Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ugo Dighero sarà in scena con Mistero Buffo al Brancaccino dal 10 al 13 ottobre 2019

“Mistero Buffo è come una Ferrari: difficilissima da domare inizialmente, ma poi quando sai guidarla è uno spettacolo. Io porto a teatro l’opera di Fo mettendoci il mio stile, anche perché a fare il paragone con lui si esce per forza perdenti”

Ugo Dighero presenta così il suo “Mistero Buffo”, portando a teatro, al Brancaccino, il capolavoro di Dario Fo e si sofferma anche sul suo passato, sul futuro e sul momento culturale italiano.

Dighero, non è la prima volta che ti cimenti con “Mistero buffo”, cosa cambia ogni volta riportarlo in scena, riesci sempre a dare un tocco personale?

Porto in scena Mistero Buffo da più di 30 anni, è una cosa che ho studiato da ragazzo, dal momento in cui ho iniziato con la scuola, praticamente. Era il periodo in cui Dario Fo era rientrato da poco in tv con quest’opera, dopo la lunga assenza e io fui affascinato dal suo stile e dal suo modo di recitare, era un vero affabulatore. In pratica all’interno di una narrazione, con tempi e ritmi fantastici di fare più parti, riusciva a raccontare personaggi, atmosfere, scenografie e anche i profumi solo attraverso una tecnica espressiva impressionante.

Scritto da Angela Turchini e diretto da Marzia Verdecchi, OscuraMente racconta le difficoltà e le fragilità insite nei rapporti tra genitori e figli all’interno di una famiglia come tante, ma per comprendere meglio l’incipit che ha dato il via alla storia, ci siamo rivolti direttamente a chi questa storia l’ha messa nero su bianco, ovvero alla sua autrice, Angela Turchini.

 

La storia scava nelle profondità dell’animo umano e presenta una famiglia sull’orlo della crisi più profonda: com’è nata l’idea?

‘Mi sono ispirata osservando la realtà. – ha ammesso Angela - Soprattutto negli ultimi anni veniamo a conoscenza di tante storie familiari diversamente drammatiche che causano stupore negli altri, in particolare in amici o conoscenti delle persone coinvolte, che rimangono allibite da ciò che è accaduto, quasi come se le cose fossero capitate all’improvviso senza un apparente motivo… ma non è così. Ci sono ragioni profonde che portano le persone ad agire in un determinato modo, per cui ho voluto raccontare una di queste storie dall’inizio, da come si sarebbe potuta scatenare la causa che porta al drammatico effetto finale per cercare di spiegare al pubblico la dinamica di certe situazioni. I media ci hanno abituato a conoscere la storia dalla sua amara conclusione, mentre io volevo far capire allo spettatore il percorso che compiono certi avvenimenti e che non capita tutto da un momento all’altro. L’idea era quella di riavvolgere il nastro della storia e raccontarla dall’inizio’.

Un inno alla bellezza delle diversità e un racconto ironico sui compromessi contro i quali ognuno di noi è chiamato a scontrarsi nella vita. Con queste parole Alessandro Sena ci descrive Valium, una commedia antistress, del quale è autore e regista. Lo spettacolo aprirà la stagione 2019-2020 del Teatro della Cometa mercoledì prossimo e rimarrà in scena fino al 27 ottobre.

 

Valium apre la stagione al teatro della teatro della Cometa, perché secondo secondo te si è deciso di aprire proprio con questa pièce? 

C’è una bella storia dietro il nostro debutto al Cometa. Ho presentato Valium un anno e mezzo fa al teatro Cometa Off. Siamo stati in programmazione una settimana sempre con il tutto esaurito e già questo è stato un bel indice di gradimento, che ci ha fatto capire che lo spettacolo funzionava. Una sera, durante una replica, a fianco a me c’era un signore che rideva di gusto ad ogni battuta, si vedeva che era un frequentatore di teatri perché spesso arrivava a comprendere l’ironia delle gag prima ancora della loro conclusione.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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