Giovedì, 01 Maggio 2025
$ £

Recensione dello spettacolo Shit, Il virus della verità, di Carlo Forti con la regia di Marco Mattolini, in scena al teatro Tordinona dal 2 al 12 novembre 2021

 

La scena si apre in una stazione radio americana: una frizzante coppia di giornalisti si diverte sul lavoro ma nel contempo è preoccupata per le notizie che arrivano in redazione. Un virus alquanto atipico si sta diffondendo velocemente attraverso le carte di credito e colpisce soprattutto i più ricchi. Gli effetti sono devastanti: gli affetti dal virus perdono i freni inibitori e si ammalano di una malattia simile a alla Sindrome de la Tourrette, per cui iniziano a riportare fedelmente agli altri tutti i loro pensieri più reconditi. Non è più possibile nascondere la verità dei propri pensieri e delle proprie azioni. Dirigenti d’azienda, politici, uomini di Chiesa, noti guru, s’infettano e nei loro discorsi pubblici squarciano il velo dell’ipocrisia rivelando le loro vere intenzioni. Solo per citare alcuni esempi, i politici dichiarano di essere mentitori seriali e di curare solo il proprio interesse raggirando il popolo; i dirigenti d’azienda svelano le falsità con cui tessono i loro inganni ai danni degli operai; gli uomini di Chiesa mostrano i loro comportamenti poco aderenti al loro ministero spirituale. La società finisce nella confusione totale, nulla si rivela come sembrava, tutte le verità vengono sovvertite: “si riempiono le carceri, si svuotano i parlamenti”. Anche l’apparente consolidata coppia di giornalisti scoppia in seguito alle rivelazioni di lei su inganni e tradimenti da parte sua. La condizione di pandemia colpisce il mondo e medici e ricercatori si mettono al servizio della salute pubblica, trovando un antidoto alquanto originale e ai limiti dell’improponibile proprio nelle classi sociali meno abbienti, a questo punto ricercate e utilizzate come rimedio, quindi per l’ennesima volta utili agli interessi di quelle più elevate.

Recensione dello spettacolo I soldi no, di Flavia Coste. Con Corinne Clery, Enzo Casertano, Maria Cristina Gionta e Roberto D'Alessandro. Regia di Silvio Giordani. In scena al Teatro Roma dal 9 al 21 Novembre 2021

 

Frammenti di vita quotidiana, ovvero ricerca di intimità, inframezzati da preoccupazioni di natura economica acuitesi dopo la nascita del loro figlio. Sono queste le istantanee in casa dell'architetto Riccardo ( Enzo Casertano) e della signora Clara ( Maria Cristina Gionta), insegnante di filosofia, che precedono l'arrivo degli invitati. Chissà che cosa dovrà dire di così importante il signor Riccardo da convocare sua madre Rosa ed Enrico, l'immancabile amico di famiglia e collega. I preamboli del padrone di casa eccitano e al contempo spazientiscono la platea, desiderosa di apprendere il nucleo della confessione. Centosessantadue. Proprio così: questi sono i milioni di euro vinti dal sign. Riccardo al superenalotto. Evviva! Siamo ricchi !! Non proprio...Anzi, forse più poveri e sicuramente più infelici di prima. Il nostro fortunato vincitore, infatti, ha deciso di non incassare la vincita. É felice già così, non gli manca niente e non vuole immolare i suoi valori al denaro. Ma come ? Con le difficoltà della coppia nel far quadrare i conti? E a sua moglie non ci pensa ? E sua madre? Ed Enrico ? Nemmeno il tempo di sognare!

Recensione dello spettacolo Girl in the machine, in scena al Teatro Belli dal 9 al 14 novembre 2021, nell’ambito di Trend-nuove frontiere della scena britannica

 

L’avvincente dramma di Stef Smith racconta di un mondo distopico e fantascientifico in cui le persone sono inventariate, controllate, portano microchip sottopelle; corporeo e virtuale si fondono senza limiti, felicità e terrore sono emozioni liquide. Tutto è enormemente pianificato, ma disumanizzato. 

Owen (Edoardo Purgatori) preserva quel tanto di umanità che basta a difendersi dalle insidie dell’universo digitalizzato in cui vive: lavora come infermiere e non reprime mai istintività, calore o desiderio. Tutte caratteristiche che smorzano il rigore di sua moglie Polly (Liliana Fiorelli). Lei è iperconnessa, circondata da dispositivi digitali continuamente tintinnanti, votata alla carriera, orientata al successo, sempre vigile, orgogliosa del suo microchip. 

Recensione dello spettacolo “A number”, in scena al Teatro Belli dal 5 al 7 Novembre 2021, nell’ambito della XX edizione della rassegna Trend - Nuove frontiere della scena britannica.

 

Caryl Churchill, drammaturga britannica classe 1938, all’aprirsi del sipario, lancia una bomba sul palcoscenico e in mezzo al pubblico. A number parte infatti da una rivelazione esplosiva: un giovane scopre di avere altri cloni di sé, nati all’insaputa del padre, che aveva fatto ricorso alla scienza per replicare il suo primo e unico figlio naturale. Un fatto nudo ed essenziale, un esperimento o una truffa, scatenerà sulla scena una serie di drammatici accadimenti (che non sveleremo, per preservarvi il gusto del turbamento) e, fra gli spettatori, solleva il velo su fondamentali domande esistenziali.

Eppure, tutto il racconto di A number si sviluppa esclusivamente all'interno di interminabili dialoghi fra un padre ed un figlio. O meglio, i suoi figli.

Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori

Search