Recensione della sitcom Penne lisce disponibile su YouTube e Instagram dal 19 marzo 2020
In quasi due mesi di misure contenitive a cui l’Italia è stata sottoposta causa pandemia da COVID-19, durante la cosiddetta fase 1 il mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo si è sforzato di restare attivo trasferendosi di fatto su internet. I risultati son stati altalenanti, la quantità enorme la qualità un po’ meno. Tantissimi han detto la propria, molti han cercato e continuano a cercare un modo originale per esprimersi, qualcuno ha provato a fare ciò che sa.
Un esperimento riuscito, nella semplicità del suo raccontare senza presunzione uno dei tanti aspetti della situazione attuale è Penne lisce: titolo che gioca con il formato di pasta per antonomasia meno amato dagli italiani ma anche con l’escamotage narrativo alla base. La trama è contemporanea: l’unico posto rimasto dove socializzare, che non sia l’inflazionata rete è il supermercato; ma anche canonica: lei (Elisa Zanotto) e lui (Antonio Macrì) non si conoscono ma iniziano a scriversi. È pure buffa: lei, giovane e annoiata social media manager di un museo, lascia una lettera tra i sottaceti. Sperando qualcuno la noti ed esaudisca il suo desidero: conoscere qualcuno di nuovo.