Sabato, 27 Luglio 2024
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Film della settimana – “Destinazione Sanremo” di Domenico Paolella

Questa settimana il mondo si è fermato per un evento di costume che, dal 1951, prosegue ininterrotto il suo percorso: il Festival della canzone italiana, meglio noto come Festival di Sanremo. Odiato, amato, seguito, snobbato, ma comunque tra i più longevi eventi dello spettacolo italiano del dopoguerra; ha visto non tantissimi film dedicati a lui e al suo mondo. La maggior parte di questi appartengono alla categoria dei “musicarelli”, cioè un genere che, attraverso una trama fittizia tenuta da attori importanti, usavano cantanti allora di moda, le cui canzoni dell’ultimo album facevano da sfondo alla trama. Pensiamo a Gianni Morandi e il suo “Non son degno di te”: nel ’65 ne venne girato un film! E proprio a questo genere appartiene la pellicola nota come Destinazione Sanremo del 1959, diretto da Domenico Paolella.

Un treno che sta portando degli spettatori alla nona edizione del Festival di Sanremo nell’omonima città viene bloccato in una sperduta stazione di un paese di montagna. Rassegnati, decidono di vedere tutto dalla tv della stazione e vivranno vicissitudini sia amorose, come quella di Anna e Nino; sia comiche, come quella dello zio capostazione di Nino con un’anziana vedova.

Film da pochi nomi noti se non pochi di contorno per la recitazione caratteriale italiana, come Dolores Palumbo, Tino Scotti, Gisella Sofio, Gabriele Tinti, Pina Rienzi; è il tipico esempio di musicarello. Quello che ci rimane della pellicola non è una storia o degli effetti speciali, ma una vera e propria cronaca di quello che fu l’edizione di Sanremo del 1959. Nella pellicola, le vere protagoniste sono le esibizioni di quell’edizione, che andrà alla storia. Si può vedere la “scandalosa” interpretazione di Jula de Palma in Tua che adirò la censura Rai dell’epoca, non solo per l’allusione esplicita al rapporto fisico ma anche per l’abito troppo attillato. Oppure le esordienti Wilma De Angelis e Betty Curtis cantare la celebre Nessuno, che verrà resa immensa dalla futura “urlatrice” Mina. E poi Teddy Reno, Nilla Pizzi, Achille Togliani e Claudio Villa. Probabilmente però quella che resta di più alla mente è la vincitrice di quell’anno, cioè Piove cantata da Domenico Modugno. 

Un piccolo documentario filmato di un evento affiancato ad una breve storia creata su sketch dal gusto retrò e dallo spirito della rivista teatrale. Un omaggio al festival che, all’epoca, era ancora una novità, come la televisione.

 

Francesco Fario

11 febbraio 2024

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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