Venerdì, 17 Maggio 2024
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Gassman riprende Kafka per raccontare le libertà dimenticate dell’essere umano

Recensione dello spettacolo Racconti disumani in scena al Teatro Quirino di Roma dal 30 gennaio al 4 febbraio 2024 

 

Si presenta come un lavoro sofisticato, accurato e tragicamente attuale questo spettacolo diretto da Alessandro Gassman che vede come unico protagonista un incredibile Giorgio Pasotti. 

Il sipario si apre su una scena essenziale e funzionale ai due racconti scelti dal regista, cioè “Una relazione accademica” e “La tana”: nel primo Pasotti gioca, gira intorno, scende e sale da una sedia vestito di tutto punto e, nonostante un tono di voce profondo e obliquo, è facile accorgersi che, dietro un atteggiamento e un aspetto umani, il suo personaggio è quello di una scimmia. Si cambia completamente registro nel secondo racconto: Pasotti diventa ansiogeno, nevrotico e iperattivo nei panni di una talpa impegnata nella cura e difesa ossessiva della sua tana. 

Ad aiutare nella comprensione dei due differenti tipi di personaggi sono anche le luci: il lavoro di Marco Palmieri si rivela davvero peculiare, puntuale e attento a disvelare le sfumature di carattere della scimmia umanizzata così come a far entrare lo spettatore nei cunicoli della talpa. Inoltre, notevole è stata anche l’impresa compiuta da Emanuele Maria Basso di adattare i due racconti al palcoscenico senza perderne l’anima e il significato e presentarli al pubblico in chiave odierna.

Contribuiscono a una maggiore immersione nel mondo kafkiano anche le videografie di Marco Schiavoni e le scene studiate dallo stesso Gassman, mentre le musiche di Pivo e Aldo De Scalzi coinvolgono la platea e permettono di percepire una maggiore intimità delle storie raccontate. 

Grazie a questo unico mix di elementi posti in relazione tra loro in un sapiente e preciso equilibrio, si assiste alla prova d’attore di Giorgio Pasotti. È lui a brillare ininterrottamente per un’ora e venti sul palco del Teatro Quirino, e lo fa come pochi. 

Chi lo conosce come interprete di fiction e cinema va avvisato: il Pasotti di Racconti disumani fa restare a bocca aperta. Dai primi minuti si impone con la sua fisicità e la sua personalità e si resta attoniti da questo raro animale da palcoscenico: è l’Attore – volutamente con la A maiuscola – che questa pièce di rara profondità e di vera bellezza merita. E si capisce che la scelta di Gassman non è stata casuale. 

Dietro la prova attoriale di Pasotti si ravvisa il leggero e dolce tocco registico di Gassman stesso: il ritmo dell’azione è ben scandito, calibrato e strutturato e vi si riconosce l’impegno profuso nel rendere lo spettacolo un progetto intimo e di ricerca personale.

Un classico come Kafka, d’altronde, è tale perché riesce a essere sempre incisivo e attuale in tutte le epoche, e Gassman ha un “brutto vizio” di suo, cioè quello di portare a teatro sempre spettacoli molto forti, densi di significato e penetranti, atti a innescare nello spettatore una fatica mentale a cui oggi sembra essere diventato refrattario, ovvero una riflessione profonda e disarmante sull’essere umano. 

Durante la messinscena, il pensiero vola inesorabilmente ai due anni di pandemia così come alla condizione di molti esseri umani nel mondo che hanno dimenticato cosa significa essere realmente liberi. La libertà può essere vissuta come una via di fuga da una realtà che non si avverte come propria? La scimmia imita l’uomo per fuggire dalla gabbia e conquistare una sua libertà ma resta pur sempre assoggettata alle regole degli uomini: è questa una reale libertà? La talpa è libera di godersi gli ampi spazi della sua tana finché non si sente minacciata da esseri invisibili che la insediano. È questa la libertà? Si può, quindi, a ben ragione parlare di libertà dis-umane, quelle volatili e immaginarie dell’uomo odierno che deve muoversi entro certi schemi dettati dalla società, ugualmente ingabbiato da regole e sistemi che non osa travalicare. È pur vero che, rispetto a tanti esseri umani, oggi la maggior parte può a ben diritto sentirsi libera, ma fino a che punto? 

 

Diana Della Mura

1 febbraio 2024

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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