Venerdì, 29 Settembre 2023
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Recensione della serie tv La vita bugiarda degli adulti, disponibile on demand su Netflix 

 

Chiunque descriva la crescita, quella dell’essere umano, come un cambiamento spontaneo, naturale, fatto di fiori e idilli, di dolci e tenui disvelamenti progressivi, non è mai cresciuto davvero. E se c’è una cosa che la recente serie Netflix la vita bugiarda degli adulti insegna, è proprio questa: che, nel divenire adulti, non c’è niente di educato.

Netflix l’aveva annunciata ormai più di due anni fa, l’altra serie che sarebbe stata tratta dall’ultimo romanzo di Elena Ferrante, dopo il successo planetario de L’amica geniale. “La vita bugiarda degli adulti” è uscita nei primi giorni di Gennaio 2023 e, tra gli sceneggiatori, ha alcuni degli stessi nomi della serie precedente: Francesco Piccoli, Laura Paolucci e la stessa Elena Ferrante. Nel cast, Giordana Marengo, la nostra Giovanna dagli occhi d’acqua, Valeria Golino, nei panni della pungente e inquietante- nel senso più puro, che inquieta, che mette in moto l’animo- zia nascosta della protagonista, Alessandro Preziosi, Pina Turco ed altri nomi, più o meno celebri.

È in corso al Farnese ArtHouse una serie di proiezioni-incontro per le scuole per un approccio diverso e inclusivo alla formazione attraverso la formula del “Debate”. Protagonisti interattivi professori e studenti di due istituti omonimi: il liceo classico e l’Istituto comprensivo E.Q. Visconti. Un nuovo modo di sfidare (in sicurezza) la pandemia ripensando la sala cinematografica come aula scolastica attiva e multimediale

 

Desacralizzare l’aula per aprire la scuola al territorio, (ri)portare i giovani al grande schermo attraverso la filosofia; sperimentare processi di inclusione sociale attraverso il dibattito regolamentato: questi i tre concetti da cui è partito con grande successo il progetto Cinesofia. I grandi temi della filosofia nel cinema, un’iniziativa concepita da due scuole omonime, il liceo classico e l’Istituto comprensivo Ennio Quirino Visconti di Roma in collaborazione con il Farnese ArtHouse, storica sala cinematografica d’autore nel cuore della capitale. Con la curatela scientifica di Sergio Petrella e la direzione artistica di Fabio Amadei, l’iniziativa si propone di educare studentesse e studenti alla filosofia attraverso il linguaggio cinematografico (e viceversa) consentendo agli stessi studenti di esprimere il proprio giudizio critico in un gioco assoluto di squadra, diventando oratori e argomentatori. È questa la formula del “Debate”: una gara aperta in cui la competizione del pro e contro lascia il posto all’integrazione del pensiero. Obiettivo primario del progetto è infatti, il rispetto reciproco e l’interazione dialettica con il prossimo, senza lasciare indietro nessuno.

Il cinema è rappresentazione della vita, della fantasia, delle emozioni, dei sentimenti: il cinema è vita, insomma. Se questo è vero, anche il gioco, che è parte della vita collettiva, non poteva che finire in una quantità pantagruelica di film.


Più nello specifico, casinò e poker sono stati spesso ambientazione e pretesto narrativo di moltissimi film in cui i protagonisti, per un motivo o un altro, si sono ritrovati seduti al tavolo da gioco.
Alcune scene di poker sono entrate in film considerati classici, come The Cincinnati Kid, La Stangata o il più recente Rounders: la sfida finale tra "The Kid" (il leggendario Steve McQueen) e il "campione" in carica Lancey "The Man" Howard (interpretato Edward G. Robinson), la partita tra Paul Newman e Robert Shaw nella Stangata, l’iconica partita a Texas Hold’em tra James Bond e l’antagonista Le Chiffre nel riuscito Casinò Royale del 2006.

Ma sono tanti, e vari, e di ogni genere i film in cui appare il poker. Cominciamo il nostro ping-pong avanti e indietro nel tempo con California Poker, un buddy movie del 1974 la cui trama narra la storia di due amici che, tra un’avventura (o disavventura) e l’altra riescono addirittura a sedersi allo stesso tavolo con una leggenda del poker, Amarillo Slim.

Otto storie da otto Paesi del mondo: il documentario collettivo Tornare all'Anormalità (più complesso di un virus) racconta le contraddizioni sociali che, preesistenti al Covid-19, sono esplose con la pandemia.

 

Il film è visibile in tutto il mondo sulla piattaforma streaming Streeen.org (channel Prima Visione a 4,20€).

 Gli autori e le autrici del documentario devolveranno il ricavato del film a EMERGENCY ONG ONLUS, per contribuire all'impegno e alla missione dell'Associazione nella difesa del diritto alla salute per tutti gli individui. 

Il film, frutto del lavoro indipendente di nove documentaristi, non nega e non discute il tema sanitario, ma, partendo da questo, racconta le disuguaglianze economiche, le ingiustizie sociali, l'aumento della violenza domestica, il diritto alla salute negato. Problemi esacerbati dalle conseguenze dell'emergenza sanitaria, ma insiti in un sistema che ci accomuna tutti, nessuno escluso, da un estremo all'altro della Terra.

Dà voce, così, agli indigeni del Brasile sotto attacco di Bolsonaro, agli operai delle fabbriche costretti ad esporsi al contagio, ai disoccupati e ai familiari di chi non può permettersi un trasporto in ospedale o una sepoltura dignitosa, alle donne vittime di femminicidio, in aumento durante il lockdown, a chi non teme il Covid perché già segnato dalla paura, dalla morte e dalla povertà.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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