L’ultimo DPCM vede, nuovamente, la chiusura dei cinema e teatri: luoghi non solo di intrattenimento, ma simbolo di cultura. Film destinati alle sale, approderanno nelle piattaforme streaming: un effetto collaterale che amplifica il vuoto della sala. A tal proposito, un’intervista a Manuele Ilari: esercente del cinema Madison di Roma, presidente UECI (Unione cinematografica esercenti italiani) e firmatario di una lettera, al Ministro Franceschini, sulla necessità di regolamentazione del mercato cinematografico.
Nella lettera viene richiesta una tutela per il mercato cinematografico. Come bisognerebbe intervenire per impedire che lo streaming prenda il sopravvento sulla sala?
Un intervento necessario e doveroso da parte del Ministero è quello di normare, come già fatto nella legge annullata del ‘98, le finestre di sfruttamento del prodotto cinematografico. Fino ad adesso siamo andati avanti con degli accordi quadro, riga dopo riga, e una prassi commerciale che non è mai stata toccata da nessuno. Queste piattaforme hanno avuto l’intelligenza di poter fare a loro piacimento e saltare così tutte le finestre di sfruttamento. Quindi in questo momento il ministero deve decidere quale è la prassi commerciale: prima lo sfruttamento nelle sale cinematografiche, dopo un periodo può andare in noleggio con dvd , o nelle piattaforme a noleggio - ad esempio CHILI – e successivamente il passaggio sui canali in chiaro.