Lunedì, 13 Maggio 2024
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OGNI VOLTA CHE GUARDI IL MARE. Ingresso gratuito. Borgata Finocchio, Roma il 29 luglio 2015

Sette serate all’insegna del grande teatro nel palcoscenico naturale del Parco Collina della Pace.“Arcipelago Donna”, la manifestazione inserita nella programmazione ESTATE ROMANA 2015 realizzata con il sostegno di Roma Capitale in collaborazione con la Siae sotto la direzione artistica di Maddalena Rizzi, presenta una settimana ricca di spettacoli che vedrà protagonisti artisti come Paolo Triestino, Stefano Benni, Miranda Martino e Iaia Forte.

Mercoledì 29 luglio una prima romana di particolare intensità. Sul palco di “Arcipelago donna” approda con la regia di Paolo Triestino il testo di Mirella Taranto “Ogni volta che guardi il mare”, con Federica Carruba Toscano, la storia vera, ispirata alla vita di Lea Garofalo, di una donna che diventa madre, e mette in discussione tutta la sua vita. Per non portare sua figlia a visitare suo padre in carcere, perché sua figlia non vivesse come “normale” l'illegalità, subisce la scomunica della famiglia ed è costretta a fuggire con la bambina diventando una testimone di giustizia. Un esilio di anni, di privazioni e di isolamento per sé e per la figlia, che crescerà nel nord nascondendosi continuamente. Scritto dalla giornalista Mirella Taranto, diretto da Paolo Triestino e interpretato dalla palermitana Federica Carruba Toscano, il monologo è un omaggio a Lea Garofalo, testimone di giustizia, strangolata e bruciata per ordine della ‘ndrangheta nel 2009, all’età di 35 anni, per essersi opposta al sistema di cosche, vendette e criminalità in cui erano invece avviluppati la famiglia di origine e il compagno, Carlo Cosco.
Le parole di Sara (trasfigurazione scenica della figlia di Lea, Denise, che oggi ha 24 anni e vive sotto scorta e in località segreta per aver contribuito all’arresto del padre e dei suoi complici) rappresentano un saluto e un gesto di profondo amore per una madre di cui si ricordano innanzitutto la risata, «quell’esplosione improvvisa che uccideva la paura»; la capacità di nutrire speranza, nonostante le innumerevoli sofferenze, riponendola negli “angoli del cuore”; il coraggio di dire no a un universo in cui regole non scritte stabiliscono ogni cosa; l’insegnamento del valore dell’indipendenza e dell’amore, inteso come «libertà assoluta. Di andare e di tornare, di scegliere la via, anche se questa portava lontano. Perché l’amore è anche lasciare, quando restare significa tradire se stessi».
Il testo si ispira liberamente alla vicenda di cronaca ma nasce dal puntuale studio delle carte processuali e degli articoli dell’epoca e dalla profonda conoscenza dei luoghi e del dialetto (che ogni tanto fa capolino là dove l’italiano non riesce a veicolare ora forza, ora dolcezza o prepotenza) da parte dell’autrice, di origine calabrese anch’essa. Attraverso i ricordi, animati anche da colori, profumi, episodi e figure familiari, Sara ci guida in un viaggio nella Calabria dove è nata e ha trascorso l’infanzia, una terra che «non è posto da mezze misure» e dove persino la Vergine Maria, in processione, si ferma ad onorare la casa del boss, tanto da far pensare che «devono averci cambiato il catechismo a noi, devono averci concesso un’edizione ridotta». A quella regione, da cui è dovuta fuggire con la madre alla ricerca della salvezza, Sara non può fare a meno di tornare, richiamata con prepotenza da un mare che, bambina, credeva di intravedere anche dove non era.
Affrontando il tema dell’illegalità, dell’omertà e della violenza, Mirella Taranto riesce a consegnarci, sempre lontana da ogni retorica e da ogni facile atto d’accusa, il ritratto di due donne poetico ed epico, spiritualmente laico eppure così terrigno, come solo chi ama la parola e le proprie origini riesce a restituire.


“Manola” di Margaret Mazzantini con Chiara Mazza e Maria Vittoria Pellecchia, decor scene Roberta Gentili, sarà sul palco di “Arcipelago Donna” giovedì 30 luglio, per raccontarci la storia di Ortensia, spettrale e nerovestita, e Margherita, solare e coloratissima, due gemelle non monozigote, anzi così diverse da incarnare gli opposti archetipi della femminilità. Il romanzo di Margaret Mazzantini procede tra racconti e confessioni di episodi di vita fino a scoprire come la donna nera e la donna variopinta, la positiva e la negativa, sono le due facce della luna, i due aspetti dell’anima femminile della nostra contemporaneità.
Tratto da un’opera di Sandor Marai venerdì 30 luglio sarà la volta di “Eredità di Eszter”, riduzione e regia di Cloris Brosca con Cloris Brosca e Cristina Liberati. Nella vita di Eszter ripiomba con la forza dirompente di un uccello predatore Lajos, antico innamorato, avventuriero, fascinatore di un'intera famiglia. Eszter, dopo essere sopravvissuta alle passate scorribande di questo insaziabile e irresistibile furfante, e aver stentatamente rimesso insieme i pezzi della sua vita in simbiosi con la fedele Nunu, che cosa fa? Gli riapre la sua casa e la sua vita e lascia che lui la spogli di quanto ancora le è rimasto.
Il fascino e la voce di Miranda Martino approderà ad “Arcipelago Donna” sabato 1 agosto con un omaggio alla musica, agli anni sessanta e alle donne. Miranda Martino si esibirà riunendo le più belle canzoni dei suoi tre spettacoli: “Napoli senza tempo”, “I miei anni ‘60”, “Le donne di Brecht, Viviani e le altre”, alla ricerca delle numerose suggestioni regalate al proprio pubblico in quasi 60 anni di attività artistica.
Serata all’insegna della comicità d’autore quella di domenica 2 agosto con “Le Beatrici” di Stefano Benni, con Valentina Chico, Elisa Benedetta Marinoni, Beatrice Pedata, Gisella Szaniszlo, Valentina Virando, regia Stefano Benni e Collettivo Beatrici. Nel circo della fantasia il travestimento è d'obbligo e i cliché femminili vengono smontati in modo ironico e graffiante dando vita a donne che scoprono la propria natura più profonda: una suora senza freni, una donna in attesa, una manager senza scrupoli, una mocciosa esibizionista, la Beatrice di Dante per nulla angelicata, una licantropa romantica.
Grande attesa per “Tony Pagoda. Ritorno in Italia” di Paolo Sorrentino, tratto dal romanzo “Hanno tutti ragione”, messo in scena lunedì 3 agosto da Iaia Forte con Francesca Montanino. Tony Pagoda lo ritroviamo ad Ascoli Piceno in un concerto di capodanno in cui, insieme ai suoi cavalli di battaglia canta standard americani. Tra fiumi di champagne, delusioni amorose battute fulminanti e riflessioni malinconiche, l’ironia e la complessità di questo personaggio si delineano con ulteriori sfaccettature, regalandoci “perle di saggezza”.
A chiudere “Arcipelago Donna” il 4 agosto sarà il mito di Medea rivisitato nella prima nazionale “Materiali per Medea” di Heiner Muller, performer Livia Caputo, Gulia Ogrizek, Stefano Rana, collaborazioni artistiche Marina Sciarelli e Pino Genovese, regia Souphiene Amiar. La scena abitata da un costume, un’opera, un simulacro contenitore di un corpo quello di Medea: la maga, la straniera, l’assassina, l’innamorata. Medea appartiene ad una sorta di primigenia età dell'oro un eden perduto, anteriore alla rottura dell'armonioso rapporto fra uomo-Dio-natura. Un tentativo di ricerca di rappresentazione di ciò che è oscuro, incomprensibile e sfugge al realismo di un personaggio.


redazione

28 luglio 2015

informazioni

ARCIPELAGO DONNA
Parco Collina della Pace, Borgata Finocchio, via Casilina altezza Km 18
tutte le sere ore 21, ingresso gratuito

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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