Lunedì, 29 Aprile 2024
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Recensione della mostra CRUOR di Renata Rampazzi presso il Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese (Roma) dal 17 settembre 2020 al 10 gennaio 2021

 

Sin dai suoi esordi, negli anni Settanta, Renata Rampazzi ha espresso il suo punto di vista artistico riguardo la discriminazione di genere, la lotta per l’emancipazione delle donne e la parità tra i sessi attraverso un fidato complice: il rosso. Ed è questo colore, evocato attraverso la suggestione del sangue, al centro di un’importante mostra che copre un arco di tempo che va dal 1977 al 2020: CRUOR. Il latino classico possiede due termini per distinguere altrettanti tipi di sangue: il sanguis, che scorre all’interno del corpo umano, e il cruor. Con quest’ultimo si indica quello scaturito dalle ferite. Ma anche quello mestruale, della deflorazione e del parto. È questo lo scenario in cui si inseriscono le opere esibite all’interno del Museo Carlo Bilotti presso l’Aranciera di Villa Borghese a Roma: 14 dipinti, un video, 46 tele e i bellissimi studi preparatori per l’avvolgente installazione - già presentata nel 2018 nella sede della Fondazione Cini a Venezia - formata da 36 garze.

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Il 19 settembre alle ore 9,00 alla presenza del Presidente Della Camera Roberto Fico presso la sede della Fondazione Leonardo Sciascia a Racalmuto verrà inaugurata la mostra Leonardo Sciascia e la Fotografia.
Una serie di fotografie inedite, scattate al principio degli anni '50 del secolo scorso, dal grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia. La mostra, curata da Diego Mormorio, presenta 27 istantanee, mai rese pubbliche fino ad ora, che fissano impressioni di un continente in piena rinascita dopo il secondo conflitto mondiale e testimoniano, ancora una volta, l'interesse dell'autore de Il giorno della civetta, Todo modo, La scomparsa di Majorana e di tanti altri romanzi, racconti, saggi e pamphlet, per le arti figurative. Add a comment

Recensione del vernissage Occhi Iocundi. Immagini contemporanee per Jacopone presso Space MaTer Gallery il 5 settembre 2020

 

Ci sono dei luoghi che pur avendoli costantemente di fronte, ormai non vediamo più: non sappiamo dire se sono belli o brutti e, di fatto, quel poco che conosciamo di essi è quello che abbiamo sempre saputo in un superficiale nozionismo. A volte lo stesso criterio investe anche le persone come, in questo caso, la figura di Jacopone da Todi. Personalità decisiva e centrale nel panorama letterale europeo, egli è stato per secoli vittima di una certa noncuranza collettiva prevalentemente focalizzata sull’aspetto godibile e romanzato della sua vita, evitando accuratamente di oltrepassare tale patina. Il progetto Iubel Festival mirato a restituire il giusto spessore alla figura di Jacopone da Todi, pone l’accento sulla portata espressiva delle sue opere come riflesso di un’interiorità densa di spiritualità e riverberi emotivi. Attraverso le Laudi possiamo infatti cogliere le vibrazioni ed i tormenti del Frate e del suo “essere” umano. 

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E’ scomparso Germano Celant all’età di ottanta anni ha causa del coronavirus se è andato un grande  studioso e Critico d’Arte e Curatore padre dell’arte povera che ha influenzato l’arte contemporanea  di riflesso anche Napoli il suo linguaggio artistico grazie anche a Lucio Amelio e Marcello  Rumma è indimenticabile la mostra fatta nel 1980 all’Arsenale di Amalfi, e nel contempo la famosa  intervista fatta dallo stesso Amelio. Vorrei ricordare le mostre da me viste al Museo Madre quella  dedicata a Lucio Amelio e l’altra dedicata a Marcello Rumma lo scorso anno da queste due mostre  da altre che ho visto ho condotto una mia ricerca sull’Arte Povera, io penso che la letteratura da  consultare è essenzialmente di due tipi: da un lato si hanno i cataloghi le mostre curate da Germano  Celant, che nel 1967 ha riunito, in base a un’affinità di forme e presupposti, il lavoro di diversi  artisti piemontesi e romani sotto l’etichetta ufficiale di “Arte Povera”, seguendone e coordinandone  da quel momento l’attività espositiva e critica, proseguite entrambe anche dopo lo scioglimento del  gruppo nel 1971. 

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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