Periodo di sospensione per il teatro, tra incertezze del presente e speranze per il futuro. È di questo che abbiamo parlato con Gianluigi Fogacci, attore e regista, che propone il suo punto di vista sulle decisioni prese dalle istituzioni verso il settore spettacolo e analizza le possibilità, anche nuove, che possono offrirsi per mantenere viva una delle attività che oggi sta soffrendo maggiormente.
Come commenta, leggendo i recenti provvedimenti emergenziali, l’attenzione rivolta dalle istituzioni verso gli operatori dello spettacolo e in particolare del settore teatrale?
Nessuno discute i provvedimenti. Anche se sarebbe lecito chiedersi perché ci si adoperi a trovare misure per aprire i ristoranti, mentre la riapertura dei teatri viene considerata un problema da non trattare nemmeno? Ma questa scarsa attenzione non nasce con l’epidemia, viene da lontano. Il peccato è originale: considerare il teatro un settore non essenziale e la cultura un orpello. Benno Besson diceva: ”Il teatro è il giocattolo della società”. Come per il bambino, il giocattolo non è un semplice mezzo di svago, ma è lo strumento della crescita e rispecchia il suo stesso modo di crescere.