Dopo :il ‘ Caruso’ e quello “Una vita per la musica” il vocal coach riceve il premio ‘Thomas Schippers’
Qualche mese fa, proprio per questa pagina, avevamo a lungo intervistato il Maestro Massimo Iannone, un vocal coach conosciuto in Italia, ma popolarissimo all’estero.
Con piacere abbiamo appreso che il 30 settembre verrà insignito del premio “Thomas Schippers”, all’interno del Menotti Art Festival. Quasi una ulteriore conferma del valore di questo musicista preparato ed appassionato.
Schippers, americano, è stato una figura importantissima per la musica del Novecento. Ma soprattutto uno dei pilastri su cui poggiò le basi il festival di Spoleto.
Bambino talentuosissimo, tanto da prendere la licenza liceale a soli 14 anni, si distinse da subito come pianista .Frequentò la mitica Juilliard School of Music a New York e l’Università di Yale, dove studiò composizione con Paul Hindemith.
A meno di venti anni cofondò la compagnia teatrale Lemonade Opera, che si fece notare per la grande qualità delle proposte musicali.
Fra la fine degli anni Quaranta e gli inizi degli anni Cinquanta conobbe Gian Carlo Menotti. Fra i due nacque un sodalizio solidissimo, che portò Schippers a dirigere molti titoli del compositore italiano ed ad istituire con lui, nel 1958, Festival dei Due Mondi.
In quel periodo la sua carriera internazionale si fece luminosissima. Un anno importante il 1955: venne chiamato alla Scala a dirigere dirige "The Saint of Bleecker Street" e due concerti con Arthur Rubinstein e fu nominato direttore stabile al Metropolitan Opera House di New York , dove diresse 341 spettacoli.
In Italia, oltre che a Spoleto e Milano, diresse spesso alla Fenice ed a Firenze.
Moderno, eclettico, brillante, di grande sensibilità e di innegabile talento, seppe guardare al mondo dell’opera in modo nuovo, senza forzature, senza eccessi, ma anche con fresco spirito d’iniziativa, libero da strutture blasonate fatiscenti.
Ricevere un premio intitolato ad una figura di artista così intenso è una sorta di incoronazione per Massimo Iannone, che recentemente ha tenuto una master class proprio a Casa Menotti a Spoleto, città nella quale, ci dice, per anni si era esibito in occasione del Concerto di chiusura del Festival dei Due Mondi.
Certamente per chi si è profuso per l’insegnamento, spesso con determinata tenacia e testardo entusiasmo, la motivazione del premio che recita: “Vista la ricchezza e il contributo offerti alla collettività, preso atto dell’impegno profuso nelle scienze, nella cultura e nelle arti” è una grande soddisfazione.
Ed in effetti, chiacchierando con lui scopriamo che il successo internazionale si sta sempre più allargando: lo aspetta un tour che lo porterà per la prima volta in Australia, poi in Brasile, per andare successivamente a Cuba e ritornare in Cina, senza dimenticare una ricca sequenza di tappe europee.
Come sempre l’attenzione maggiore sarà dedicata all’interpretazione degli autori italiani, in particolare Giacomo Puccini, cui il Maestro è legato anche per la lunghissima frequentazione alla Puccini Festival Academy di Torre del Lago.
Insomma, ancora una volta una eccellenza italiana che brilla nel mondo.
Ancora una volta, viene da pensare, che viene valorizzata di più all’estero che in patria.
Ma a Iannone la cosa non fa caso: il suo slogan è ‘io credo che la musica sia un dono da restituire. Vivo l’insegnamento come un modo per rendere ad altri quello che a mia volta ho ricevuto nella vita’.
Poco importa dove, a chi, in quale situazione: l’Arte vera è un seme, che va gettato con ostinata passione, fiduciosi che saprà crescere e rinnovare il mondo.
Gianluca Macovez
13 settembre 2024