Giovedì, 01 Maggio 2025
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Recensione di Sei personaggi in cerca d’autore in scena al Teatro Vittoria dal 26 al 31 ottobre 2021, regia e adattamento di Claudio Boccaccini

 

Un palcoscenico con una scenografia essenziale, sullo sfondo una parete costruita con teli trasparenti che all’occorrenza assumono un effetto luminoso colorato: la scena è esattamente divisa in due, da una parte gli attori che stanno interpretando i personaggi della commedia pirandelliana “Il giuoco delle parti” coordinati dalla figura preminente del capocomico; in posizione opposta altri personaggi che sembrano provenire da una dimensione non ben definita, vestiti di nero e truccati con le fattezze di spiriti che vengono dall’oltretomba. Lo spettatore in sala si trova, dopo i primi minuti di scena di fronte a questa rappresentazione che separa chiaramente la realtà degli attori che stanno lavorando allo spettacolo, con vestiti dai toni colorati e i cui atteggiamenti sono frivoli, leggeri, dalla realtà di queste presenze inquietanti dai toni oscuri e dal linguaggio curato con sfumature filosofiche di chi si interroga sull’esistenza. Infatti nella rappresentazione di questi ultimi, il regista e interprete del capocomico, Claudio Boccaccini, rimane fedele all’opera pirandelliana, mentre alleggerisce e rende più attuali gli attori che stanno facendo le prove in scena: utilizza un linguaggio contemporaneo e inserisce un taglio comico in alcune battute e nell’atteggiamento del capocomico, sconosciuti alla scrittura originaria del 1921.

Recensione dello spettacolo L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi in scena al Teatro del Giglio di Lucca il 29 ottobre 2021

 

Febbraio 1980. La legge Basaglia ha permesso la chiusura dei manicomi e l’abbattimento di qualsiasi tipo di segregazione e istituzionalizzazione della salute mentale, prevedendo al contempo l’accompagnamento e la presa in carico delle persone affette da problemi mentali. Oreste, il protagonista di questa storia, è chiuso tra le quattro mura del manicomio di Imola. Qui trascorre le sue giornate tra alti e bassi: ora scrive lettere a una misteriosa quanto evanescente fidanzata conosciuta a un ‘festival per matti’ al manicomio di Maggiano a Lucca, ora chiacchiera con la sorella deceduta o litiga con il suo compagno di stanza Ermes, o ancora si vanta con i dottori del suo babbo cosmonauta spaziale. 

Recensione dello spettacolo “Stitching”, in scena al Teatro Belli dal 25 al 27 Ottobre 2021, nell’ambito della XX edizione della rassegna Trend - Nuove frontiere della scena britannica.

 

Stitching: la cucitura. È un filo a tenere insieme due pezzi di stoffa, un elemento sottile che può essere tenace o fragilissimo, può resistere o strapparsi all'improvviso.

Agli spettatori che entrano in sala, Abby (Valentina Virando) e Stu (Alessandro Federico) si presentano avviluppati da un lenzuolo, che non riuscirà mai a trovare un verso e una piega, ma resterà sempre un groviglio informe.

Recensione dello spettacolo Delirio a due, di Eugène Ionesco in scena al Teatro Trastevere dal 19 al 24 ottobre 2021

 

Considerata una sua opera minore, questa pièce teatrale del drammaturgo francese, di origini rumene, resta un piccolo capolavoro del Teatro dell’assurdo. Protagonista dell’atto unico è una coppia impegnata nel più classico degli esercizi coniugali: la lite. Il pretesto è futile, anzi ridicolo. Lei sostiene che non c’è nessuna differenza tra la lumaca e la tartaruga. Lui non è d’accordo, e perciò urla, inveisce, usa gli argomenti più strampalati pur di dimostrare che lei ha torto. La diatriba è senza via d’uscita e, nel corso di un dialogo serrato che rapidamente raggiunge le vette del nonsense, si allarga fino a mettere in discussione il futuro della loro convivenza. Nel frattempo, fuori, scoppia una guerra di cui lo spettatore ignora le ragioni, e un bombardamento aereo rischia di radere al suolo la città. Mentre la casa crolla e le mine del conflitto realmente entrano nel loro vissuto, entrambi continuano imperterriti ad azzuffarsi rinfacciandosi occasioni perdute e sogni svaniti, incuranti dell’apocalisse che si scatena fuori dalle mura domestiche. Nella vacuità del dialogo riaffiora un passato rifiutato che, nel ricordo, appare migliore di una realtà inconsistente.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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