024
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“Chi m'ha vista” al Teatro de' Servi: Il diritto di scomparire

Recensione dello spettacolo Chi m'ha vista, scritto, diretto e interpretato da Cinzia Berni e Francesca Nunzi. In scena al Teatro de' Servi dal 23 maggio 2023 al 4 giugno 2023

 

Non sempre è così immediato e facile intercettare le intenzioni e le volontà altrui.   Forse, troppo spesso abituati a prendere come modello il nostro sentire come unico parametro, sistematicamente manchiamo di avere uno sguardo reale sull'altro da noi. Analogamente, format televisivi ideati con finalità di sostegno potrebbero risultare delle scomode forme di aiuto non richiesto. È il caso della trasmissione “Chi m'ha vista”, la cui anima sociale può risultare oltremodo intrusiva agli occhi di chi non ha alcun interesse a farsi trovare o a ricercare familiari scomparsi. A rendere “liquida” e dai confini sfumati la trasmissione, gli ospiti in studio: improbabili personaggi femminili mossi da un duplice desiderio: quello di comparire a tutti i costi in TV o quello di scomparire per sempre dagli occhi del mondo, maledicendo la conduttrice Mosciarelli, rea di averli rintracciati. La stessa sembra perdere ben presto l'identità del proprio ruolo, assecondando quasi inconsapevolmente i capricci degli ospiti, contribuendo così a snaturare lo spirito della trasmissione. “Chi m'ha vista”, parodia del format televisivo “Chi l'ha visto”, sembra infatti essere nella nomenclatura anche una domanda che la Mosciarelli, predata da smarrimento e sgomento, rivolge a se stessa.

Di alto livello l'interpretazione di Cinzia Berni, credibile nel ruolo della conduttrice, sia per la spontaneità con cui porta il corpo in scena, sia nel modo di porgere la parola. Decisamente apprezzabili le numerose performance di Francesca Nunzi nell' incarnare molteplici personaggi ospiti della trasmissione, caricaturizzandoli nelle loro ossessioni e nevrosi. 

L'indiscutibile e riuscita prova attoriale delle due attrici sembra essere, tuttavia, parzialmente compressa e imbrigliata da una intelaiatura narrativa ridondante. La buona ritmica recitativa e le divertenti battute, che hanno speziato una parte della messa in scena, hanno perso inevitabilmente energia dentro un unico registro narrativo. Questo, imperniato attorno al contrasto tra personaggi “sgranati" e la sobria eleganza della conduttrice, si risolve, di fatto, in un lungo sketch. Da un punto di vista registico sembra essere mancata, quindi, una visione dall'alto che, prestando attenzione ai campanelli d'allarme, in termini di calo di energia, tutelasse l’ indiscutibile bontà della scrittura e della linea di sviluppo, contenenendone il protrarsi oltremodo delle stesse o proponendo varianti. Essere anche le autrici e soprattutto registe dello spettacolo sembra non avere aiutato le due attrici ad astrarsi da se stesse e ad avere uno sguardo altro che contemplasse anche il sentire dello spettatore. 

Impreziosito da un'apprezzabile accuratezza di scene e costumi, lo spettacolo è sostanzialmente riuscito, come dimostra la nutrita presenza di spettatori. Tuttavia, si è fortemente avvertita nelle due attrici la mancanza di un canale aperto con se stesse e con il pubblico, dalle cui vibrazioni sarebbe stato possibile autoregolarsi. 

 

Simone Marcari

28 maggio 2023

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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