Martedì, 21 Gennaio 2025
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#segnalazione

IL TEATRO CHE DANZA continua ad accendere i riflettori sulla coreografia contemporanea proponendo al Teatro India un doppio appuntamento con Enzo Cosimi che porta in scena due creazioni di grande impatto emotivo e forte attualità. Fear Party, dedicato al tema della “paura” individuale e collettiva (dal 15 al 17 dicembre ore 20), e Bastard Sunday, ispirato a Pier Paolo Pasolini (18 e 19 dicembre ore 20). Due spettacoli che raccontano il nostro presente, sempre più lacerato da violenze e insicurezze, attraverso il corpo, il movimento e il gesto degli interpreti Paola Lattanzi e Pablo Tapia Leyton.

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#segnalazione

Una delle rappresentazione di ‘teatro-danza’ tra le più interessanti del Roma Fringe Festival 2015, alla quale è stato riconosciuto il premio della critica, torna in scena negli spazi teatrali della Factory Pelanda, nel quartiere Testaccio della capitale.

Una pièce dai contenuti coraggiosi e dissacranti che, attraverso il messaggio cristiano in quattro quadri, ci presenta una modernità televisiva capace di stravolgere il messaggio evangelico, generando una realtà fangosa e infernale, che utilizza le problematiche del singolo individuo solamente per il gusto di metterle ‘in vetrina’, lasciando irrisolta ogni cosa.

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Recensione dello spettacolo Royal New Zealand Ballet – A passing Cloud - in scena all'Auditorium Conciliazione di Roma il 3 dicembre 2015

The anatomy of a passing cloud, la coreografia di apertura creata da Javier De Frutos è una perfetta presentazione del New Zealand Ballet, così estremamente potente, comunicativa, divertente e intelligente.

De Frutos compone una lettera d'amore per la regione del Pacifico, e soprattutto per la sua musica, che spazia dai tamburi Maori alle canzoni delle Yandall Sisters.

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Recensione dello spettacolo Hyperion in scena al teatro Vascello di Roma dal 1 al 2 dicembre 2015.

Gli spettatori prendono posto nella sala Nanni del Teatro Vascello di Roma mentre sul palco il performer Jonathan Schatz sistema intorno a se, nella calma più totale formando un cerchio, bastoni bianchi di differenti misure. Ai lati della scena, in penombra, due musicisti seduti su delle sedie.

Come scrisse Bruno Maderna “Hyperion è il poeta che vive incompreso nel mondo e a sua volta non comprende il mondo circostante”. Il performer inizia a raccontarsi e traccia le sue parole con un gesso bianco ripercorrendo più volte il perimetro della circonferenza di cui lui stesso è il centro, come se stesse delimitando il suo mondo. Descrive se stesso in un'analisi spasmodica, in una continua misurazione, in un diario fisico e anatomico compulsivo.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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