Lunedì, 13 Gennaio 2025
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Dal 13 al 24 novembre al Teatro Ambra Jovinelli, l’amatissima Drusilla Foer veste i panni di una Dea della bellezza e dell’amore ironica, tagliente, spietata nel suo nuovo spettacolo Venere nemica. Ispirato alla favola di Apuleio “Amore e Psiche” Venere nemica rilegge il Mito in modo divertente e commovente, in bilico tra tragedia e commedia, declinando i grandi temi del Classico nella contemporaneità: la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna nei confronti dei figli, il conflitto secolare fra uomini e Dei.

Venere, Dea della bellezza e dell’amore esiste ancora. Creatura immortale, l’antica Dea vive oggi lontano dall’Olimpo e dai suoi parenti, immaturi, vendicativi, capricciosi, prigionieri come la Dea stessa nell’eterna bolla di tempo che è l’immortalità. Ha trovato casa a Parigi, fra gli uomini, di cui teneramente invidia la mortalità, che li costringe all’urgenza di vivere emozioni, esperienze sentimenti. Venere può permettersi di essere imperfetta tra gli umani.

Si sa: in tempi duri per tutti - in particolare per gli Dei in deficit crescente di fede e consenso - potersi permettere finalmente di vivere nell’imperfezione dell’umano esistere, godendo delle debolezze umane come la moda e il lusso, non è cosa da poco per la nostra Immortale Eroina.

“Immaginate la mia gioia. Una dea, condannata a vivere nell’eterna umidità del mare, scoprire l’esistenza della messa in piega!”.

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Il 25 novembre 1952 all’Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la prima volta “Trappola per topi” di Agatha Christie. Da allora, per 70 anni ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia “gialla” senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi… Non è consueto per me, spesso regista drammaturgo in proprio, misurarmi con un classico della letteratura teatrale. Certo da interpretare, ma da servire e rispettare. Ma non ho avuto dubbi ad accettare. Perché “Trappola per topi” ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché. In fondo è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed eccentricità. D’altronde, dice il poeta, il dovere di tramandare non deve censurare il piacere di interpretare.

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Grande ritorno di uno dei musical più amati dal pubblico che anche nella scorsa stagione ha conquistato i teatri italiani. PETER PAN – Il Musical, a grande richiesta, è pronto ad accompagnare nuovamente i suoi spettatori in un entusiasmante viaggio verso l’Isola-che-non-c’è. 

Tratto dal romanzo di James Matthew Barrie, con la regia di Maurizio Colombi e una colonna sonora d’eccellenza firmata da Edoardo Bennato, Peter Pan - Il Musical tornerà in scena con un nuovo straordinario cast in un lungo tour nei migliori teatri italiani. 

Grande novità per il tour 24-25 è il ritorno in scena del Capitan Uncino originale ovvero Claudio Castrogiovanni, attore di straordinario talento che già nel 2006 aveva affascinato il pubblico con la sua interpretazione ironica e trascinante. La sua presenza scenica e il suo carisma porteranno ancora una volta in vita il temibile nemico di Peter Pan.

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Cosa succederebbe se in Italia reintroducessero la pena di morte? Cosa farebbero due  guardie penitenziarie di Rebibbia se si trovassero tra le mani il primo condannato a morte  dopo 70 anni? 

Petricore cerca di rispondere a queste e ad altre domande con la delicatezza che ci  impone l’argomento. Marco e Claudio, due guardie penitenziarie messe a capo di un  nuovo braccio del carcere, si ritrovano a dover gestire il primo condannato a morte in  Italia dopo circa 70 anni, Valerio, accusato di un crimine terribile, quasi impronunciabile.  Saranno proprio loro a doversi occupare del detenuto e a dover mettere in atto la  condanna per iniezione letale. Marco, il più belligerante e sempliciotto dei due,  prenderà di buon grado la notizia mentre Claudio, leggermente più sofisticato,  manifesterà fin da subito il suo disappunto.  

Nel corso dei mesi, però, Valerio riuscirà ad instillare il dubbio che possa esserci di mezzo  un errore giudiziario e che potrebbero ritrovarsi a giustiziare un innocente. Così,  lentamente, i due carcerieri inizieranno a vacillare nelle proprie sicurezze fino a  domandarsi se sia davvero rilevante una distinzione tra “colpevole” e “innocente”, là  dove la morte è privazione di vita per qualunque essere umano e non ha nulla a che  vedere con il senso più profondo di “giustizia”

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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