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Le memorie di Ivàn Karamazov: spin-off di un personaggio in cerca di un finale tra verità e libertà assoluta
Recensione dello spettacolo Le memorie di Ivàn Karamazov in scena al Teatro Vascello di Roma dal 10 al 22 ottobre 2023
Settanta minuti di Teatro, ininterrotti. Un complesso monologo e un’incredibile prova di memoria che avanza senza interruzioni, se non nelle pause cadenzate con tecnica precisione. Una recitazione intensa, teatrale, immersiva, commovente, appagante. Al Teatro Vascello di Roma, dal 10 al 22 ottobre uno dei protagonisti più controversi e irrisolti della penna di Dostoevsckij rivive in “le Memorie di Ivan Karamazov”, con la drammaturgia di Luca Micheletti e di Umberto Orsini, unico attore protagonista. A lui, alla sua magistralità interpretativa il pubblico, addomesticato e annichilito, si prostra inerme e all’annuncio dell’inizio dello spettacolo, calato il buio, obbedisce rivelando un ossequioso silenzio.
Un occhio di bue si accende sulla figura ormai matura di Orsini che, quasi non fosse più riuscito a disfarsene dal loro primo incontro nel lontano 1969, avvolto in un caldo trench, un cilindro per cappello e lunghi stivali neri ai piedi, si ritrova, ancora una volta, a indossare i panni di Ivàn Karamazov. L’idea evidentemente ambiziosa del duo Orsini-Micheletti, nata e condivisa ormai dieci anni fa in occasione di una tournee, è quella di creare uno spin off dell’originale dostoevskijano “I fratelli Karamazov”, mostrando una volontà quasi pirandelliana di dare seguito alla storia di un personaggio che l’autore lascia nel suo romanzo senza un finale, trincerato in un’aula di tribunale in preda ai suoi deliri, apparentemente irrisolto. “Scomparso? Ma io sono convinto che la vera vita degli uomini e delle cose comincia soltanto dopo la loro scomparsa. Reclamo il mio finale. Si metta a verbale”.