Sono in sala, è piena, sono le 21, lo spettacolo non è ancora iniziato, dietro il sipario nessun segno di vita e il pubblico inizia a farsi irrequieto.
Davanti ai miei occhi inizia un concitato scambio di noccioline e pistacchi, mentre da fila a fila rimbalzano i messaggi urlati e gesticolati che si fanno conoscenti e amici separati dalla dura legge della fila e del numero di posto stampati sul biglietto da poco comprato.
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