Giovedì, 01 Maggio 2025
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Recensione dello spettacolo “Ho bisogno che qualcuno mi dica che sto bene”, in scena al Teatro Basilica dal 5 all’8 ottobre 2023

 

Quattro donne si offrono al pubblico. Poi si siedono attorno ad un tavolo per una cena attesa da tempo, che comincia ad animarsi con il racconto dei rispettivi accaduti. Ma non va tutto liscio. La sequenza si ripete più e più volte. Le protagoniste si ripresentano, apparentemente sempre uguali, così come le loro conversazioni. Piccole variazioni di accento in realtà creano un continuo rinnovarsi nelle dinamiche dei dialoghi, cosicché la verità che ognuna ha da portare emerge faticosamente come da un parto travagliato, uguale e sempre mutevole come un tessuto cangiante.

Le protagoniste, che portano lo stesso nome delle loro interpreti, hanno storie bislacche. Elisa (Elisa Di Eusanio), è una pittrice che sta seguendo una “terapia sessuale” ed è soggetta a continui svenimenti e a stati di alterazione mentale. Valentina (Valentina Martino Ghiglia) è una mentitrice seriale e possiede una pistola che, a differenza di quella di Čechov, non sparerà, ma troverà altri utilizzi. Giulia (Giulia Galiani) è fresca di maternità, ma non disdegna di rendersi disponibile telefonicamente ad un collega di Marta (Marta Nuti), donna d'affari dal carattere particolarmente difficile.

Recensione dello spettacolo "Che ci faccio qui" in scena il 6 ottobre 2023 all'Auditorium Parco della Musica

 

Una delle sorprese più intense e costruttive di questa estate, è stato lo spettacolo “Cosa ci faccio qui” ideato e messo in scena dal giornalista e autore Domenico Iannacone, 

Sono diverse e importanti le location in cui si struttura la tournée tra le più significative ci sono state dalla moderna arena del Teatro di Tor Bella Monaca, ad  Altilia, antica città sannitica, pregevole tappa molisana , e soprattutto luogo in cui Iannacone ha potuto “giocare” in casa, con relative emozioni e dialoghi dedicati ai suoi corregionali, in uno dei luoghi, seppur non noto ai molti, più suggestivi e importanti d’Italia.

Altro luogo prezioso in cui lo spettacolo è stato ospitato è il festival "La Luna e i Calanchi" diretto e ideato dal poeta Franco Arminio, che ha accolto con molto affetto il giornalista Rai. Ormai fra i due è nato un vero e proprio sodalizio confermato dalla condivisione di una linea artistica e personale molto forte in comune.

 Recensione dello spettacolo Tempest Project in scena dal 26 settembre al 1 ottobre 2023 presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone all’interno della rassegna Roma Europa Festival 2023

  

"Siamo fatti anche noi della stessa sostanza dei sogni; e nello spazio di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”.

La citazione evoca immediatamente una storia fantastica, la quale cela tutta l'umanità che William Shakespeare avrebbe potuto raccontare e che rafforza il concetto di "Invenzione dell'umano" che lo studioso e esperto shakespeariano Harold Bloom aveva da sempre utilizzato per definire l'opera del più grande drammaturgo di tutti i tempi.

Il mago Prospero, Duca di Milano insieme alla figlia Miranda, è esiliato da circa dodici anni in un'isola abitata da spiriti, dopo che il geloso, Antonio, aiutato dal Re di Napoli, Alonso, lo ha deposto e costretto all'esilio con la figlioletta della tenera età di tre anni. La Tempesta di Shakespeare rappresenta da sempre uno dei parametri piu alti, attraverso i quali misurare le capacità creative di tutti i più grandi registi teatrali.

 Non è solo una delle opere più' importanti del Bardo dal punto di vista drammaturgico, in essa infatti  sono contenuti elementi storici, culturali e linguistici che definiscono il mondo anglosassone in piu' declinazioni : dal valore polisemico della lingua inglese, passando per il periodo coloniale britannico, elemento determinante nella struttura antropologica attuale fino  ad arrivare al valore di evocazione della figura del regista/scrittore come demiurgo.

Recensione dello spettacolo Venere e Adone in scena al Globe Theater dal 20 al 24 settembre 2023

 

Ci ritroviamo immersi nella suggestiva location Arena Globe di Villa Borghese che per questa stagione ha sostituito il tradizionale teatro in legno del Globe Theatre. Ad accoglierci il verde della natura, un antico castello a latere e il rarefatto fumo di scena, il palco in legno emula quello originario di Londra: uno scenario che ci introduce in una dimensione trasognata, fuori dal tempo, che allentando la lucidità dei sensi, ci prepara alle imminenti atmosfere shakesperiane in scena. La narrazione si dipana su più piani: in alcuni passaggi è affidata al personaggio di Shakespeare, deus ex machina al di sopra delle parti, il cui occhio si posa sulle vicende d’amore di Venere e Adone; in altri momenti è monopolizzata dai due amanti che, a loro volta, giocano su dimensioni differenti, complice una struttura in vetro al centro del palco, che riveste di volta in volta, funzioni diverse. Ora diventa una barriera tra i due, ora diventa il punto di vista esterno del narratore interpretato da Gianluigi Fogacci, ora diventa il luogo per enfatizzare momenti d’amore o momenti drammatici. In essa avviene la tragica scena finale che vede Venere pietrificata dallo strazio per la morte di Adone, con gli occhi e le braccia rivolti al cielo, evocando l’iconografia cristiana della Vergine devastata dalla fine del figlio. 

Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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