Venerdì, 25 Aprile 2025
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Recensione dello spettacolo Amleto², in scena al teatro Ambra Jovinelli dal 7 al 12 Gennaio 2025

 

“Su questo palco reciterò la follia!” sbeffeggia Filippo Timi, in barba a Shakespeare!

L'umbro mattatore del palco travolge il pubblico e i canoni e stravolge la tragedia per eccellenza, trasformandola in una commedia amara che ammicca e accende gli spettatori.

Tanti i significati nascosti e i riferimenti all'attualità, le citazioni ad altre opere o film o personaggi, Filippo rifa' il suo Shakespeare più famoso, dopo 15 anni dalla prima personale versione teatrale. 

È ridanciano e irriverente, barocco, decadente, sopra le righe, tragico senza dolore, distaccato e commosso.

Recita svagandosi al massimo, entra ed esce dal personaggio rimbalzando da una scena all'altra con sapienza e slancio, sfotte il pubblico e gli altri personaggi e attori senza commettere né crimine né superbia, con la semplice ironia di chi dice semplicemente la verità sulle cose.

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Recensione dello spettacolo Feste, in scena al teatro Sala Umberto dal 2 al 6 gennaio 2025

 

Quanto si può comunicare con i soli gesti e raccontare senza parole? Si può attrarre e non annoiare il pubblico in silenzio?

Familie Floz ci insegnano che la mimica, il gesto e la postura corporea possono essere più potenti e arrivano diretti alla pancia, all'ironia e al cuore dello spettatore. Raccontano una storia semplice ma appassionante indossando sempre maschere dal volto umano iper-espressivo, senza interpretare parlando, ma solo con la mimica del corpo.

I significati e le linee narrative sono chiare, arriva tutto distintamente al pubblico, curioso ed incollato al palco, il meccanismo dello spettacolo gira come un orologio svizzero. 

La tecnica è precisa e sopraffina, come le sfumature, la ricerca espressiva dei corpi e dei singoli gesti, universali e umani, tanto che spesso nel cervello dello spettatore si formulano incredibilmente e silenziosamente le parole e le battute che nascono naturalmente dai movimenti scenici degli attori, senza che siano state pronunciate.

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Recensione dello spettacolo “39 scalini” in scena al Teatro Spazio Diamante dal 20 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025

 

 

Quando il teatro non è solo impegnato o impegnativo diventa godibile e divertente. È questo che accade con lo spettacolo messo in scena allo Spazio Diamante di Roma dalle Cattive Compagnie. Annoiare è una parola bandita dal vocabolario di questa compagnia perché, se così non fosse, le due ore piene di rappresentazione non trascorrerebbero veloci e in modo accattivante. 

Il racconto dei 39 Scalini, narrato originariamente da John Buchan e trasposto sul grande schermo da Alfred Hitchcock, ruota intorno a Richard Hannay, uomo d’affari di trentasette anni, bello, alto e con baffi a matita. Annoiato dalla sua vita, una sera decide di uscire dal suo appartamento di Portland Place per andare al London Palladium. Qui assiste a una dimostrazione del famoso Mr. Memory, un uomo con una memoria fotografica formidabile. Durante lo show, però, uno sparo fa scoppiare il pandemonio. Richard tenta di fuggire e nella folla incontra Annabella Schmidt. Questo incontro sarà l’inizio della sua nuova avventura. Intrappolato in un giallo apparentemente senza uscita, l’Hannay interpretato da Marco Zordan è il perno attorno al quale si muovono gli altri tre interpreti ovvero Alessandro Di Somma, Diego Migeni e Yaser Mohamed.

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Recensione dello spettacolo L’avaro in scena al Teatro Quirino di Roma dal 17 al 22 dicembre 2024

 

È sempre un’operazione ardua e onerosa quella di portare sul palco un classico della drammaturgia come L’avaro di Molière, soprattutto se la versione che si intende proporre al pubblico è riveduta e corretta. Molti hanno cercato di svecchiare i grandi classici anche per renderli accessibili alle nuove generazioni, e spesso tali tentativi, seppur condotti con le migliori intenzioni, non sono riusciti a sortire l’effetto né il risultato desiderato, e non hanno nemmeno reso giustizia all’opera originale. 

Nel caso de L’avaro diretto da Luigi Saravo, però, l’esperimento è perfettamente riuscito. 

Checché ne possano dire i nostalgici della versione tradizionale - i quali potrebbero obiettare che le dinamiche presentate da Molière perdano di credibilità riadattate alla nostra epoca -, questa trasposizione modernizzata arriva in modo diretto ed efficace al pubblico, almeno a chi è ormai stancio di un certo modo di fare teatro. 

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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