Si immagini di conoscere per caso uno scrittore, dopo pochi veloci secondi lui è l’uomo che ci trasforma perché le parole lette si sono collocate nell’anima e i vaghi subbugli di pensieri sono ormai percettivi e sensoriali: li riconosci, li senti e ne spieghi vagamente l’esistenza.
Ad Antonio Tabucchi è successo questo quando a Parigi, per caso, ha scoperto Fernando Pessoa.
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