Sabato, 27 Luglio 2024
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La prima notte del giudizio: la nascita dello sfogo

#recensione La prima notte del giudizio Gerard McMurray
 
 
Per abbassare il tasso di criminalità sotto l'1 per cento per il resto dell'anno, i Nuovi Padri Fondatori d'America, o NFFA, sperimentano una teoria sociologica che dà libero sfogo all'aggressione per la durata di ben 12 ore nella comunità isolata di Staten Island.  Il governo avrebbe pagato 5000 dollari a chiunque avesse partecipato all’esperimento restando all’interno dell’isola. I partecipanti attivi all'esperimento, poi, avrebbero ricevuto un quantitativo di soldi maggiore rispetto agli altri secondo un criterio che si basava su quanti danni avrebbero compiuto nel corso della notte e quanta rabbia sarebbero riusciti a sfogare. 
Il tutto attraverso l'applicazione di particolari lenti a contatto che registrano il tutto.
Ecco allora che moltissime persone bisognose di denaro iniziano a partecipare al primo sfogo nonostante abbiano non pochi dubbi sull'effettiva utilità di quella che poi, nei film successivi, sarebbe diventata una tradizione vera e propria. Nel frattempo, la protagonista Nya, cerca di fomentare delle proteste al fine di boicottare l'esperimento. Il fratello Isaiah, invece, spaccia per conto di Dimitri, ex fidanzato di Nya nonché temuto, amato e rispettato trafficante di Staten Island.
 
Tutto ciò di nascosto da Nya. Nel frattempo Skeletor, un temuto gangster inizia a tormentate Isaiah e ciò costringe il ragazzo a partecipare attivamente allo sfogo per tentare di uccidere il nemico. Quando inizia l'esperimento, il ragazzo si rende conto che dovrà mettere, momentaneamente, da parte il suo astio per sopravvivere alle fatidiche 12 ore mentre Nya si rifugia in una chiesa e Dimitri si rintana nella sua casa. Quando, però, la situazione precipita ulteriormente, Nya va in cerca del fratello e Dimitri tenta di difendere i due ad ogni costo. 
 
Vorremmo iniziare la nostra analisi del film raccontando sommariamente le nostre impressioni sugli altri tre capitoli della saga, tutti scritti e diretti da James DeMonaco. Il primo lo abbiamo trovato semplicemente orrendo, nonostante la buona idea, e si salvavano solamente le interpretazioni di Ethan Hawke e Lena Headey. Il secondo, con protagonista Frank Grillo ed ambientato nelle strade Durante lo sfogo, per noi era migliore del precedente, nonostante enormi difetti, perché c'era un'attenzione maggiore da parte di DeMonaco ed era preponderante l'influenza del John Carpenter di "1997: Fuga da New York" e "Fuga da Los Angeles".
 
Il terzo capitolo, invece, non era particolarmente ispirato ed inferiore rispetto al secondo ma comunque rappresentava il finale ideale per il suo discorso principale sulla saga. Abbiamo gradito molto, quindi la coerenza registica: infatti, non è più James DeMonaco a dirigere questo capitolo prequel, pur firmando la sceneggiatura, bensì Gerard McMurray, un regista esordiente.
 
"La prima notte del giudizio" è per noi il migliore della saga, nonostante degli evidenti difetti. Ma partiamo dai pregi del film: Innanzitutto siamo rimasti soddisfatti dal cast, con attori quasi tutti sconosciuti eccezion fatta per un'attrice che, per chi ha apprezzato i recenti lavori della Marvel da Captain America Civil War ad ora, non potrà non riconoscere: Marisa Tomei. Nel film, la nuova Zia May dell'universo Marvel, interpreta una donna di nome May Updale, statista e psicologa assunta per commentare i dati sullo sfogo insieme a colui che ha venduto l'idea dello sfogo ai nuovi padri fondatori.
 
I due protagonisti sono abbastanza anonimi in quanto a scrittura dei personaggi ma hanno saputo dare valore alle proprie interpretazioni nel corso del film. In particolar modo il personaggio di Nya è interessante per come riesce, senza il minimo problema, a rinunciare alla sua femminilità per sopravvivere e tiri fuori una grinta non indifferente nelle situazioni di pericolo.
 
Abbiamo amato la prima ora di film e, soprattutto, il finale. Questo perché, pur portando il peso del grande cambio di timone, McMurray è riuscito ad improntare su questo capitolo una visone molto più cruda e politica rispetto agli altri 3 di DeMonaco. Infatti la regia è valida, nonostante si tratti di un lavoro da esordiente.
 
Del lato tecnico, invece, salviamo solamente la colonna sonora, alcuni punti della sceneggiatura e la scenografia. Infatti, l'ambientazione dei sobborghi di Staten Island è affascinante e riesce a far entrare lo spettatore in sintonia con la situazione che stanno vivendo i vari personaggi. Un personaggio in particolare, poi, è stato senza dubbio il più riuscito. Stiamo parlando di Dimitri, interpretato da Y'Lan Noel, protagonista a tutti gli effetti della pellicola.
 
I difetti del film non sono molti ma, senza dubbio, hanno influito sulla visone e sul giudizio dello stesso. Nonostante una splendida prima ora, purtroppo, "la prima notte del giudizio" non parte sotto i migliori auspici. Riusciamo a comprendere il messaggio di McMurray all'inizio, ovvero quello di mostrare a che livello di collera abbia portato la società americana nel cuore dei propri cittadini. Però è troppo iperbolico e l'interpretazione di Skeletor è fastidiosa nonché eccessivamente sopra le righe. La sceneggiatura è divisa tra parti narrativamente molto interessanti e parti abbastanza approssimative. L'ultima mezz'ora di film, sfortunatamente, è fin troppo irreale diventando a tutti gli effetti un thriller mediamente mediocre. Sì risolleva, però, nel finale effettivo creando, come ogni prequel che si rispetti, un valido trait d'union con il primo film.
 
 
In conclusione, la prima notte del giudizio riesce dove il primo ed il terzo capitolo avevano fallito e riesce a guadagnarsi il primo posto nel podio dei migliori film della saga, nonostante Anarchia, il secondo film, sia anch'esso molto valido. La sceneggiatura zoppica in alcuni punti ma siamo riusciti comunque ad apprezzarne la maggior parte delle situazioni descritte.
 
Ne consigliamo vivamente la visione a chiunque cerchi un film che riesca a distogliere l'attenzione per un'ora e mezza o giù di lì. Inoltre, espandendo la nostra analisi fuori dai confini della saga, risulta valido anche se inserito nei cosiddetti "film di copertura", ovvero quelli che vanno a coprire l'arco di tempo che separa le grandi uscite della stagione cinematografica estiva. Nel caso in questione è la prima notte del giudizio ricopre l'arco di tempo che ci separa dal veder tornare in azione Ethan Hunt con "Mission Impossible: Fallout, in uscita ad agosto.
 
 
VOTO: 7--
 
 
Nicolò Ferdinandi
 
12 luglio 2018

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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