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Giuseppe Culicchia, finché divorzio non vi separi: “un corso prematrimoniale”
Recensione del libro Finché divorzio non vi separi di Giuseppe Culicchia, edito da Feltrinelli
Sarà che ad oggi quella di dire male del matrimonio è quasi una moda da cui non ci si può sottrarre: quando un amico si sposa ci sentiamo sempre e comunque in dovere di chiedergli, con sulle labbra un sorriso ironico quasi di scherno “ma sei sicuro?”; quando però quell'amico è Giuseppe Culicchia con il suo nuovo romanzo finché divorzio non vi separi e la dissacrazione goliardica diventa letteratura, tanto vale soffermarsi sulla questione.
Il romanzo è, a detta stessa dell'autore, un corso prematrimoniale uscito per la Feltrinelli lo scorso Ottobre. Se fino agli anni Sessanta, questo l'incipit, chi voleva divorziare era costretto o costretta a convivere con il suo carceriere, negli anni Sessanta il divorzio è stato a tutti gli effetti una conquista. Peccato che, nonostante ci si sposi con amore - e quanto amore -, il boom dei divorzi è un dato di fatto (specie da dopo la pandemia, verrebbe da aggiungere, chissà come mai). E se sul divorzio avete qualche dubbio, Culicchia il dubbio ve lo fa passare, spiegandovi per filo e per segno tutte le fasi che il vostro amoreunicogrande attraverserà, trasformandosi prima nel più grande guaio commesso da voi in prima persona, e con anche l'aggravante dello stato di coscienza, fino a ridursi ad una bazzecola burocratica, quando del vostro matrimonio rimarranno solo le carte del divorzio. Il libro è diviso in tre perché ciascuno abbia la sua guida: per lui, per lei e la parte LGBT. Perché tutti gli amori, in qualsiasi modo, sembrano dover fare la stessa identica fine.
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