Recensione dello Spettacolo “Racconti di strada: s.f.d. ovvero senza fissa dimora”, in scena al Cantiere Teatrale di Roma dal 15 al 17 marzo 2024
Luisa ha due figli, Clara e Saled, avuti da due relazioni amorose, entrambe senza lieto fine. Caduta in disgrazia alla separazione dall'ultimo uomo, è costretta a vivere di espedienti, per strada, perdendo la custodia dei figli. Negli anni, Luisa riscatta la sua posizione e crea l’associazione Angeli della Strada, di cui diventa Presidente, dimostrando l'importanza di costruirsi un'indipendenza economico-finanziaria, ma anche di liberarsi dalla dipendenza sentimentale e psicologica. Incontra spesso Clara e una volta al mese raggiunge l'altro figlio in Tunisia. In un altro mondo e in un altro tempo, altri due fratelli subiscono sin dall'infanzia la violenza del padre e la cattiveria della madre, crescendo con l'impronta di un pugno che buca la vita più che lo stomaco. Il fratello più grande eredita dalla madre la cattiveria e, alla morte dei genitori, fa di tutto per espropriare la sorella della casa in cui sono cresciuti, unico bene immobile e garanzia di una stabilità economica.
Così, dopo essere stata spogliata di ogni avere, vive reietta nel buio della metropolitana, senza tuttavia mai rinunciare alla luce delle sue canzoni, al colore di un concerto che performa, in assolo, ogni giorno in cerca di vitalità e speranza. Un’altra donna, svestita degli stracci di una volta e con indosso un nuovo abito, nell’ombra della notte illuminata da un lampione si racconta a una panchina, dapprima gelido giaciglio e ora accogliente amica e confidente silenziosa che, ricordo di un tempo feroce ormai lontano, torna a trovare per presentarle i suoi successi, con orgoglio e coraggio e un barlume di amara nostalgia. Rajid, invece, non prova nessuna tristezza al pensiero di essere stato strappato, ma salvato, dalla cruda realtà del marciapiede.
Vive all’Asinara ormai, isolato e prigioniero in una cornice di indiscussa bellezza, acque cristalline dal sapore purificante di salsedine invase da una folla indefessa di scatti e sorrisi plastici, indifferenti alla vita che si consuma appena di fronte, a meno di un miglio. In prigione Rajid si sente al sicuro e, nonostante tutto, non si dispera ma sorride a una vita che credeva beffarda e verso la quale è ora quasi riconoscente. Con lo stesso spirito, due amiche si incontrano sulla stessa panchina accesa dallo stesso lampione e, in un gioco di botta e risposta, a volte complici a volte nemiche, si salutano per tornare ognuna a consumare la propria quotidianità, per strada o a guardare la tv nella roulotte di un’altra amica. Infine, Taddeo, detto Asterix, che trasporta zavorra nella sua Opel Verde, e Gregorio dagli occhi malati di troppa luce – “due chiodi al posto dello sguardo” - chiudono l’elenco delle storie di un’umanità varia, troppo spesso vittima di distorsioni sociali e abusi, alle quali, nella sala intitolata a Remo Remotti presso il Cantiere teatrale, Bianca Maria Castelli dà voce, portando in scena lo spettacolo “Racconti di strada: s.f.d. ovvero senza fissa dimora”. Interpretando i testi poetici e le musiche di Alessandro Contadini, con la partecipazione degli Acoustic Lane come co-protagonisti, Claudio Bevilacqua ed Enrico Mossena alla chitarra e Roberto Capaci alle percussioni e carillon, l’attrice si mette a disposizione delle storie che racconta per suscitare nel pubblico uno scuotimento interiore, un pensiero sociale, una morsa ma anche una sensazione e una prospettiva di fiducia. Bianca Maria Castelli recita e canta per circa sessanta minuti senza interruzioni, calandosi nei panni dei suoi personaggi con pathos, soprattutto nelle parti cantate, evidentemente più sentite.
In alcuni momenti, tuttavia, lo struggimento e la disperazione di realtà tanto complicate e complesse come quelle vissute da una persona senza fissa dimora, così potenti che sembrano quasi prender forma sotto i polpastrelli di una mano, risultano invece impalpabili, sospesi sotto una patina superficiale che, non indagando in profondità, rischia di banalizzare un intento altresì nobile. L’originalità della proposta e la consistenza dei testi, che meritano una rilettura, equilibrano tuttavia eventuali sbavature, rendendo in fin dei conti lo spettacolo un momento di riflessione sui bivi della vita, sulla fragilità dell’esistenza umana e sull’importanza di poter contare sul sostegno di una solida rete sociale.
Francesca Sposaro
21 marzo 2024
informazioni
RACCONTI DI STRADA: S.F.D OVVERO SENZA FISSA DIMORA
Con BIANCA MARIA CASTELLI
e la partecipazione di PAOLA ALVIANO GLAVIANO
regia: BIANCA MARIA CASTELLI
stralci poetici di ALESSANDRO CONTADINI
musiche di ACOUSTIC LANE e ALESSANDRO CONTADINI
disegno luci: GIOVANNI NARDONI
realizzazione grafica: CLAUDIO BEVILACQUA