Giovedì, 01 Maggio 2025
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Un teatro che si trasforma in una nave per raccontare un fatto di cronaca che potrebbe essere avvenuto o essere frutto della fervida fantasia degli autori. Sarà proprio questo microcosmo galleggiante, dove ogni angolo risuona con storie di persone che vivono la loro quotidianità in un contesto straordinario, ad ospitare il debutto di “Benvenuti a bordo” dal 21 novembre all’1 dicembre 2024 al Teatro delle Muse con Marina Vitolo, Gabriele Marconi, Sergio Spurio, per la regia di Paolo Mellucci e scritto da Sergio Iovane e Mario Moretti. Un mix variegato di personaggi, sul palco anche Virginia Colella, Clementina Guarino, Giulia Tamburrini, Edoardo Valeriani, pronti a misurarsi con il  loro bagaglio di vicende che, come onde, si infrangono contro la vita degli altri. Gli interpreti: Daniel, maitre rigoroso ma manipolatore, Pasqualina, cameriera napoletana dal cuore d'oro, Francesco, misterioso cameriere con un passato oscuro, sono tutti portatori di un'energia unica che accende ogni scena. Ogni loro interazione è un miscela di comicità e tenerezza, che crea momenti esilaranti e toccanti. Add a comment

Uno spaccato di vita quotidiana che spesso ci riguarda molto da vicino. Al Teatro Golden, dal 14 al 24 novembre 2024, arriva lo spettacolo "Famiglia Micidiale" che promette vicissitudini esilaranti ed esplosive, grazie ad un super cast: Enzo Casertano, Beatrice Fazi, Alessandra Merico, Gianni Ferreri, per la regia dello stesso Casertano. La famiglia Moscetti ha un grande astio nei confronti dei propri vicini: la famiglia Longobardi. Ogni pretesto diventa motivo di sfida tra le due famiglie, soprattutto in occasione delle festività: luminarie migliori, addobbi più appariscenti, pranzi e feste più riuscite. Le gelosie e le invidie si sviluppano ogni giorno:  acquisti di macchine, vacanze più lussuose, vestiti firmati, persino la razza del cane diventa motivo di competizione. Add a comment

Dal 13 al 24 novembre al Teatro Ambra Jovinelli, l’amatissima Drusilla Foer veste i panni di una Dea della bellezza e dell’amore ironica, tagliente, spietata nel suo nuovo spettacolo Venere nemica. Ispirato alla favola di Apuleio “Amore e Psiche” Venere nemica rilegge il Mito in modo divertente e commovente, in bilico tra tragedia e commedia, declinando i grandi temi del Classico nella contemporaneità: la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna nei confronti dei figli, il conflitto secolare fra uomini e Dei.

Venere, Dea della bellezza e dell’amore esiste ancora. Creatura immortale, l’antica Dea vive oggi lontano dall’Olimpo e dai suoi parenti, immaturi, vendicativi, capricciosi, prigionieri come la Dea stessa nell’eterna bolla di tempo che è l’immortalità. Ha trovato casa a Parigi, fra gli uomini, di cui teneramente invidia la mortalità, che li costringe all’urgenza di vivere emozioni, esperienze sentimenti. Venere può permettersi di essere imperfetta tra gli umani.

Si sa: in tempi duri per tutti - in particolare per gli Dei in deficit crescente di fede e consenso - potersi permettere finalmente di vivere nell’imperfezione dell’umano esistere, godendo delle debolezze umane come la moda e il lusso, non è cosa da poco per la nostra Immortale Eroina.

“Immaginate la mia gioia. Una dea, condannata a vivere nell’eterna umidità del mare, scoprire l’esistenza della messa in piega!”.

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Il 25 novembre 1952 all’Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la prima volta “Trappola per topi” di Agatha Christie. Da allora, per 70 anni ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia “gialla” senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi… Non è consueto per me, spesso regista drammaturgo in proprio, misurarmi con un classico della letteratura teatrale. Certo da interpretare, ma da servire e rispettare. Ma non ho avuto dubbi ad accettare. Perché “Trappola per topi” ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché. In fondo è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed eccentricità. D’altronde, dice il poeta, il dovere di tramandare non deve censurare il piacere di interpretare.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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