Mercoledì, 06 Dicembre 2023
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Recensione dello Spettacolo Se tornassi indietro in scena al Teatro Golden dal 3 al 14 maggio 2023

 

“Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte.    L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!»

(Friedrich Wilhelm Nietzsche, La gaia scienza, aforisma 341.)

 

È possibile vivere una vita senza rimpianti né rimorsi? Forse sì, a patto di viverla due volte. 

"Se tornassi indietro", in scena al Teatro Golden di Roma dal 3 al 14 maggio, è una commedia esilarante, leggera e romantica, sugli intramontabili e universali concetti del Tempo, dell’Amore e (del senso) della Vita.

Il pretesto narrativo, né insolito né originale ma semplice ed efficace, è quello di un matrimonio sull’orlo di una crisi: una giovane coppia sposata e con un figlio piccolo, perfettamente calata in una scenografia che proietta lo spettatore nella loro abitazione moderna, ripercorre tutto il repertorio dei cliché di una convivenza matrimoniale. Alex, un emozionato Emanuele Propizio al suo primo esordio a teatro, è un marito distratto e con la testa tra le nuvole. Le doti canore e musicali dell’attore fanno subito gioco al contesto scenico che si trasforma in una sala prove dove l’artista, seduto di fronte alla tastiera di un pianoforte, cerca l’ispirazione per il suo singolo “Peli”. Il flusso creativo sarà presto interrotto da Silvia, una splendida e credibile Irene de Matteis nei panni della moglie che, appena rientrata, lo accusa di negligenza e lo addita di essere superficiale e assente. La prima scena scorre così come su un ring, con colpi e contraccolpi inferti a ritmo di iperboliche e tragicomiche discussioni familiari, rivendicazioni, recriminazioni, rimorsi e rimpianti: è il 7 maggio del 2019, il loro quinto anniversario di sposalizio – ma Alex, giunto a un punto di non ritorno, è convinto di volersi separare e all’indomani andrà certamente via di casa. Succederà davvero? 

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Recensione spettacolo VERSO HYDE, di Alessandro Beghini e Beatrice Mencarini. Con Jonathan Lazzini. Regia di Alessandro Beghini. In scena al Teatro Spazio 18b dal 4 al 7 maggio 2023

 

Quanto dura un urlo straziato, una corsa disperata o un salto nel vuoto ? Pochi istanti, esattamente come il tempo che precede la morte. Mr Hyde riempie quell'ultimo sospiro di quella rabbia e fierezza di chi non ha ancora detto tutto, di chi per la prima volta, dopo aver aspettato una vita, afferma, anzi impone il proprio esserci. Il non detto di una intera esistenza trascorsa all'ombra di qualcuno ora diviene corporeità e parola espressi con quella rabbia di chi è stato vissuto come il fratello cattivo: quello da nascondere, da disconoscere e di cui vergognarsi. “ Sarebbe bastato poco, solo esistere, essere ascoltati" è quanto reclama Hyde accusando tutti noi, e non solo Jekyll, di essere stati affascinati solo dall’ immediatamente visibile, ovvero da ciò che fosse in linea con il nostro “ordinato ordine di idee” e non ci obbligasse a guardarci troppo nel profondo. Dr. Jeckyll non ci crea turbamento. Mr Hyde si. Egli ora ci obbliga a guardarlo: accettando lui accogliamo anche le nostre brutture, perchè solo grazie a queste è possibile godere poi con pienezza dei nostri aspetti migliori. Non c’ è tempo e forse nemmeno voglia di farsi conoscere. Quell'ultimo afflato non deve esser sprecato ma utilizzato per sbatterci in faccia tutto ciò che non siamo stati, in un istante prima di sbattere la porta, in un addio che non prevede repliche.  

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Recensione dello spettacolo L’onesto fantasma in scena al Teatro Sala Umberto di Roma dal 2 al 7 maggio 2023

 

Come fa un gruppo di amici, affiatato nella vita così come sul palcoscenico, a ritrovare tale affinità dopo essersi perso? Attraverso la condivisione dei ricordi comuni legati a un amico e collega che è venuto a mancare. È da questo incipit che prende il via lo spettacolo al Teatro Sala Umberto di Roma, scritto e diretto da Edoardo Erba e interpretato da Gianmarco Tognazzi, Renato Marchetti e Fausto Sciarappa, sebbene la loro possa definirsi un’interpretazione realmente vissuta.

I tre attori vestono i panni di Gallo, Costa e Tito, e ricordano l’amico Nobru, anagramma di Bruno (Armando), prematuramente scomparso e che rappresentava il trait d’union del loro sodalizio artistico. Alla morte di Nobru la loro compagnia si è sciolta e ognuno è andato per la sua strada, chi mietendo successi e chi stentando ad arrivare a fine mese. È proprio per il disperato bisogno di lavorare che Costa e Tito decidono di coinvolgere Gallo, il più famoso dei tre, a portare in scena l’Amleto. Dapprima l’amico rifiuterà di tornare sul palco senza Nobru, finché non sarà proprio il suo “onesto fantasma” a convincerlo.

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Recensione di Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti in scena alla Scala di Milano dal 13 aprile al 5 maggio 2023

 

‘Lucia di Lammermoor’ avrebbe dovuto inaugurare la Scala nel 2020, l’anno del Covid. Chiusure ed emergenza portarono alla cancellazione dello spettacolo, che viene ripreso oggi, con i protagonisti originariamente previsti: Lisette Oropesa e Juan Diego Florez. Si tratta di un allestimento  che ha attirato l’attenzione di appassionati e studiosi, vuoi per il prestigioso cast, vuoi per l’interessante scelta di proporre la partitura nella sua interezza secondo l’edizione critica di Gabriele Dotto e Roger Parker, vuoi per il ritorno alla Scala di un regista interessante come Kokkos . Peraltro la prima dello spettacolo è stata trasmessa da Rai 5 in leggera differita e questo ha reso ancora più interessante la visione dal vivo, decisamente differente da quanto visto ed ascoltato in televisione.

Siamo davanti, finalmente, ad uno spettacolo nato per il teatro. Dopo tanti lavori magnificamente telegenici, più riusciti in televisione che in teatro, primo fra tutti il ‘Macbeth’ che inaugurò il massimo teatro italiano due stagioni fa, questa ‘Lucia’ vive il suo massimo splendore nella sala del Piermarini, dove le sculture che popolano la scena non sono prevaricanti, la grande foresta suscita suggestioni intense,  il gioco dei volumi appare equilibrato e le masse si muovono con misura  e raffinatezza. Dove le voci corrono, incuranti di microfoni e post produzioni.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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