Giovedì, 01 Maggio 2025
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Recensione di Cromatismi  in scena Teatro Miela  di Trieste il 16  maggio 2023

 

Spesso il territorio regala piccoli gioielli,  che faticosamente prendono forma grazie all’impegno di Associazioni culturali che il tempo attuale ha fatto diventare eroiche ed ad artisti determinati e volenterosi.

Una di queste serate ha preso forma al Teatro Miela di Trieste il 16 marzo 2023.

Già la sede è importante: un teatro dalle dimensioni abbastanza raccolte, che negli anni si è fatto  baluardo di proposte culturali non scontate, nella cui stagione trovano accoglienza  raffinati concerti di musica classica e Nada, spettacoli di prosa e dibattiti. Uno di quei motori di dibattito che sono  quando mai importanti in un tempo di omologazione e di autoreferenzialità  e di cui la città di Trieste può andare fiera.

Recensione degli spettacoli Sbranarsi e Pulsazioni in scena a Recherche dal 28 al 29 aprile 2023

 

Due spettacoli dalla genesi molto diversa, scritti però dalla stessa mano e interpretati dalle medesime attrici: si tratta di Sbranarsi e Pulsazioni, presentati per la prima volta come un dittico - antitetico eppure ideale - a Roma.

Sbranarsi è un viaggio luciferino all’interno del corpo e della psiche di quattro figure femminili: poche parole, sparse come macigni, a cui corrispondono pelle, muscoli, sudore, bellezza. È uno spettacolo che non vuole raccontare una storia: è lo spettatore a tracciarne una in base alle sensazioni suscitate da ciò che guarda; non è nemmeno semplice teatrodanza: troppo viscerale per rimanere sulla superfice dei movimenti. Lo si capisce nell’istante stesso in cui le quattro attrici entrano in scena, ognuna esprimendo un’emozione diversa così come diverso è lo sforzo dei tendini e dei sentimenti chiamati in causa. Lo si potrebbe definire una indagine artistica sul femminile che si ama, si ferisce, si tradisce e si sbrana per potersi aprire all’altro. Altro che, forse, non sarà mai in grado di contenerlo, quindi di comprenderlo del tutto. Baccanti, sirene, amazzoni, furie: le quattro donne si incontrano e scontrano potentemente, sino a quasi collassare su se stesse come altrettante supernove. C’è una fame in loro che non si sazierà mai: la stessa che le tiene vive e impedisce si consumino. 

Recensione di Turandot di Giacomo Puccini in scena al Verdi di Trieste dal 12 maggio al 21 maggio 2023

 

La Stagione d’opera e balletto del Verdi si chiude con Turandot, titolo amatissimo dal pubblico triestino che ha riempito in ogni ordine di posti il teatro nella recita cui abbiamo assistito.

Diciamo subito che i lunghi applausi e le acclamazioni finali, alcune francamente di complessa comprensione, sanciscono un ampio successo complessivo, che però merita dei distinguo.

Cominciamo dalla parte musicale. Il direttore, Jordi Bernàcer,  sceglie una lettura concitata, con volumi tuonanti ,che spesso mettono in difficoltà alcune delle voci.

Recensione de Il malato immaginario in scena al Teatro Prati di Roma dal 14 aprile al 4 giugno 2023 

 

Nel 1673, Jean Baptiste Poquelin, meglio noto come Molière, mette in scena l'ultima delle sue più note  commedie, cioè Il malato immaginario: testo rimasto nella leggenda non solo per diventare la satira per eccellenza nei confronti di ipocondriaci e medici incapaci, ma anche perché il celebre autore morì in scena mentre interpretava il ruolo del protagonista. 

Nei secoli, molti registi e attori hanno omaggiato e ridato vita alla commedia di Molière. Solo per  citarne alcuni: André Ruth Shammah, Peppino de Filippo, Paolo Bonacelli, Alberto Sordi, Emilio  Solfrizzi, Aldo Giuffrè. Dal 14 aprile, al Teatro Prati di Roma, anche Fabio Gravina ha portato sulle  scene un suo adattamento dell'opera. La trama è fedele all'originale: vi consigliamo di leggerla, qualora non l'aveste fatto, poiché è un vero  classico del Teatro. 

Nell'adattamento di Gravina vediamo subito delle novità. In primis l'arredamento. La scenografia di Francesco De Summa ci porta non nel seicentesco passato francese, ma ad un liberty italiano, quasi  anni '30. Si capisce subito che non è una – perdonate il termine – “scenografia pigra”, cioè messa lì  perché la ricerca era complicata. C'è un'armonia da seguire. Anche i costumi, infatti, si adattano bene  allo stile delle scene. Esempio ci viene donato, oltre che alla divisa militare di Bernardo (Iannone), con  i suoi stivali quasi tipici di una prima milizia fascista; anche dalle gonne delle protagoniste e alle  ballerine della giovane Angelica (Religioso).

Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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