Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Il compleanno" al teatro Sala Umberto: la colpa di essere liberi

Recensione dello spettacolo Il compleanno, in scena al Teatro Sala Umberto dal 31 Gennaio al 12 Febbraio 2023

 

Un pesante tavolo posato esattamente al centro del palcoscenico. Finestre dai vani rigidamente squadrati, aperte su una massiccia parete di un bigio verde. Da un lato l’ingresso alla cucina, dall’altra l’uscita verso un Fuori ignoto, che è solo una neutra luce.

È il mondo immobile di Meg e Petey Bowles (Maddalena Crippa e Fernando Maraghini), tenutari di una anonima pensione sull’anonima costa inglese. Una donna ciarliera e un uomo svagato, che riempiono le ripetitive giornate di conversazioni vacue e colazioni poco invitanti.

In questo microcosmo, avulso da ogni coordinata spazio-temporale, ha trovato il suo rifugio il giovane Stanley Webber (Alessandro Averone). Scontroso e trasandato, conduce una vita abulica, fantasticando di un poco credibile passato glorioso da pianista, provocando la matura Meg, che non sembra insensibile al suo fascino perverso e trastullandosi con la giovane Lulu (Emilia Scatigno).

Questa stasi, che potrebbe protrarsi all’infinito, viene definitivamente spezzata dall’arrivo improvviso del destino, negli inquietanti panni di due misteriosi forestieri, Goldberg e Mac Cann (Gianluigi Fogacci e Alessandro Sampaoli). L’ombra di una oscura minaccia si materializza da subito, nei serrati ed incalzanti dialoghi fra i nuovi ospiti e Stan, in un crescendo rapido ed esponenziale della tensione. La festa che gli stranieri organizzano per il compleanno di Stanley è il climax della vicenda, vero e proprio rito iniziatico, dove nel buio improvviso, spezzato solo dalla inquisitoria luce di una torcia e il martellante suono di un tamburo, nell’obnubilazione del whisky e fra situazioni estreme e paradossali, il protagonista subirà la sua definitiva trasformazione e andrà incontro alla sua ineluttabile sorte.

Dare un’interpretazione di “Il compleanno”, in scena al Teatro Sala Umberto dal 31 Gennaio al 12 Febbraio, è sicuramente complesso e probabilmente fuorviante. Nel suo più noto dramma giovanile Harold Pinter, più che disseminare indizi, insinua pungoli, senza svelare deliberatamente il mistero. Quanto è esterno al soggiorno della pensione dei Bowles, il mondo al di fuori della porta o l’agito all’interno della stanza di Stan, rimane ignoto e imperscrutabile. Richiamare l’influenza kafkiana è corretto e doveroso, ma non è esaustivo. Lo spettatore rimane libero, anzi è invitato a cercare con una propria lettura la chiave d’accesso al passato e al futuro dei personaggi in scena.

Chi vi scrive è rimasto segnato da quel “Segui una linea” che Goldberg proclama come principio informatore della sua vita. La libertà dell’intelletto, anche se autoreclusa in un contesto liminare, anche se volontariamente si pone ai margini del consesso civile, anche se, abbruttita, si riduce ad un mero fantasticare, è una colpa e come tale va punita. Complici l’assenza di pensiero (Meg) e l’indifferenza (Petey), il trasgressore va svuotato di ogni pulsione e, rivestito di nuovi abiti, più simili ad uniformi, va ricondotto nel mondo, seguendo, appunto, una linea inderogabile e già tracciata.

L’allestimento di Peter Stein asseconda la costruzione cerebrale dell’autore, mettendosi al servizio del testo senza sovrastarlo. Poco dice molto. La scenografia immobile offre suggestioni con il suo rigore; basta un lucore dal fondo di una porta per evocare. L’accurato studio della gestualità descrive. Il contrappunto delle timbriche vocali genera tensione dalle dissonanze. Un sottile fascio di luce che squarcia il buio è l’immagine più convincente dell’angoscia.

In un teatro fatto principalmente di parola, obbligatorio affidarsi alla prestazione attoriale. E su essa c’è poco da dire: eccellente. Maddalena Crippa svetta con l’impagabile civetteria, che così efficacemente contribuisce a creare l’atmosfera surreale che gradatamente va a crearsi sul palcoscenico. Alessandro Averone gestisce sapientemente i tempi in cui spingere gli accenti e le tinte dello straniamento di Stan. Gianluigi Fogacci con impeccabile misura lascia trasudare dai toni esteriormente garbati un’insopportabile arroganza. Alessandro Sampaoli è quasi insostenibile nella laconica espressione di una fredda ferocia. Emilia Scatigno lavora sulla vivace ingenuità di Lulu per costruire il suo ruolo di vittima. Fernando Maraghini rende a dovere l’imperturbabilità del suo Petey.

Molto altro viene in mente e si vorrebbe dire, man mano che il testo si deposita e si sedimenta nel ricordo. Non dichiarare, ma lasciare che sia lo spettatore, elucubrando, a continuare la creazione drammaturgica in un coinvolgimento che non è più unidirezionale è il risultato, qui ottenuto in pieno, cui il teatro può ambire.

 

Valter Chiappa

2 febbraio 2023

 

informazioni

Dal 31 Gennaio al 12 Febbraio 2023.

TEATRO SALA UMBERTO

IL COMPLEANNO

(The birthday party)

di Harold Pinter

Regia: Peter Stein

con: Maddalena Crippa, Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci, Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli, Emilia Scatigno

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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