Venerdì, 02 Maggio 2025
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Recensione di Anna Bolena di Donizetti in scena al Verdi di Trieste il 27gennaio  2024

 

Su queste pagine abbiamo già recensito il titolo di Donizetti in scena al Verdi in questi giorni, ma il teatro ha messo in campo una seconda compagnia  sulla quale vale la pena soffermarsi. Principalmente perché questa ulteriore proposta chiarisce meglio alcune  situazioni.

Per esempio, in alcuni casi delle criticità erano state attribuite agli interpreti ma che forse sono da far ricadere sulle ragioni registiche e direttoriali.

Ma anche come l’interpretazione profondamente diversa modifichi le dinamiche dello spettacolo.

Rimane positiva, al di là di alcune scelte, la considerazione  della regia di Graham Vick, ripresa da Stefano Trespidi.

Un mistero, però, alcune scelte che se alla prime visione potevano essere attribuite agli interpreti, a questo punto sono da assegnare al regista.

Anna Bolena appare remissiva per tutto il primo atto. Manca la regina carismatica, l’autorevolezza  non fa parte delle sue doti, nonostante il ricco apparato documentario al riguardo. Sembra che Vick ne abbia voluto fare una  vittima sacrificale, che segue un destino già scritto e del quale sembra averne preso atto. Una scelta condivisibile o meno, ma che spiega  certe scelte  interpretative  di entrambi i soprano.

Perché poi i cantanti nei momenti più forti non si guardino, risulta  di comprensione ancora più complessa. Si supplicano, si maledicono, ricordano il passato e minacciano la morte, ma pare non riescano a farlo guardandosi negli occhi.

Recensione dello spettacolo Smarrimento, in scena al Teatro Basilica dal 25 gennaio al 4 febbraio 2024

 

Facciamo così: iniziamo a dire subito che Lucia Mascino è un'attrice straordinaria. Questo non per liquidare frettolosamente il riconoscimento del recensore, in questo caso doveroso, alla performance dell'artista anconetana. Ma perché questa premessa ci servirà meglio a capire il senso di “Smarrimento” la pièce di Lucia Calamaro, in scena al teatro Basilica dal 25 Gennaio al 4 Febbraio.

Immaginate di essere una affermata drammaturga e di avere, sparsi sui vostri quaderni, pensieri anche interessanti (taluni oziosi), ma che non hanno la connessione di un filo logico, divertenti arguzie che non si vorrebbero sprecare nel chiuso di un salotto, aforismi ad effetto (che scrittori si è, in Italia, senza aforismi), brevi frammenti di narrazione, magari distillati da un drammatico vissuto, ma che non sanno espandersi o integrarsi. Cosa fare se tutte queste parole non trovano la bocca di un personaggio, il quale ha solo un nome, Anna, ma non un corpo e un’identità? Cosa fare, soprattutto, se tutto questo materiale non trova senso e ordine in quello che tipicamente uno scrittore produce: una storia?

Recensione dello spettacolo Love’s kamikaze in scena al teatro Vittoria dal 23 al 28 gennaio 2024

 

Love’s Kamikaze”, in scena al Teatro Vittoria di Roma, è uno spettacolo evocativo e commovente, tratto dall’omonimo romanzo di Mario Moretti, diretto da Claudio Boccaccini e interpretato con carattere ed energia da Giulia Fiume e Kabir Tavani. Sul palco, una scenografia essenziale composta da qualche oggetto d’arredo, una tv e una radio per sentire le notizie dall’esterno e, soprattutto un letto disfatto in una stanza-bunker nei sotterranei dell’hotel Hilton di Tel-Aviv, città che nel 2005 venne sconvolta dai drammatici eventi della seconda Intifada. 

Qui una giovane coppia - Noemi e Abdel - vive la propria vicenda amorosa tra alti e bassi, battibecchi e rappacificazioni, pur sopportando il peso della storia dei due popoli a cui appartengono. Noemi è un’ebrea israeliana frizzante e acuta che non lesina battute, con quello stile jewish humor che ben mette in luce le idiosincrasie del reale al suo compagno Abdel, un arabo palestinese più disilluso e riflessivo che spesso non coglie lo scherzo e vede la provocazione. 

Recensione dello spettacolo Cenerentola in scena al Teatro Olimpico di Roma dal 19 al 21 gennaio 2024  

 

Una matrigna, due sorellastre, un principe e una zucca che si trasforma magicamente in carrozza. È Cenerentola, il balletto prodotto in una nuova edizione dalla Roma City Ballet Company per la regia e coreografia di Luciano Cannito e sulle rinomate e avvolgenti musiche di Prokofiev, ad aprire letteralmente le danze della stagione 2024 dell’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Olimpico di Roma. Quattro appuntamenti in tutto, pomeridiani e serali, dal 19 al 21 gennaio, per immergersi nell'atmosfera fantastica di una delle fiabe più conosciute e diffuse al mondo. La scelta del regista è quella di rimanere coerente alla favola di Charles Perrault, variando rispetto all'originale solamente il numero di atti che si riduce da tre a due: una fanciulla, la “favolosa” (è il caso di dirlo) Ksenia Ovsyanick, prima ballerina del Teatro dell’Opera di Berlino (che sostituisce Iana Salenko per indisponibilità sopraggiunta a partecipare alle recite), orfana di madre, si ritrova a vivere con la matrigna, un Manuel Paruccini “en travesti” che con sapiente ironia conferma il suo ruolo di primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, e a subire le angherie delle due sorellastre, ugualmente esilaranti per le movenze incredibilmente al limite dell’impacciato e del ridicolo per due esperte ballerine che indossano abiti fin troppo ingombranti e dai colori sgargianti e si distinguono per la simpatia nell'interpretazione.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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