Venerdì, 02 Maggio 2025
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Recensione dello spettacolo Miracoli metropolitani in scena al Teatro Vascello dall’11 al 23 gennaio 2022

 

«Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice».

(Albert Camus - Il mito di Sisifo)

 

Una vecchia carrozzeria riadattata a cucina per la preparazione di cibo deglutinato da asporto; un ripugnante agglomerato di feci, mozziconi di sigarette, preservativi usati, salviette umidificate, pannolini sporchi, telefonini obsoleti che intasa le fogne del Paese, fa saltare condutture e manto stradale rischiando che un malsano liquame travolga tutto; i segnali tangibili di una crescente ondata di xenofobia dopo che, a causa dell’emergenza per cui nessuno vuole più uscire di casa, anche gli stranieri vengono inclusi tra i beneficiari delle misure di sostegno varate dal Governo. 

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Recensione dello spettacolo Il Grande Inquisitore, in scena al Teatro Off/Off l’8 ed il 9 Gennaio 2022.

Deve essere un'impresa da far tremare le gambe, quella di cercare una lettura propria nell'ambito di una trasposizione teatrale di “Il grande inquisitore”. Il racconto, che occupa un intero capitolo del libro quinto di “I fratelli Karamàzov” e che, all'interno del grande romanzo, ha una sua indipendenza narrativa, si presenta al lettore come un monolite inattaccabile, per la compattezza granitica e la definitiva profondità della speculazione di Fëdor Dostoevskij e, per chi ne voglia proporre un adattamento, sembra offrire pochi appigli diversi dalla semplice riproposizione del testo.

Con uno studio che deve essere stato certamente defaticante, Daniele Salvo ha ricercato una via per mettere in scena il “suo” Grande Inquisitore, devotamente fedele - non potrebbe essere altrimenti - alla scrittura di Dostoevskij, ma con un punto di osservazione preferenziale. A nostro vedere, il regista trova la sua chiave di accesso alla soluzione del compito prefissatosi nella esaltazione del contrasto. La netta separazione è d'altronde elemento fondamentale della poetica del grande russo, il quale non a caso battezzò uno dei suoi grandi protagonisti, il Raskol’nikov di “Delitto e castigo”, come “lo scisso”.

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Recensione dello spettacolo La Bohème, di Giacomo Puccini in scena al Teatro Vittoria dal 4 al 16 gennaio 2022

 

Operazione culturale di valore rappresentare la Bohème di Puccini in un teatro di prosa, progetto della Produzione Altra Scena e Goldenart Production con il sostegno del Ministero della Cultura. Stupisce che sia l’opera ad andare dallo spettatore e non viceversa, una festa pop che celebra la tradizione italiana con gli entusiasmi, i desideri, gli amori e le delusioni del gruppo di bohémiens più famosi nel mondo dell’opera, dove si rinnovano le forme dello spettacolo coinvolgendo un nuovo pubblico. Il talentuoso regista Giancarlo Nicoletti porta in scena i quattro quadri con le giovani voci di vari Conservatori, grazie all’ottimo adattamento musicale di Amelia Felle che alterna i due cast di protagonisti, pienamente fedele alla drammaturgia musicale pucciniana, senza tagli e senza compromessi. I cantanti sono giovani, belli, cosmopoliti, hanno forte il senso della scena e, mentre cantano e ballano, disegnano bozzetti colorati con una velocità e un ritmo che appartiene al cinema. 

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Recensione dello spettacolo Il malato immaginario, di Molière con Emilio Solfrizzi, adattamento e regia: Guglielmo Ferro. In scena al Teatro Quirino dal 21 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022

 

Tremendamente solo, eternamente disperato. Impaurito dalla vita e da se stesso, si rifugia in ciò che lo deresponsabilizza dall'esistere, garantendogli visibilità e importanza senza sforzo: la malattia. Così Argante (Emilio Solfrizzi), malato immaginario, non ne vuol proprio sapere di stare benone, come d'altronde la schiera di medici e speziali che orbita intorno a lui non ha alcun interesse a guarirlo. Siamo dentro ad un gioco delle parti dove ognuno offre quello di cui necessita l'altro. Ma essere vivo senza poter esistere crea ansia e senso d' inutilità. Meglio, quindi, dimenticarsi di se stessi diluendosi in una recidiva somministrazione di gocce, clisteri e purghe. Il vitale bisogno di rassicurazione di Argante lo conduce ad imporre alla figlia maggiore Angelica (Viviana Altieri) il matrimonio con Tommasino Diaforetico, personaggio goffo, ridicolo, nipote del farmacista dottor Purgone ma, soprattutto, anche lui... medico! L'occasione irripetibile di garantirsi un costante e ravvicinato accudimento "clinico" è troppo ghiotta per non perseguirla fino all'ossessione! Poco importa se Angelica è innamorata di Cleante (Cristiano Dessì) e non ne vuol proprio sapere di sposare quel personaggio improbabile: la necessità paterna è prioritaria rispetto ai voleri della figlia. E poi non è il caso di discuterne: non lo vedete come sta male il povero signor Argante? A nulla valgono gli espedienti dei due innamorati per distogliere dal suo egoismo il nostro malato, sempre in guerra con il mondo e dal mondo soggiogato, come la sua seconda moglie Bellania (Antonella Piccolo), apparentemente dedita a lui ma bramante solo dei suoi denari e per questo già in accordo con il notaio Bonafede per ottenere vantaggi per entrambi. Per Argante è difficile accettare il vero volto della realtà ed ammettere l'inefficacia della sua infermità come strumento per attirare attenzioni e dimenticarsi la sua solitudine. Non c'è compatimento verso di lui.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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