Venerdì, 19 Aprile 2024
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Recensione de I was looking at the ceiling and then I saw the sky in scena dall'11 al 17 settembre 2015 al Teatro Costanzi di Roma

 

"In una mattina di sole, molto prima che la California

adottasse leggi come quella sui recidivi (Strikes Law)

o quella sugli immigrati irregolari ("gli indesiderabili")  

John Adams, Peter Sallars ed io ci eravamo ritrovati per

cominciare la nostra collaborazione. Il nostro accordo si è  

cementato attorno al tema dell'amore. In realtà è questo  

sentimento che ha guidato il nostro lavoro, dall'inizio

alla fine. Tra di noi non c'è mai stato il problema della

politica e dei conflitti. Ci chiedevamo invece: "Chi è

quest'uomo?", o "Chi è questa donna?", e "Perché si conoscono?"

 

(Scosse del cuore/Scosse della terra,  June Jordan, 19 aprile 1995)

                     

Aspettando l'apertura della stagione 2015/2016 la direzione artistica del Costanzi ci regala I was looking at the ceiling and then I saw the sky songplay nato nel 1994 dalla collaborazione tra John Adams, Peter Sallars e June Jordan e che, a distanza di vent'anni, nella prima italiana è firmato Giorgio Barberio Corsetti/Alexander Briger.

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Recensione di Otello in scena al Silvano Toti Globe Theatre di Roma dal 3 al 20 settembre 2015

Ma è davvero solo Otello il protagonista di questa tragedia shakespeariana?

Assistendo alla versione, prodotta dalla Politeama Srl,  in scena al Globe è la prima cosa che viene da pensare.

Precisiamo. Non viene da pensarlo perché Othello (Maurizio Donadoni) è attorialmente inesistente, schiacciato da uno Iago (Gianluigi Fogacci) che dal punto di vista recitativo insieme a Brabanzio (Nicola D’Eramo) è il migliore sul palco, ma perché quest'ultima interpretazione a cui assistiamo da quando Shakespeare diede vita a questa sua potente e immortale opera pone l'attenzione sì sulla vulnerabilità interiore dell'essere umano e sulla sua grande ed innata capacità d'autodistruzione, ma anche sul sul meccanismo psicologico che porta a compimento il dramma del tormento della sensualità.

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La compagnia della Rancia apre i battenti della ventinovesima edizione del Todi Festival con la prima nazionale di Cabaret. 

Giampiero Ingrassia (Sx) Saverio Marconi (Dx)

In un teatro Comunale gremito torna sulle scene uno spettacolo che non veniva rappresentato nel nostro Paese da oltre vent'anni e che portò al successo, nella sua versione cinematografica, Liza Minelli. 

Tratto dalla commedia di John Van Druten e dai racconti di Christopher Isherwood, adattati da Joe Masteroff, Cabaret racconta della vita nella Germania pre Nazista degli anni trenta. La regia è affidata a Saverio Marconi che ha restituito alla platea, sue le parole: “Un Cabaret come voglio io, completamente differente dalla prime due edizioni. Una lettura molto più dura, con alcuni momenti di teatro nel teatro. Molto più attuale, dunque, costringerà gli spettatori a mettersi di fronte alla tendenza di oggi a lamentarsi, senza affrontare mai davvero la realtà. Quel «chissenefrega» che in Cabaret dà modo al nazismo di insinuarsi e di affermarsi”.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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